4 febbraio 2009

La Condanna Del Capitalismo



“C’erano banchieri che continuamente dicevano a Brasile, Ecuador, Venezuela, Paraguay, Uruguay e Argentina come dovevamo gestire i nostri soldi. Tutti quei banchieri adesso hanno chiuso la bocca. Così è intervenuto il presidente del Brasile, Inacio Lula da Silva, davanti alle oltre diecimila persone riunite in un centro congressi di Belem, sul Rio delle Amazzoni, in occasione del World Social Forum. “Erano quelli – ha continuato - che valutavano il rischio investimenti nei nostri Paesi, che valutavano se stavamo lavorando bene o male. Tutti quei banchieri adesso hanno chiuso la bocca, perché sono falliti per le cattive speculazioni”. A parlare insieme a Lula c’erano anche i presidenti di Venezuela (Hugo Chávez), Bolivia (Evo Morales), Ecuador (Rafael Correa) e Paraguay (Fernando Lugo). Ben cinque capi di Stato riuniti per questo Social Forum dal sapore latinoamericano. Un evento storico per un Forum che è nato “dal basso” e che vuole rappresentare una risposta al Forum economico di Davos. E se in Svizzera, dove quest’anno i grandi banchieri non si sono presentati, regna il pessimismo, a Belem la crisi economica è vista come l’ultimo fallimento della globalizzazione. “Il mondo più avanzato – ha insistito Lula - ci diceva quello che dovevamo fare, loro sembravano infallibili e noi incompetenti. Ci hanno venduto il concetto che lo Stato non poteva nulla e che il mercato avrebbe garantito lo sviluppo dei nostri Paesi. Oggi questo mercato è crollato per la mancanza di responsabilità e di controllo”, ha aggiunto il leader brasiliano, criticando duramente “l’irresponsabilita degli yuppies di Wall Street”. Tutti e cinque i presidenti presenti a Belem hanno avuto rapporti tesi con gli Usa e l’amministrazione Bush. In particolare Chávez, che ha sottolineato le responsabilità dell’“Impero” e del capitalismo americano, sottolineando la necessità di “passare all’offensiva”. Dello stesso avviso Morales, secondo cui “se i popoli del mondo non saranno capaci di seppellire il capitalismo, sarà il capitalismo a seppellire il pianeta”.
“Il vecchio socialismo – ha detto l’ecuadoriano Correa - è entrato in crisi perché non ha mai cercato di superare le vecchie basi del capitalismo e cioè il consumismo, lo sviluppo ad ogni costo, l’impostazione bellica. Il nuovo socialismo – ha aggiunto - vuole superare questi limiti”. Correa, secondo cui a Davos si stanno studiando soluzioni “nate morte”, ha affermato che a Belem è riunito “un altro mondo, che vuole porre fine all’ingiustizia del debito estero”, e ha poi spiegato come il suo Paese abbia deciso di “resistere al neoliberismo rompendo con questo modello di sviluppo”, sottolineando la necessità di una “nuova architettura regionale” per i Paesi dell’America Latina.
Ferdinando Calda

Fonte: Rinascita

Nessun commento:

Posta un commento

Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada

Non sono consentiti:
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)