
Vengono, tra l’altro, confermate le preoccupanti linee di tendenza della politica nordamericana nei confronti del partner russo, affermatesi al tempo del precedente mandato di George Bush.
Nelle ultime settimane, abbiamo purtroppo assistito ad una preoccupante accelerazione della scalata di provocazioni nei confronti della Russia che non lascia presagire nulla di buono in merito alle prospettive della distensione tra le due superpotenze, almeno nelle dimensioni che sembravano prospettare alcuni commentatori di politica internazionale.
Dopo avere registrato i tentativi di destabilizzazione della Moldovia, tendenti ad esercitare pressione sulle attuali autorità comuniste del paese, allo scopo di spingerle ad accettare i ricatti della NATO e le pressioni dell’Unione Europea, di fronte al dispiegarsi delle massicce manovre dell’alleanza atlantica ai confini della Russia e a sostegno del traballante Saakashvili che non hanno mancato di provocare drammatiche tensioni con Mosca (che si sono tradotte nell’espulsione di alcuni consiglieri della NATO), sempre più insistenti in questi giorni si stanno diffondendo le voci di un’imminente integrazione nel sistema militare occidentale di un altro paese caucasico di importanza strategica, l’Azerbaigian, non a caso uno dei principali produttori di petrolio dell’ex Unione Sovietica.
A confermare tali voci sarebbero una serie di importanti iniziative promosse di concerto tra le autorità azerbaigiane e la NATO, culminate nell’organizzazione nella capitale azerbaigiana, il 6 maggio, di una importante conferenza internazionale dal titolo “NATO-Azerbaigian: valutare il passato, per guardare al futuro”.
In tale occasione, il segretario generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer, intervenuto in video-conferenza, ha voluto rimarcare l’eccellente stato delle relazioni con le autorità di Baku, dichiarando la piena disponibilità ad espandere ulteriormente la collaborazione sul piano della sicurezza regionale e del coinvolgimento del paese nelle “operazioni di pace” dell’organizzazione atlantica.
In maniera ancora più esplicita, i dirigenti azerbaigiani intervenuti alla conferenza, sottolineando come si stia aprendo “una nuova era nelle relazioni con la NATO”, hanno avanzato la candidatura del proprio paese alla completa integrazione nelle strutture militari e politiche dell’alleanza, in considerazione del fatto che sono “la posizione geografica stessa dell’Azerbaigian e il suo ruolo strategico a giustificare il diritto a far parte della NATO”.
Per parte sua, il rappresentante della Turchia, Hikmet Cetin, non ha mancato di evidenziare “il ruolo-chiave che Ankara svolge nell’assicurare l’adeguamento delle forze armate azerbaigiane agli standard richiesti dalla NATO”, e ha aggiunto di “credere che tale cooperazione continuerà”, come nel caso dell’Afghanistan dove i soldati azerbaigiani operano direttamente all’interno del contingente turco, “fino alla piena integrazione nella NATO come membro di diritto”.
Sempre il 6 maggio, in non casuale coincidenza con lo svolgimento della conferenza della NATO a Baku, la segretaria di Stato USA, H. Clinton, ha significativamente ricevuto una delegazione ad alto livello del governo azerbaigiano, dichiarando che anche la nuova amministrazione Obama è pienamente consapevole del fatto che “la posizione strategica dell’Azerbaigian riveste una rilevante importanza sul piano regionale e globale” e offrendo alla repubblica ex sovietica l’appoggio statunitense a una sua “crescente assunzione di responsabilità nella gestione delle più importanti questioni”.
Nel frattempo, a testimoniare l’interesse degli USA all’intensificazione delle relazioni NATO-Azerbaigian, fervono i preparativi per una conferenza, che inizierà a Washington il 14 maggio per iniziativa della “Jamestown Foundation”, dal titolo emblematico: “L’Azerbaigian e l’Occidente: una collaborazione strategica all’incrocio dell’Eurasia”.
Fonte: http://lombardia.indymedia.org/
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