9 ottobre 2009

COSA ACCADRA' ALLA MONETA USA?

Gli stati produttori di petrolio negano la sostituzione del dollaro



In uno scenario di voci crescenti che hanno fatto cadere la divisa statunitense, le grandi nazioni produttrici di petrolio hanno smentito, martedì, un' informazione pubblicata dal giornale britannico per il quale gli stati arabi stanno realizzando negoziazioni segrete con la Russia, Cina, Giappone e Francia per sostituire il dollaro con un paniere di divise nel commercio del petrolio.

Il dollaro statunitense è arretrato dopo la versione lanciata dal giornale britannico The Indipendent che citava fonti “non identificate” negli stati del golfo e fonti bancarie cinesi a Hong Kong.

The Indipendent ha scritto che la proposta segnalava che il commercio del petrolio sarebbe cambiato nel giro di nove anni in un paniere di valute, tra cui ci sarebbe stato lo yen giapponese e lo yuan cinese, l’euro, l’oro e la nuova moneta unificata per le nazioni nel Consiglio di Cooperazione del Golfo, al quale appartengono l’Arabia Saudita e il Kuwait.

“Sono state condotte riunioni segrete da parte di ministri della Finanza e governatori delle banche centrali in Russia, Cina, Giappone e Brasile per lavorare al piano, e questo significherà che il petrolio non sarà quotato in dollari”, ha detto la versione del giornale britannico, aggiungendo che anche la Francia è stata coinvolta nei colloqui.
The Indipendent ha rilevato che le autorità statunitensi erano al corrente delle riunioni, ma che non avevano informazioni sui dettagli e sicuramente “lotteranno contro questo complotto internazionale”.

Ma alte cariche saudite e russe che hanno partecipato ad una riunione del FMI ad Istanbul, hanno negato che ci siano state simili negoziazioni.

Muhamad al Yaser, presidente della banca centrale dell’Arabia Saudita, ha detto che la notizia uscita sul giornale britannico è “assolutamente non corretta”. Quando i giornalisti gli hanno chiesto se il suo paese era coinvolto in affari di questo tipo, ha risposto allo stesso modo.

Il viceministro della Finanza della Russia, Dmitry Pankin, ha detto “ Non abbiamo assolutamente discusso di questo.”

Il ministro algerino delle Finanze, Karim Djudi, ha dichiarato a Reuters: “I paesi produttori del petrolio hanno bisogno di stabilizzare le loro entrate, ma (….) non vedo la necessità per il commercio del petrolio che sia espresso in modo diverso”.

Il governo giapponese ha detto che non era a conoscenza delle trattative per porre fine l'uso del dollaro nel commercio del petrolio.

La possibilità di cambiare il commercio del petrolio dalla sua quotazione in dollari statunitensi è stato affrontato sporadicamente negli ultimi anni, ma analisti ed esperti dicono che è poco probabile che avvenga presto.

“Non credo che vedremo azioni a partire da tali discussioni perché anche quando il dollaro è debole, non significa che le materie prime siano svalutate” ha detto David Moore, analista di materie prime del Commonwealth Bank of Australia.

“Di fatto, quando il dollaro si indebolisce, i prezzi delle materie prime tendono ad incrementarsi per una proporzione più alta”, ha affermato.

La Russia ha posto la questione pubblicamente di fronte alla debolezza e la volatilità della divisa statunitense, che è stata compromessa dagli enormi deficit di bilancio e commerciali degli Stati Uniti.

L’Iran ha cominciato a quotare la maggior parte delle sue esportazioni di petrolio in divise diverse dal dollaro, specialmente in euro, da molti anni, ma il prezzo attuale del suo combustibile è stabilito con la moneta statunitense.

Il dollaro statunitense scendeva martedì, dopo che era stato diffuso l’articolo su The Indipendent, mentre gli analisti si mostravano cauti prima di dargli troppa importanza, specialmente considerato il tempo di transizione di nove anni. Nel frattempo, il prezzo del petrolio è salito sopra i 71 dollari al barile.

Nonostante le smentite, il problema sembra essere ricorrente in diversi scenari, tra cui Istanbul, dove si svolge la conferenza annuale dell' FMI.

Lì il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick- che è stato sottosegretario di Stato degli Usa, ha detto di credere che il dollaro non sarebbe stato in futuro la moneta dominante.

“Il dollaro, l’euro, lo yuan remibi formeranno un paniete di monete. Il mondo sarà differente. E la recessione ha accelerato questo processo”, ha detto.

Cosa succederà al dollaro?

Per il Wall Street Journal, il dollaro potrebbe continuare a cadere nelle prossime settimane con gli investitori che scommettono che altri paesi aumenteranno il tasso d'interesse prima della Federal Reserve, e questo impulsa il ritorno su queste monete.

La caduta del dollaro è peggiorata nel terzo trimestre che è appena finito man mano che le economie del mondo hanno mostrato segni di recupero ed gli investitori hanno trasferito il loro denaro a alternative più rischiose alla ricerca di ritorni più alti.

Durante il terzo trimestre, la divisa statunitense ha perso il 4,1% del suo valore contro l’euro e il 6,8% contro lo yen giapponese, quando ha raggiunto il suo livello più basso dalla fine di gennaio.

Per mesi, il dollaro ha avuto la tendenza a scendere dopo che si sono annunciate notizie positive, che gli speculatori hanno interpretato come il segnale che era ora di abbandonare rifugi sicuri come la moneta statunitense e andare alla ricerca di investimenti più rischiosi e redditizi.

Tuttavia, le promesse delle autorità politiche e monetarie di continuare a stimolare l'economia per sostenere la ripresa hanno convinto gli investitori che gli Stati Uniti non alzeranno i tassi di interesse a breve.

Gli sforzi del governo statunitense di iniettare denaro nell’economia ha permesso di ridurre considerevolmente il costo dei prestiti in dollari, in un momento in cui gli attivi statunitensi offrono dei ritorni scarsi.

La stessa debolezza del dollaro, però, potrebbe aiutare a frenare la sua caduta prima della fine dell’anno, pronosticano analisti ed investitori.

La caduta del dollaro, per il Journal, potrebbe cominciare a invertirsi se la moneta cade troppo: alla lunga, i responsabili delle politiche monetarie dell’Asia e dell’Europa potrebbero cominciare a lamentarsi della debolezza della moneta USA che danneggia la loro capacità d’esportare beni negli Stati Uniti.

Se l’euro e lo yen continuano a rafforzarsi, per esempio, il prezzo delle esportazioni europee e asiatiche aumenteranno di costo nei mercati internazionali.

“E’ possibile che ci siano ancora delle difficoltà, ma si potrebbe dire che la caduta del dollaro ha raggiunto il suo limite”, secondo l’opinione di Alan Wilde, direttore del reddito fisso e valuta estera al Baring Asset Management, a Londra.
Gli analisti concordano sul fatto che il dollaro è una moneta chiave per il commercio internazionale. Molti paesi realizzano le loro transazioni commerciali in dollari non solo negli USA, ma anche in altri paesi.

Esiste anche il rischio che l’aumento dei tassi d’interesse superiori a quanto previsto, o un' importante crisi nei mercati emergenti, attirino gli investitori di nuovo verso dollaro nei prossimi mesi. “Ci troviamo quasi alla fine della partita” dice Stephen Jen, direttore gerente nel BluGold Capital Management LLC, in relazione alla traiettoria del dollaro. “Raccomando di agire con cautela”.

Per il Financial Times “coloro che firmano per la caduta del dollaro affrontano un paradosso. Se il dollaro statunitense va a picco, difficilmente lo farà da solo. Quando l’anno scorso è scoppiato il panico in tutto il mondo, gli investitori si rivolsero alla moneta del paese con la democrazia stabile e più ricca. Non hanno richiesto renminbi o rupie. Gli stessi problemi che preoccupano coloro che vedono la caduta totale del dollaro potrebbero finire per essere i motivi per investire nella divisa”.

E c’è una spiegazione del perché una caduta del dollaro trascinerebbe con se tutto il sistema:

  • Il dollaro è implicato nell' 86% dei $3,2 miliardi di transazioni giornaliere di divise nel mondo, spesso come un passaggio intermedio per lo scambio con altre divise, a quanto afferma la Banca Internazionale di Pagamenti. Anche se questo costituisce una discesa in relazione al 90% che rappresentava nel 2001, nessuna divisa si avvicina a tanto.
  • Quasi due terzi delle riserve delle banche centrali del mondo sono denominate in dollari, nonostante la paura che si produca un esodo in massa della divisa. L’Euro rappresenta circa una quarta parte, un aumento del 18% rispetto al 1999, quando venne introdotto, ma meno della partecipazione delle sue divise anteriori al 1995. Dato che gli USA sono dei soci commerciali così importanti per tanti paesi, non è facile diversificare le riserve delle banche centrali.
Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/norteamerica/0097_niegan_sustitucion_dolar_06oct09.html

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

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