4 marzo 2009

OBAMA DIFENDE IL SUO "GUANTANAMO" IN AFGHANISTAN

di James Cogan

L'amministrazione di Obama ha insistito sul fatto che i prigionieri, che sono detenuti indefinitamente senza alcun giudizio in una prigione Usa nella base aerea di Bagram, in Afghanistan, non hanno nessun diritto di impugnare nè la loro detenzione nè il trattamento che subiscono dai tribunali degli Stati Uniti.
Venerdì 20 febbraio, in un caso, presentato nel tribunale del distretto federale di Bagram, da quattro denenuti, il Dipartimento di Giustizia di Obama ha mantenuto il proclama dell'amministrazione Bush e cioè che gli uomini erano "combattenti nemici" e che i tribunali degli Usa non avevano giurisdizione in questi casi. "Dopo aver considerato la questione", ha scritto il vice procuratore, il Generale Micheal Hertz: "il governo aderisce alla posizione anteriormente articolata".
Dopo aver preso il potere, Obama ha cercato di riparare il danno che il centro di detenzione della Baia di Guantanamo aveva causato nell'immagine dell'imperialismo Usa. Aveva annunciato la sua chiusura e aveva dichiarato pubblicamente: "Noi non torturiamo". Adesso, la posizione reale della sua amministrazione è chiara. Mentre gli ipotetici "sospetti di terrorismo" non soffrivano più maltratti a Guantanamo, i tribunali Usa hanno dichiarato finalmente che era territorio degli Stati Uniti sottomesso a supervisione legale, ma simili atrocità potranno essere compiute senza nessun controllo in Afghanistan e in molti altri luoghi.
Jonathan Hafetz ,dell'American Civil Liberties Union (Unione Libertà Civili Americane), ha commentato all' Associated Press: "Adesso hanno abbracciato (la casa bianca di Obama) la politica di Bush, e possono essere costruite delle carceri al limite della legge"
Dalle informazioni avute, il centro di detenzione di Bagram ha fermi almeno 600 prigionieri. Si sa che esistono altre prigioni Usa opertative in altre città afgane, come Kandahar, Jalabad e Khost. In queste prigioni i detenuti non sono mai portati di fronte ad un tribunale; non vedono nè ascoltano le ipotetiche prove contro di loro e non possono avere nessun avvocato. Lì sono mantenuti, sottomessi alla mercè dell'esercito degli Stati Uniti. Ricevono solo visite dai rappresentanti della Croce Rossa, che non hanno l'autorizzazione di informare circa le condizioni di vita che hanno.
In alcuni casi, inclusi gli uomini coinvolti nell'attuazione del tribunale federale menzionato all'inizio, i detenuti sono presi in altri paesi come " sospettatti di terrorismo" e dopo "consegnati" in Afghanistan. I quattro di questa causa, sono stati consegnati dallo Yemen, Tunisia, Tailandia e Pakistan. Uno di loro è detenuto senza nessuna accusa reale da 6 anni. Il governo britannico ha ammesso, la settimana scorsa, che aveva inviato due nazionali pakistani detenuti in Irak all'Afghanista perchè si "sospettava" che appartenessero ad un' organizzazione islamica.
La parte più consistente dei prigionieri in Bagram sono afagani, detenuti dall'esercito Usa perchè erano sospettati di appartenere alla resistenza armata contro l'occupazione iniziata dai talebani ed altri gruppi.
Questi "combattenti nemici" non sono protetti dalla Convenzione di Ginevra (prigionieri di guerra), che afferma: "non si potrà infligere ai prigionieri di guerra torture fisiche o morali nè alcun tipo di pressione per ottenere dei dati di qualsiasi genere. I prigionieri che si rifiutassero di rispondere non potranno essere minacciati nè insultati nè esposti a molestie di nessun genere".
Secondo un dossier delle Nazioni Unite sull'Afghanistan, pubblicato lo scorso febbraio, ex detenuti di Bagram hanno informato di essere stati ripetutamente sottomessi a interrogatori che includevano torture e maltrattamenti perchè rispondessero a domande o firmassero confessioni. Sono stati mantenuti in celle affollate con altri 15 o 20 uomini e più. Secondo la loro testimonianza, nei campi venivano usati tutti i tipi di metodi spregevoli usati in Abu Ghraib in Irak e a Guantanamo. A fine del 2002, due detenuti sono morti a Bagram dopo essere stati torturati fisicamente dal personale militare Usa.
Una volta che le agenzie di intelligence e l'esercito degliUsa hanno finito il loro lavoro con loro, inviano a una dozzina di detenuti perchè siano giudicati dai tribunali stabiliti dal governo afgano, burattino degli Usa. Un dossier del 2008, Human Rights First, descriveva questi giudizi così:
" Sotto le leggi afgane, i detenuti venivano accusati di delitti che comprendevano il tradimento e la distruzione di proprietà governative e minacce alla sicurezza dell'Afghanistan. I giudizi duravano dai 30 minuti ad un'ora e gli accusati erano sentenziati con pene di prigione da 3 a 20anni......senza che ci fosse qualche testimone presente, nè affermazioni extragiudiziali di testimoni che potesso sostenere le accuse e quasi nessuna prova fisica di tali accuse....Questi giudizi violano tanto la legge del procedimento criminale afgano che gli standards internazionali stabiliti per un giudizio giusto."
Quando gli avvocati difensori hanno protestato per la mancanza di prove, sembra che i pubblici ministeri abbiano risposto che l'esercito degli Stati Uniti non avrebbe detenuto all'accusato in questione se non fosse colpevole. Il mese scorso, i familiari dei detenuti hanno detto al Telegraph britannico che la maggior parte dei prigionieri erano stati detenuti in base a false testimonianze ed informazioni date da tribù rivali o nemici della famiglia.
Mentre l'amministrazione di Obama spedisce altre truppe verso l'Afghanistan, per assicurare gli interessi degli Usa in Asia Centrale, si preparano ad aumentare la capacità del centro di detenzione di Bagram. Sono stati destinati 60 milioni di dollari per ingrandire il campo che potrebbe contenere fino a 1.100 prigionieri. Centinaia di persone, dentro e fuori l'Afghanistan, spariranno nel buco nero legale creato da Bush e mantenuto adesso da Obama, in nome di una falsa "guerra contro il terrore"

Fonte: http://wsws.org/articles/2009/feb2009/bagr-f27.shtml

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

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