Urla di giubilo si sono levate al lieto annuncio: l’Unione Bancaria
Europea è finalmente cosa fatta. Dopo 17 ore di parto, lo strumento –
l’ultimo di una lunga serie – miracoloso che contribuirà a scacciare la
crisi è stato partorito a Bruxelles. “Si tratta di un passo fondamentale
per bloccare la spirale dei debiti”, ha annunciato entusiasta Van
Rompuy, seguito a ruota dalla Merkel, secondo la quale si tratta di “un
accordo dal valore inestimabile”. Di Valerio Valentini Byoblu.com In realtà quello che è stato
approvato dall’Ecofin è soltanto il primo, e più basilare, passo verso
una reale unione bancaria. E a frenare gli entusiasmi non siamo solo
noi, populisti e nazionalisti, ma addirittura Wolfgang Schauble, il
ministro dell’economia tedesco. Il quale, evidentemente senza prima
avvisare il capo del suo stesso governo, ha affermato al termine delle
riunioni:
“Ancora una volta abbiamo creato intorno a noi aspettative che
non potremo soddisfare, e questo è pericolosissimo”.
Ieri, Van Rompuy, Barroso e Schulz, rispettivamente il presidente del Consiglio europeo, il presidente della Commissione Europea e il presidente del Parlamento europeo, hanno ricevute per conto dell'Unione Europea, il Nobel per la Pace dal Primo Ministro norvegese. Curiosamente, la Norvegia, il paese che conferito il premio non appartiene all'UE, ma va bene. Ha colpito anche l'assenza di sei capi di governo dei 27, tra cui quella significativa di David Cameron, primo ministro britannico. DiGorka Larrabeiti Il discorso congiunto di Van Rompuy e Barroso era intitolato: "Dalla pace alla guerra: Una storia europea". Van Rompuy ha sottolineato che l'idea di Europa, ha sviluppato un' "arte del compromesso", Barroso, da parte sua, ha rilasciato due dichiarazioni utili da raccogliere: "[L'UE] è un nuovo ordine giuridico, che non si basa sul rapporto di forza tra le nazioni, ma sul libero consenso degli Stati di condividere la sovranità". E un po' più tardi, parlando della necessità di un'Unione più grande, rivela una chiave di lettura importante dell'atto: "Oggi uno dei simboli più evidenti della nostra unione è nelle mani di tutti. E' l'euro, la moneta della nostra Unione Europea". Già, l'euro. L'Euro e il suo salvataggio, grande mito magistralmente rivelato da Escif. Leggi tutto...
Le elezioni prossime e il nostro futuro visto da un economista inglese
Di Ambrose Evans-Pritchard*
L'opposizione della Cgil al governo Monti
Un aglosassone fuori dal coro. Mentre Financial Times e Wall Street Journal, hanno fatto un endorsement
per un Monti-Bis, Evans-Pritchard la pensa all'opposto, spiegando
perché l'Italia dovrebbe applicare una terapia opposta a quella suicida
di Monti. In termini pro capite l'Italia è una nazione
più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9mila miliardi) di
ricchezza privata. Ha il più grande avanzo primario di bilancio del
blocco G7. Il suo debito combinato pubblico e privato ammonta al 265%
del PIL, inferiore a quello in Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti
o Giappone.Per
l'indice del Fondo monetario internazionale il punteggio dell'Italia è
il migliore per "sostenibilità a lungo termine del debito" tra i
principali paesi industrializzati, proprio perché, sotto Berlusconi, ha
riformato per tempo la struttura del sistema pensionistico.«Hanno
un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario. Se c'è un
paese dell'eurozona che potrebbe trarre beneficio dall'abbandonare
l'euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l'Italia», ha detto
Andrew Roberts di RBS.
«I
numeri parlano da soli. Pensiamo che nel 2013, non si tratterà di
sapere quali paesi saranno costretti a lasciare l'euro, ma chi sceglierà
di andarsene».
Terminata positivamente l'operazione chirurgica durata 6 ore Di Tito Pulsinelli Selvas blog
Perchè le elites finanziarie
lo detestano tanto? E' lo statista che ha anticipato di un decennio il
cammino per mettere a salvo il suo Paese. Ha rimesso all'ordine del
giorno valori come la sovranità, preliminare
per recidere gli artigli con cui l'oligarchia finanziaria si appropriò
delle risorse strategiche di tutti venezuelani. Nel 1989, il
Venezuela ebbe la sventura di subire l'equivalente
dell'assalto frontale di cui è vittima oggi l'Europa meridionale. La
depredazione era motivata dalle medesime ideologie onnivore, confiscatorie, finalizzate a trasferire a "controllori esterni"beni, risorse, autonomia e poteri istituzionali, propri delle nazioni e delle democrazie. Chávez è il prodotto della sintesi tra le sollevazioni popolari spontanee
del febbraio del 1989, dilagate in tutte le principali città
venezuelane -debellate con il fuoco delle armi dal governo-protesi del
FMI e USA- e la ribellione del 1992 di quei militariutilizzati come cecchini contro i cittadini. Altro che golpe! Presero il controllo pieno delle cinque maggiori regioni,
con la partecipazione di almeno 8000 soldati. Il movimento bolivariano è
la ricomposizione della forza tellurica dei saccheggi, della sommossa
popolare e della ribellione organizzata dei sottufficiali. In esso
confluiscono le energie dell'equità socialee quelle della sovranità,
Ieri è stata una
giornata di fibrillazione e passione in Italia: tutti gli occhi degli
analisti, degli opinionisti e degli organi di informazione erano puntati sull’andamento
dello spread, che dopo essere sceso nei giorni scorsi intorno ai 300
punti base, è risalito sopra quota 350 punti base. L’indice di Piazza Affari è crollato
di -2,21%. I titoli bancari sono andati a picco. L’Italia si è avvicinata di
nuovo pericolosamente al cosiddetto baratro. Visi preoccupati dappertutto,
catastrofismo a fiotti, paura sparsa a piene mani e raffiche di dati allarmanti.
Persino il Vaticano ha ritenuto
opportuno pronunciarsi, per bocca del Presidente della Conferenza Episcopale
Italiana Bagnasco: “La casa brucia.
Irresponsabile chi pensa a sé. Non si possono mandare in malora i sacrifici di
un anno. Monti? Errore non avvalersene in futuro”.
Ma cosa è accaduto di così straordinariamente minaccioso per l’Italia?
Come mai la propaganda di regime italiana si è mossa all’unisono con tanta
aggressività e compattezza? E’ accaduto un fatto normalissimo. Uno dei partiti
di maggioranza, il PDL, che
appoggiava il governo dei banchieri
guidato da Monti ha avuto l’insolenza di dire la verità: tutti i dati
economici, dal PIL, all’occupazione, alla produzione industriale, ai consumi, ai risparmi, al debito pubblico,
alla pressione fiscale sono
peggiorati dopo un anno di governo Monti, e quindi il PDL ha preferito non
garantire più il suo sostegno incondizionato. Cosa c’è di tanto strano in tutto questo?
Le parole d'ordine sono "no ai populismi", "no ai nuovi nazionalismi".
Lo ripetono tutti, a pappagallo, dal presidente del Consiglio uscente
al Pd, fino a tutti i Pigi Battista dell'italica carta inchiostrata.
Chiamano populismo e nazionalismo tutto ciò che non rientra nei loro
piani, nel loro diktat di progressivo impoverimento e di spillaggio
della sovranità. L'asse PD-SPD, la nuova "internazionale" del "Ce lo chiede l'Europa", non ha dubbi e agisce in modo fascista sulle idee diverse. Cominciamo allora a mettere i puntini sulle "i". Non è l'Europa che ce lo chiede: ce lo chiedono loro.
Il che non suona esattamente allo stesso modo, right?
L'Europa non esiste, dunque non ha un pensiero, un volto, e soprattutto
non parla. Facendola assurgere a divinità, a oracolo che si esprime
attraverso teoremi e parametri (e si è visto come li stabiliscono),
si tenta di annichilire ogni obiezione, ogni possibilità di critica,
esattamente come nessun fedele contesterebbe un messaggio spirituale
ricevuto dalla Madonna in persona e pervenuto attraverso le labbra di
una veggente.
Suddetta frase farà storcere il naso a molta molta gente, ne sono sicuro
ma non mi importa, anzi, mi rivolgo soprattutto a coloro i quali vedono
nella bandiera blu con le stelline la salvezza dei nostri mali. Lotta di classe internazionale, unione di popoli, moneta forte,unico
modo per mettersi a confronto con le altre potenze mondiali (ed altri
mantra dei salottini tv), perdonate la mia volgarità, sono solo e
soltanto cazzate.
Siete stati ingannati dalla stampa, dalla tv e persino dalla scuola che
ha indottrinato in tempi non sospetti futuri uomini che credono in
qualcosa di estremamente sbagliato.L'europa è stata voluta da esseri che bramavano il potere e il dominio, massoni in un sol termine.Chi progetta nell'ombra desidera il successo personale a scapito della
collettività, se cosi non fosse esporrebbe i propri progetti alla luce
del sole.Se questa unione fosse cosa buona e giusta perchè non spiegarci nel dettaglio cos'è?
Se gli italiani non si desteranno immediatamente dal cupo torpore che li
paralizza, il sofisticato piano di sterminio neo-nazista in atto
trionferà definitivamente spargendo miseria e dolore per i prossimi
cento anni. La democrazia è già di fatto svuotata. Se i candidati, belli
o brutti che siano, non sono graditi alla speculazione finanziaria
internazionale, parte subito il ricatto dello spread. I mostri governano
con la paura. Milionari a pancia piena e senza scrupoli che chiedono
impunemente sacrifici a pensionati al minimo, a disoccupati invecchiati,
a famiglie al collasso. I nostri leader la credibilità in Europa se la
giocano sul sangue degli ultimi. Per essere riconosciuti dall’Europa
che conta bisogna dare prova di avere gettato nella disperazione un buon
numero di allocchi pronti a difendere “l’onorabilità” dell’Italia. Il Moralista Viviamo
all’interno di un contesto socio-culturale palesemente mafioso. I boss
di stanza a Bruxelles osservano imperturbabili i picciotti di periferia
pronti a scalare la gerarchia criminale a suon di manovre recessive e
“fucilazioni” mirate. La scala dei valori è invertita. Chi lavora per il
benessere sociale del proprio popolo è un “irresponsabile”, “un
pericolo per i mercati”, “un populista demagogo”. Leggi tutto...
Due autorevoli voci si sono nuovamente levate a denunciare l'illegalità e
il carattere antidemocratico dell'Unione Europea: il prof. Karl Albert
Schachtschneider in Germania e il prof. Giuseppe Guarino in Italia. Guarino
ha denunciato non solo la dannosità del Fiscal Compact, ma anche la sua
inapplicabilità. La denuncia dell'illustre giurista, anticipata in
occasione della conferenza internazionale dello Schiller Institute e
pubblicata successivamente su Milano Finanza del 28 novembre, "ha subito
generato moltissime reazioni in ambito accademico e in Senato", dove si
è discussa la legge di Stabilità, scrive il quotidiano milanese. Movisol Nell'articolo,
che riassume uno scritto più corposo, Guarino dimostra che la
Commissione Europea e non la Germania è stata la forza trainante dietro
tutte le iniziative e le leggi di pareggio di bilancio, e che il regime
imposto dal Fiscal Pact è inapplicabile. Viene sottolineato il fatto
incontrovertibile che lo stesso Trattato del Fiscal Compact stabilisce
(Art. 2,1 e 2) che "il presente trattato si applica nella misura in cui è
compatibile con i trattati su cui si fonda l'Unione europea e con il
diritto dell'Unione europea". Poiché il diritto vigente dell'UE è l'Art.
126 del Trattato di Lisbona, che stabilisce la legittimità del deficit
al 3%, la regola del Fiscal Compact non è applicabile. Leggi tutto...
A questo punto inizio provare simpatia per lui.Avevamo appena
finito di seppellirlo, e lui già si ripresenta con lo stesso entusiasmo
di un ragazzino che si affaccia per la prima volta sulla scena politica,
convinto di poter cambiare il mondo solo perché lui ha capito tutto
della vita.A questo punto non importa più chi c'è dietro e chi
c'è davanti, chi c'è sotto e chi c'è sopra, con chi finirà per allearsi e
chi invece farà combutta contro di lui: tutta quella è politica, la
solita vecchia politica inutile che finirà nel solito vecchio modo
inutile.
Ma a questo punto qui c'è l'uomo che prevale su tutto.
Qui c'è un uomo che ha saputo capire la profonda natura degli italiani,
ed ha saputo approfittarne proprio per il fatto di essere italiano come
loro.
Una cosa è dire "gli italiani sono dei provinciali,
presuntuosi e paraculi, me ne vado da questo paese dei fichi secchi",
detto con la evve moscia mentre ci si sistema l'orologio d'oro sul
polsino della camicia. Un'altra è dire"gli italiani sono dei
provinciali, presuntuosi e paraculi, adesso me li inchiappetto tutti
perchè sono fatti esattamente come me."
Quando, nel 1982, Menahem Begin pronunciò queste atroci parole alla Knesset, il parlamento di Israele, i suoi colleghi deputati calorosamente applaudirono alla perspicacia del suo giudizio. Non era il primo, anzi era in larga compagnia, a dimostrare il suo disprezzo per gli esseri umani originari dei paesi conquistati. Era già una buona cinquantina d’anni che i dirigenti sionisti consideravano i Palestinesi come dei “subumani”. Chaim Weizmann, primo presidente di Israele, non aveva esitato, per esempio, a dichiarare:
“I Britannici ci hanno detto che qui ci sono centinaia di migliaia di negri privi di qualsiasi principio e valore”
Yizhak Shamir, da primo ministro, allo stesso modo proclamava la sua più alta considerazione dell’essere umano: “I Palestinesi saranno schiacciati come cavallette ... le loro teste mandate in frantumi contro i massi e i muri!” Dal canto suo, già dieci anni fa, Ehud Barak metteva in guardia la popolazione israeliana che “I Palestinesi sono come i coccodrilli, più dài loro carne, più costoro ne vogliono” (Jerusalem Post del 30/8/2000) Leggi tutto...
I centomila greci che avevano occupato piazza Syntagma davanti al
Parlamento non sono riusciti ad impedire l’approvazione dell’ennesima
manovra “lacrime e sangue” imposta alla Grecia dalla cosiddetta “troika”
(Ue, Bce e Fmi). Si tratta di un pacchetto di misure di austerità che,
in cambio di 31,5 miliardi di euro, «abolisce tutti i bonus extra per
pensionati e dipendenti statali, introduce nuovi tagli sino al 25% alle
pensioni e allo stesso tempo riduce sino al 27% i cosiddetti “stipendi
speciali” (polizia, magistratura, forze armate, personale medico degli
ospedali statali, docenti universitari, diplomatici) fino al 27%, mentre
spiana la strada per il licenziamento di 2.000 statali e l’abolizione
della previdenza sociale fornita dallo Stato»(1). Stato&Potenza Come possa il piccolo
Paese europeo imboccare la strada del risanamento e della crescita
sprofondando nell’abisso della recessione e della miseria non si riesce a
capire. Ma quello che più stupisce è che ancora non ci si renda conto
che si è in presenza non di una crisi congiunturale, bensì strutturale,
tanto che forse non si può neppure definire ciclica se ci si riferisce a
Paesi che corrono seriamente il rischio di vedere scomparire il proprio
apparato produttivo e con esso qualunque forma di sovranità.
L'Europa non si sta dirigendo solo verso un'altra
recessione. La verità è che l'Europa si sta dirigendo verso una
devastante depressione. L'economia dell'UE è in realtà più grande
dell'economia degli Stati Uniti, e sta crollando davanti ai nostri
occhi. Le cose continuano a peggiorare in Europa, eppure in qualche modo
le autorità europee continuano ad insistere sul fatto che tutto andrà
"bene". Beh, niente va "bene" in Europa in questo momento. La
disoccupazione nella zona euro ha appena raggiunto un altro nuovo
livello record. In alcune nazioni d'Europa, il tasso di disoccupazione è
già nettamente superiore a qualsiasi cosa gli Stati Uniti abbiano
sperimentato durante la Grande Depressione del 1930.
I funzionari in
tutta Europa stanno cercando di tenere insieme il sistema finanziario
europeo con del nastro adesivo e la preghiera, ma potrebbe cadere a
pezzi da un momento all'altro. L'Europa ha un sistema bancario molto più
grande di quello degli Stati Uniti, per cui quando si verificherà un
crollo finanziario in Europa, interesserà l'intero globo. Purtroppo, la
maggior parte degli americani non prestano molta attenzione a gran parte
di tutto quello che sta accadendo in Europa. Tendono a pensare che gli
Stati Uniti sono il centro dell'universo e che fino a quando staremo
bene noi tutto andrà bene. Beh, tutte quelle persone che non stanno
prestando attenzione devono svegliarsi. Tanto per cominciare, l'economia
degli Stati Uniti è sicuramente in declino.
Dopo l'11 09 2001 (autoattentato o no) nei media cambia
qualcosa, si passa dallo sfoggio dell'assoluta libertà e spensieratezza
all'oscurantismo dei costumi dove un tripudio di luoghi comuni
bombarderanno la mente di miliardi di cittadini ; la paura del diverso,
il timore delle armi di distruzione di massa fanno accettare alla gente
la perdita della privacy fino a creare il grande fratello orwelliano che
tutti noi viviamo quotidianamente.
Il 2008, natale della
recessione sistemica programmata globale, preannuncia anni difficili da
digerire per le fasce deboli della società ; la stampa ripeterà come un
mantra la dottrina del contenimento dei costi, dell'abbattimento delle
tutele lavorative e dell'insostenibilità della previdenza sociale
(quest'ultimo elemento è molto ma molto gradito ai big della finanza
speculatrice & scommettitrice delle altrui esistenze).
Come
una macchia d'olio si espande nelle "eSSoteriche" menti il think tank
dell'economia non più serva dell'essere umano ma dell'esatto opposto,
ovvero, si pone come unico obiettivo il riparare errori (commessi da
altri) anche a costo di sacrificare il proprio prossimo.
Ai più potrà sembrare strana o errata la mia ultima tesi ed a Voi farò una domanda:
Il governo olandese vuole consentire l’abbandono dell’euro ai paesi in
crisi con le regole dell’unione monetaria ed economica. Una svolta
annunciata da un’intervista del premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, a
“Süddeutsche Zeitung” e “Financial Times”, la prima effettuata dal
leader dei liberali dopo la formazione del nuovo governo. L’esecutivo
olandese, scrive il blog
di Gad Lerner, si è contraddistinto finora per essere uno dei più
fedeli alleati di Angela Merkel nella difesa dell’austerity come
politica economica per risolvere la crisi dei debiti sovrani. E
nonostante il recente cambio di maggioranza – al posto del centrodestra
ora i Paesi Bassi sono governati da un’alleanza tra liberali e sinistra
riformista – questa posizione non cambierà, almeno secondo Rutte. I
paesi dell’eurozona che sono in difficoltà con i programmi di austerità
però potrebbero lasciare la moneta unica, se lo volessero. LibreIdee Introdurre
una “clausola di rescissione” nel Trattato di Maastricht, che in realtà
vincola in eterno gli euro-ostaggi? La possibilità di creare una via
d’uscita dall’euro, secondo Lerner, è la proposta più importante
dell’intervista del premier olandese, che ha chiesto una modifica dei
trattati europei al fine di consentire questa facoltà.
« Un’idea che pare
fatta su misura per rendere meno traumatico l’addio alla Grecia, visto
che i governi del “fronte del rigore” – Germania, Paesi Bassi e
Finlandia – sono consapevoli che un taglio del debito produrrà una
ricaduta negativa sui loro conti pubblici, visti i crediti concessi ad
Atene ».
Vi
è una diffusa percezione che la crisi economica e finanziaria
nell'Unione europea (UE) in generale, e della zona euro, in particolare,
stanno mostrando la necessità di avere "più Europa", espressione
ampiamente utilizzata in ambienti politici e mediatici di diversa
sensibilità politica per definire la necessità di un sistema federale in
cui l'UE avrebbe alcune analogie con il governo federale degli Stati
Uniti (USA). La cancelliera tedesca, la signora Merkel, riluttante a tale possibilità
in passato, ha cambiato idea ed è in prima linea nella creazione di un
governo europeo che abbia un carattere federale.
Conseguenza di questa posizione è che il governo Merkel ha spinto perché
gli Stati membri dell'UE approvino nelle loro Costituzioni il Patto Fiscale (formalmente conosciuto come Trattato sulla Stabilità, Coordinamento e Governance nell'Unione Economica e Monetaria) in base
al quale gli Stati non potrebbero avere un disavanzo strutturale
superiore allo 0,5% del PIL. Il Patto di Stabilità e Crescita sollecita gli Stati ad avere un deficit pubblico inferiore al 3% del PIL.
Tale Patto Fiscale va oltre ed è un enorme, ripeto, un enorme attacco al settore pubblico di qualunque Stato
Mercoledì la Commissione Europea ha pubblicato un lungo rapporto in cui ha dichiarato il totale fallimento delle politiche economiche comunitarie:
l’Europa non è stata in grado di reagire con coerenza alla crisi, ha
lasciato che banche e finanza facessero i loro comodi ed ha permesso che
alcuni Paesi guadagnassero sulla pelle di altri Paesi. Perché mai la Commissione Europea si è lanciata in quest’accorata
ammissione di colpa? La motivazione appare subito chiara, sfogliando il
rapporto: l’incapacità di reagire alla crisi viene imputata alla “mancanza
di organismi direttivi al livello europeo” che possano agire
indipendentemente dalle “decisioni prese a livello nazionale” e “sulla
base di interessi esclusivamente nazionali”. Se siamo alla
canna del gas, insomma, è perché l’Europa è ancora eccessivamente debole
rispetto ai vari governi nazionali, che costituiscono un ostacolo
all’attuazione delle politiche di Bruxelles. L’unica soluzione, dunque,
è che a prendere le decisioni in tema di economia e bilanci non siano
più i parlamenti, ma direttamente loro. Quelli che hanno appena ammesso
di avere fallito.
Da qualche giorno sul web gira un articolo apparentemente innocuo e
ottimista ma che nasconde delle previsioni tutt'altro che positive...Si parla di un crollo della moneta unica e successivamente di una nuova Lira, nuova in quanto digitale. Molti subito obietteranno : "cosa c'è di strano?" A loro io rispondo : non solo è un qualcosa di "strano" ma di decisamente pericoloso!
Mi
spiego : fin da tempi non sospetti l'uso della moneta digitale viene
sponsorizzato come status simbol mentre l'uso del contante viene
etichettato come metodo antiquato, rischioso per un eventuale furto,
anti - igienico ed infine "sospetto" in quanto si associa la moneta
fisica ad evasione fiscale - riciclaggio ecc.
Un individuo
senza denaro è scollegato dalla società e non può assolutamente far
parte di essa dato che un semplice strumento di scambio come la moneta è
diventato una vera e propria merce.
Nel mondo occidentale la
privatizzazione dell'emissione monetaria rende il 99% della popolazione
succube del potere bancario ormai insediatosi nei punti nevralgici dei
massimi sistemi governativi, un potere che può spostare (meglio dire
"prestare") con un click miliardi in qualsiasi parte del mondo
appropriandosi della patria potestà delle masse ignoranti.
Nei giorni scorsi è stata riesumata la salma di Yasser Arafat, per
permettere ad un gruppo di esperti internazionali (francesi, svizzeri e
russi) il prelievo di alcuni campioni biologici sui quali svolgere una
serie di esami molto particolari. Si sospetta infatti che Arafat
non sia morto per cause naturali, ma sia stato in qualche modo
"avvelenato" - dagli israeliani, si presume - per liberarsi una volta
per tutte di questo ingombrante personaggio politico. Ufficialmente, Arafat è morto per le conseguenze di una "coagulazione intravascolare disseminata", o DIC, una grave patologia del sangue che risulta quasi sempre letale. Arafat
aveva iniziato a sentirsi male dopo aver consumato la sua cena, la sera
del 12 ottobre 2004, all'interno della sua residenza di Ramallah, dove
gli israeliani lo avevano tenuto prigioniero per oltre tre anni. Nelle
settimane seguenti Arafat continuava a vomitare, aveva forti dolori
addominali e diarrea, senza però avere febbre. Ma i dottori palestinesi,
egiziani e giordani che lo visitarono non riuscirono a scoprire la
causa del suo male. [...]