24 maggio 2009

L'ITALIA DEL DUCE

L'Italia è stata un pioniere nella creazione del fascismo: Mussolini ha preso il potere nel 1923, prima di qualsiasi altro dittatore del suo stampo. Oggi, con Berlusconi, l'Italia è ancora una volta in prima linea. Il tono istrionico, teatrale, pacchiano, sessista e irrispettoso di questo personaggio cela a malapena il suo pericolo. Potrebbe sembrare una caricatura così irripetibile in altre latitudini da non sembrare vero e far abbassare la guardia. Ma Berlusconi accentua fino al grottesco tendenze arrampicatrici in altre zone d'Europa e del mondo.

Con il discredito della politica, il segreto della sua popolarità è presentarsi come un "non politico", come un imprenditore trionfatore. Molte persone identificano la politica con l'inefficienza e la corruzione, e valorizza il privato al sopra del pubblico
Caratterizzate dall' ideologia neoliberale, queste persone sono diventate politicamente ciniche, e applaudono coloro che gestiscono gli affari pubblici, con una mentalità da capitalisti di ventura, attenti solo al profitto individuale e pronti a saccheggiare beni pubblici per il proprio beneficio personale. Imbevuti dello stereotipo che il pubblico equivale all'inefficiente, preferiscono affidare la sorte del paese a chi è stato accreditato come manager vincente- che equivale, in base alla morale dominante, a benifici molto renumerativi.
La società italiana è stata convertita in Italia S.p.a. Le persone cessano di essere cittadini e si trasformano in consumatori, i telespettatori, tifosi, individui senza senso di responsabilità collettiva e suscettibili all' essere acquistati.
Berlusconi compra tutto e tutti: accumula imprese, gruppi mediatici, club sportivi, parlamentari, senatori (compresi quelli di altri partiti), giornalisti, avvocati, giudici e tutti i tipi di professionisti. E nel mondo iper-borghese promuove il "chi paga comanda". Cittadinanza, diritti, responsabilità civili, solidarietà e dignità sono concetti estranei al berlusconismo. Dopo il terremoto di L'Aquila, il Cavaliere ha annunciato la creazione di una nuova lotteria il cui gettito servirà per aiutare le vittime ", senza che gli italiani devono pagare più tasse". La formula è succosa. Neanche in un simile caso si fa un appello alla solidarietà: l'avidità è meglio per raccogliere fondi.

La massa despolitizzata degli elettori di Berlusconi ringrazia il Cavaliere di leggere ad alta voce quello che pensa e non ha il coraggio (o meglio non avrebbe il coraggio) di dire.
Come frodare il fisco, schivare la giustizia se si può, ostentare l'egoismo naturale che tutti condividiamo, dire villanerie e trattare pubblicamente le donne come oggetti decorativi senza sentire il bisogno di vergognarsi.

Nell'anima umana albergano i sentimenti più disparati: alcuni bassi, altri elevati. Il leader non solo governano. A volte trasmettono, un tono morale alla cittadinanza, inibendo una tendenza e incoraggiandone un'altra. Il transito dell'era di Bush a quella di Obama è un esempio del miglior clima morale negli Stati Uniti. Il berlusconismo esemplifica l'evoluzione opposta, un'evoluzione che ha attivato i peggiori istinti, come si è visto nella caccia agli immigrati subito attivata appena Berlusconi ha vinto le elezioni.
In un recente soggiorno a Barcellona, Paolo Flores d'Arcais, direttore della rivista MicroMega, uno dei pochi riferimenti degni della sinistra italiana, caratterizzava il berlusconismo come un "putinismo soft": la stessa concentrazione personalistica del potere politico, economico e mediatico in Russia, ma in Italia "ancora" non si uccidono o imprigionano i giornalisti concorrenti. Tuttavia, Flores d'Arcais ha spiegato che, poco dopo l'assassinio della Politkovskaja, in una conferenza stampa ospitata da Berlusconi e il presidente russo durante la sua visita in Italia, il capo del Governo italiano ha fatto il gesto con le mani di mitragliare una giornalista russa presente che aveva formulato una scomoda domanda per l'ospite russo.

Il berlusconismo, spiega Paolo Flores, è fascismo classico. Invoca valori tipicamente individualisti e borghesi: successo individuale nel mondo degli affari, supremazia del denaro, senza limiti di arricchimento. Né utilizza l' intimidazione degli squadroni delle camicie nere, marroni o blu, ma l'intimidazione del denaro, corruzione, le liste nere: comprare tutto ciò che è acquistabile. Ma dietro queste differenze non trascurabili, è in agguato lo stesso cinismo, la stessa arroganza e disprezzo per i diritti umani e per la democrazia. Neofascismo? Populismo di destra?Non importa l'etichetta, la cosa importante è che l'Europa, e le altre società ricche, sono minacciate nella loro libertà. Ci sono diversi progetti, distinti ma anche correlati, per minare la libertà o eliminarla a minare i diritti conquistati, per distruggere il concetto e la pratica di cittadinanza e per far diventare il massimo numero di persone ignoranti depoliticizzati, attenti solo a consumare e applaudire lo spettacolo nel quale si trasforma la realtà dalla mano di alcuni media manipolatori.

Flores D'Arcais non si è limitato a glossare gli svarioni di questa destra e le sue radici clericali e mafiose accentuate dalla Guerra Fredda, ma anche ha sottolineato senza alcuna pietà la disastrosa autodistruzione della sinistra italiana e la sua complicità con la corruzione e il degrado della vita pubblica.
Propongo un esercizio intellettuale: un inventario dei tratti di populismo reazionario che si sviluppa in Spagna nella destra autoctona -da Jesùs Gil (quella replica militarista diretta da Don Silvio) fino a Ragoy, passando da Aguirre, Camps e Fabra- a immagine e somiglianza del berlusconismo.

E, anche, riflettere sulle responsabilità che ha e che può avere la sinistra autoctona nell'alimentare il mostro. E come combatterlo.

Fonte: http://blogs.publico.es/dominiopublico/1289/populismo-de-nuevo-tipo/

2 commenti:

  1. le grandi rivoluzioni sono nate sempre dal momento peggiore del popolo.

    Il problema italiano é che nessuno comprende realmente quel che succede, nessuno ha chiara la visione del perché stiamo peggiorando, e come. La panoramica degli osservatori si limita alle minchiate. Ma che abbiamo rischiato di perdere l'acqua come bene pubblico, delle privatizzazioni di cose pubbliche... quello che mi spaventa é anche davanti a tanti nuovi disoccupati, precari stagnanti, c'é ancora gente che difende l'operato pidiellista per il semplice motivo che prodi é una mortadella.

    cmq tutti i grandi despoti, nel momento che sono morti, hanno lasciato i regni nelle mani della discendenza che poi fallisce sempre. Nella peggiore delle ipotesi, bisogna attendere la svolta epocale del berlusconismo, ovvero il momento in cui berlusconi non ci sarà piu...

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  2. Sempere traccia un quadro perfetto della parabola berlusconiana, con la lucidità che gli consente il fatto di non vivere in Italia.

    Quanto al commento qui sopra, quando Berlusconi non ci sarà più, mi sa che sarà un casino ancora peggiore.

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