9 dicembre 2008

UNA VOCE DAL NULLA



La fame, la mancanza d'acqua, l'inquinamento, la morte di questo pianeta metteranno ognuno di noi dinanzi alle proprie responsabilità.
Queste possono sembrare parole catastrofiche, ma sapete anche che non è così, possono sembrare parole già sentite ma fermatevi un attimo a riflettere.
Ogni mese che passa gli scienziati sono costretti a rivedere le stime sulle risorse residue del pianeta, sulla capacità naturale che ha la natura a rimpiazzarle, sull’innalzamento dei mari, sui cataclismi sempre più violenti, sul riscaldamento del pianeta, sulla migrazione dei popoli verso zone più ricche dal punto di vista del lavoro, lavoro necessario per poter comprare da mangiare, perché più il processo è critico più aumenta la velocità con cui avvengono i cambiamenti.
Tra un lasso di tempo sempre più breve, lo dicono gli eventi, segnato da un conto dalla rovescia che ci presenterà il pianeta, ogni essere umano che ha avuto la possibilità di cambiare il proprio tenore e di vita, si troverà dinanzi a quello che questo sistema consumistico ha generato.
Più consumismo ha generato più benessere apparente in chi lo ha usato, più ricchezza in chi lo ha prodotto e ha beneficiato degli effetti economici, più povertà, miseria, fame e carenza di risorse alimentari verso la maggioranza della popolazione mondiale che lo ha subito.
Oggi è ancora il tempo delle parole, dei dissensi, delle varie forme di proteste nei paesi la cui popolazione usa la parola “civilizzati” per loro autodefinizione, ma chi ha cambiato la propria vita per ridurre questo scempio? O chi è disposto a farlo?
Che lo si voglia o no, indipendentemente da tutte le decisioni che i governi potranno prendere in un futuro sempre più vicino, questo meccanismo si autodistruggerà senza che nessuna possa fare niente per fermarlo.
I cambiamenti da fare oggi comporterebbero una drastica trasformazione del tenore di vita di ogni persona, di una rinuncia all’accumulo di potere e ricchezza dei vertici politici ed economici che governano ogni singolo stato di questo pianeta.
Ci sono persone che combattono un governo oggi ed ieri combatteva il precedente, ci sono politici che hanno bisogno di nemici per rafforzare la propria immagine e uomini che hanno bisogno di nemici per credere nei propri ideali
In tutti paesi “civilizzati” ci sono dei governi che non sono espressione di una dittatura militare, consolidata da pochi, ma governi voluti dalla maggioranza della popolazione legittimati da votazioni, se si combatte questi governi spesso se ne aumenta il già ampio consenso popolare.
Quello che si troverà dinanzi la popolazione mondiale nei prossimi anni, molto probabilmente, sarà il più grande fallimento economico della storia dell’umanità affiancata da una devastazione del pianeta non controllabile negli effetti e nelle conseguenze.
Ed il più grande furto di risorse umane e naturali, di pochi ai danni della popolazione mondiale.
Ma ricordate che solo se cambia la mentalità di un popolo cambia il mondo perché contro un popolo è impossibile vincere.
Che sia esso un popolo che persegue un arricchimento personale dell’individuo o un popolo che cerca una distribuzione equa delle risorse su tutto il pianeta.
Secondo l’ultimo rapporto, gli affamati nel mondo sono nel 2008 quaranta milioni in più dell’anno scorso. Un sistema che aumenta la povertà nel mondo.
Quando entrate in un negozio disinvoltamente a fare un acquisto fermatevi un attimo e riflettete cosa state rubando e a chi, e cominciate a fare entrare nelle vostre idee, che un giorno sempre più vicine dovrete restituire quello che avete sfruttato degli altri popoli.
Quello che voi popoli “civilizzati” definite il Terzo mondo.

(Articolo inviatoci da Andrea Viperdi)

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