2 agosto 2009

IL DOLLARO IN TERAPIA INTENSIVA

di Hedelberto López Blanch

Nei primi anni del XXI secolo gli accordi e le decisioni prese dai vari paesi per realizzare i loro scambi commerciali stanno inviando agli USA dei forti segnali che prima o poi, il dollaro smetterà di essere la moneta principale come riserva mondiale.

Ogni giorno i soci commerciali degli Stati Uniti comprendono che non possiedono gli eccedenti per finanziare i massicci deficit finanziari di Washington che passano dai due miliardi di dollari causati dalle sue guerre depredatrici in Iraq e in Afghanistan, dalla crisi economica, i riscatti milionari delle banche e aziende in fallimento e dai programmi di stimolo.

La libra sterlina inglese che era la moneta internazionale nei XVIII, XIX e inizio del XX secolo, cadde a causa del deficit accumulato dall’impero britannico durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, e la salita incontenibile degli Stati Uniti come nuova potenza globale.

Da gli accordi del Bretton Woods, nel 1944, gli Stati Uniti sono riusciti ad ottenere che il dollaro si sia stabilito come moneta di riserva nell’orbe e il suo valore veniva garantito dalle sue enormi riserve d’oro

Durante gli anni del 1970, Washington raggiunse un accordo con la OPEP tramite la quale tutte le sue attività commerciali petrolifere si sarebbero effettuate con la banconota verde, mentre questi garantivano un riarmo militare all’Arabia Saudita e avrebbe protetto le monarchie del Golfo da possibili invasioni o minacce interne.

Da allora, Washington ha anche separato il dollaro dalle sue riserve d’oro e cominciò a stampar a destra e a sinistra la sua moneta e con questo inondò il mondo con queste carte senza che questi avessero un valore reale rispetto alle ricchezze del paese che le emetteva.

La preoccupazione per la debolezza ed il futuro del biglietto verde, che gli USA stampano in quantità senza avere una copertura in oro, ha motivato che i creditori esteri cerchino alternative al debito nordamericano che hanno comprato e nella quale hanno le loro riserve.

A maggio del 2005, l’Iran ha autorizzato l’apertura di un mercato del petrolio con operazioni in euro, ed è stato uno dei primi colpi al dollaro. La Repubblica islamica ha registrato una borsa di petrolio nell’isola di Kish, nel Golfo Persico, dove vendono il greggio in euro ed è il quinto mercato di petrolio, dopo New York, Londra, Singapore e Tokio, dove le operazioni si effettuano in dollari.

Due anni prima, la Siria aveva cominciato a cambiare le sue riserve con l’euro ; la Banca Centrale degli Emirati Arabi ha convertito in euro il 10% delle sue riserve in dollari, il Venezuela ha seguito il cammino verso la ricerca di monete più sicure come euro e yuan cinesi e la Svezia ha ritagliato le sue riserve in dollari al 20% e innalzando al 50% quelle accumulate con l’euro, allo stesso modo, la Banca Centrale della Russia, secondo il giornale Pravda, ha la maggior parte delle sue riserve in euro.

A marzo del 2009, la Cina e l’Argentina hanno adottato un accordo di reciproche agevolazioni che permette loro di evitare il dollaro nei loro scambi commerciali. In questo modo, l’Argentina comprerà prodotti cinesi con una linea di credito aperta di 70.000 milioni di yuan (circa 10.000 milioni di dollari), mentre l’Argentina mette a disposizione della Cina una somma equivalente in pesos. Beijing ha firmato accordi analoghi con la Corea del Sud, Malesia , Bielorussia e Indonesia.

Allo stesso modo, la Banca Centrale del Brasile ha informato che si era raggiunto un accordo iniziale con la Cina per sostituire gradualmente il dollaro dalle transazioni bilaterali, che saranno di 40 miliardi di dollari durante quest’anno. La formula sarebbe quella di usare la reale , moneta del Brasile, e lo yuan , nel commercio cinese-brasiliano, questo quanto detto dal portavoce della Banca Centrale del Brasile.

Argentina e Brasile, da parte loro, sono giunti a un intendimento per sostituire il dollaro in tutte le loro transazioni commerciali ed usare al posto del dollaro, le monete dei loro rispettivi paesi.

I ministri dell' Alleanza Boliviana per i Popoli della Nostra America (ALBA) hanno approvato lo scorso giugno, un macro accordo per stabilire il Sistema Unico di Compensazione Regionale (Sucre) come un conto comune di gruppo, il cui meccanismo funzionerà per le transazioni tra Bolivia, Cuba, Ecuador e Honduras ( in sospeso tra il colpo militare).

Il governo delle Finanze venezuelano, Alì Rodriguez Araque, ha detto che il Sucre è il punto di appoggio per gli accordi con monete unitarie che stanno cominciando ad essere richieste in altre latitudini come in Russia e in Cina, con il fine di creare una nuova architettura finanziaria mondiale. Questa visione, in base alla sua valorizzazione, permetterà al mondo di liberarsi dei problemi come le fluttuazioni e l’indebolimento del dollaro statunitense.. “L’ideale sarebbe che tutta la regione latinoamericana e caraibica abbia la sua propria unità di riserva”, ha sottolineato. Nella città russa di Ekaterimburgo hanno avuto luogo a fine giugno due importanti eventi orientati verso questa finalità, quando si sono riuniti prima i sei paesi che integrano l’Organizzazione di Cooperazione di Shangai (OCS) – Cina , Russia, Uzbekistan, Kirguistan, Tadjiskistan, Kazajstan e come invitati : India, Pakistan, Iran e Mongolia- per esaminare le possibilità di scambio. Durante questo evento è stato chiesto ai membri di realizzare un commercio con le proprie monete nazionali o con una futura divisa sopranazionale per poter prescindere dal dollaro.

Ancora non si erano chiuse le porte della riunione dell’OCS, e s’incontrarono nella stessa città i membri del nuovo gruppo chiamato BRIC ( dalla sigla dei suoi membri- Brasile , Russia, India e Cina) che nella dichiarazione finale hanno espresso che si rendeva “ necessario avere un sistema di divise stabili, di facile pronostico e più diversificato”.

In una sola decade i quattro Stati del BRIC hanno duplicato la loro crescita economica e la loro partecipazione al PIL mondiale: da 7,5 % nel 1998 a più del 15% nel 2008.

Adesso la Cina ha lanciato un programma di prova che permette ai paesi vicini di chiudere affari commerciali con lo yuan, senza bisogno di convertire i pagamenti in altri tipi di divisa. Queste sei compagnie di Shangai hanno firmato contratti con le controparti a Hong Kong e Indonesia per cominciare gli scambi con la moneta cinese.

In base ai contratti, se le parti hanno yuan, non hanno bisogno di convertirli nè entrare nel mercato internazionali di divise per chiudere le transazioni. Se la modalità si espande, questa moneta si potrà usare tra la Cina ed il gruppo dei paesi dell’ ASEAN (Brunei, Birmania, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Filippine, Singapore, Tailandia, Vietnam).

Sia la Cina che la Russia hanno posto ripetutamente la necessità di una nuova moneta globale da sostituire col dollaro e durante l’ultima riunione del G-8, tenutasi nella città italiana di L’Aquila, il presidente moscovita Dimitri Medveded ha dichiarato in una conferenza stampa che si era discusso sull’uso di altre monete nazionali, includendo il rublo, come moneta di riserva, così come altre sopranazionali.

Successivamente, come prova ai presenti, mostrò una moneta, che secondo Medveded, rappresenta una “divisa unita mondiale futura”, nella quale stanno lavorando.

Per Medvedev risulta completamente artificiale l’attuale sistema unipolare, basato, in “un grande centro di consumo finanziato da un deficit sempre maggiore e dai debiti crescenti, senza le riserve di divise che prima possedeva e con un regime dominante di valutazione dei beni e dei rischi”.

Gli Stati Uniti hanno la capacità di continuare a stampare quantità illimitate di dollari per pagare le importazioni, le guerre e mantenere più di 750 basi militari nel mondo, ma quello che è certo è che il bigliettone verde è in terapia intermedia e se continua a peggiorare può entrare in terapia intensiva.

Fonte: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=88987&titular=el-d%F3lar-en-terapia-intermedia-

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

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