Ho letto con grande interessel'intervento di Daniela Salvini. Esso mi dà la possibilità di sviluppare una replica esaustiva e pertinente, tanto che credo che una critica serrata dell'articolo in questione possa costituire la base di una critica generale del progetto europeo. L'articolo, infatti, è un tale concentrato di errori, pregiudizi, luoghi comuni e fuochi fatui, diffusi in particolar modo a sinistra, che una sua efficace confutazione consentirebbe di minare alla base l'impalcatura di menzogne che ancora tiene prigioniera tante persone.
Muse, ispiratemi.
Partiamo con una citazione del testo di Salvini.
“L'euro, oggi, malgrado le vicissitudini della crisi mondiale e quelle legate alla situazione europea, mantiene una certa forza all'interno dei paesi dell'eurozona e più in generale nell'ambito internazionale. Le ragioni sono molto complesse e richiederebbero un discorso a sé. Accennerei però a quello che mi sembra il più influente. Essere moneta di riserva: la Cina, ad esempio, ma non solo, l'acquista e la tiene in alternativa al dollaro. Mantenere forte questa moneta potrebbe essere utile a svincolare l'Europa dal destino e dalla volontà dell'Impero.”
Un nuovo paradosso ci mette in allerta questa settimana. La vita di un combattente per la pace è stata troncata dalla violenza. Nella notte di Sabato 9 luglio è stato ucciso il cantautore argentino Facundo Cabral, che era in Guatemala per dare un concerto nella città di Quetzaltenango.
Ancora non si conoscono le cause del fatto, il paese centroamericano ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per l'evento che il presidente Alvaro Colom ha descritto come "codardo". Alcune fonti, tra cui il capo del Gabinetto di quel paese, Carlos Menocal, hanno collegato l'evento con la presunta relazione tra Achille Enrico Farina, un imprenditore che ha assunto Cabral e il riciclaggio di denaro nel cartello di Sinaloa.
Pierre Laurent, presidente del Partito della Sinistra Europea (PSE) e segretario nazionale del PCF, ha visitato martedì 5 luglio, Atene. Dà il suo parere a "l'Humanité Dimanche" sulla situazione.
HD - Perché è venuto ad Atene? Pierre Laurent. Abbiamo deciso di celebrare una riunione della presidenza del PSE, perché questa città è l'epicentro della crisi politica e sociale dell'Europa.Abbiamo voluto informare dal vivo sulla situazione intervistando sindacalisti e giovani attivisti del movimento di protesta e dare testimonianza della nostra solidarietà. Infine, abbiamo concordato di presentare proposte alternative al piano europeo.
HD - In che misura ciò che sta accadendo in Grecia, anticipa quello che succederà in Europa?
Ben presto le casse dello Stato nordamericano non avranno sufficienti risorse per pagare le pensioni. Questa situazione si potrebbe verificare ad agosto se la Casa Bianca e il Congresso non arrivano ad un accordo sull’aumento del livello di indebitamento.
Il presidente statunitense, Barack Obama, ha detto di non poter garantire il prossimo pagamento, il 3 agosto, delle pensioni a 27 milioni di persone. La ragione principale è la decisione pendente sul livello massimo di indebitamento del paese, decisione che sarà presa il 2 agosto.
“Non posso garantire che la pensione venga pagata il 3 agosto se non risolviamo il problema (del limite del debito pubblico). Al Tesoro potrebbe semplicemente mancare il denaro”, ha detto Obama.
A Washington appare sempre più drammatico il braccio di ferro fra Obama e i repubblicani – che in questo momento controllano il parlamento – sulla necessità di alzare il tetto del debito pubblico entro il 2 di agosto.
Se ciò non avverrà, la nazione americana andrà automaticamente in default, ovvero verrà dichiarata insolvente, con conseguenze che - dicono gli esperti – saranno “catastrofiche” per tutti.
Oliva è una barca con equipaggio internazionale che naviga nella acque palestinesi al largo di Gaza allo scopo di monitorare, documentare e rendere pubbliche le frequenti violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di occupazione israeliane nei confronti dei pescatori palestinesi. Essa è stata oggi attaccata con dei cannoni ad acqua dalle stesse navi da guerra sioniste che si proponeva di filmare.
Silvia Todeschini da Gaza
Libera Palestina
Le limitazioni di movimento unilateralmente imposte dalle forze di occupazione nei confronti dei pescatori palestinesi li costringono a non allontanarsi da riva più di 3 miglia marine. Gli attacchi però vengono portati avanti anche all'interno di questo limite, infatti Ruqaya, presente su Oliva al momento dell'attacco, afferma: "Quando ci hanno attaccato ci trovavamo a meno di 2 miglia marine dalla costa di Gaza. Li abbiamo visti sparare acqua ad alcune barche di pescatori così ci siamo diretti verso quell'area. Quando ci siamo avvicinat*, la nave da guerra ha abbandonato le barche dei pescatori e si è rivolta verso di noi. Ci hanno attaccat* per circa 10 minuti, seguendoci mentre noi ci dirigevano verso la costa ed infine rallentando quando ci trovavamo a circa un miglio da essa"
L'hanno definita una 'rivoluzione silenziosa' quella che ha portato l'Islanda alla riappropriazione dei propri diritti. Sconfitti gli interessi economici di Inghilterra ed Olanda e le pressioni dell'intero sistema finanziario internazionale, gli islandesi hanno nazionalizzato le banche e avviato un processo di democrazia diretta e partecipata che ha portato a stilare una nuova Costituzione.
Oggi vogliamo raccontarvi una storia, il perché lo si capirà dopo. Di quelle storie che nessuno racconta a gran voce, che vengono piuttosto sussurrate di bocca in orecchio, al massimo narrate davanti ad una tavola imbandita o inviate per e-mail ai propri amici. È la storia di una delle nazioni più ricche al mondo, che ha affrontato la crisi peggiore mai piombata addosso ad un paese industrializzato e ne è uscita nel migliore dei modi.
L'Islanda. Già, proprio quel paese che in pochi sanno dove stia esattamente, noto alla cronaca per vulcani dai nomi impronunciabili che con i loro sbuffi bianchi sono in grado di congelare il traffico aereo di un intero emisfero, ha dato il via ad un'eruzione ben più significativa, seppur molto meno conosciuta. Un'esplosione democratica che terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con se messaggi rivoluzionari: di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria, annullamento del sistema del debito.
Questa settimana vari analisti hanno osservato che nel 2016 l’economia cinese supererà quella statunitense. Questo secondo le ultime proiezioni del FMI, realizzate nella nuova versione d’aprile in base ai dati Prospettive dell’Economia Mondiale. Dal momento che mancano pochi anni all'arrivo del 2016, e siccome sarà la prima volta in oltre un secolo che gli USA non saranno l’economia più grande del mondo, questo sviluppo sarà oggetto di molte discussioni da varie prospettive.
In primo luogo consideriamo l’aspetto economico. La Cina ha avuto la crescita economica più veloce del mondo per tre decenni, crescendo 17 volte in più in termini reali (prendendo in considerazione l’inflazione) dal 1980. Bisogna evidenziare che la maggior parte di questa crescita record ha avuto luogo (1980-2000) mentre il resto delle economie in sviluppo erano messe male per l'attuazione dei cambiamenti di politiche neoliberali– liberalizzando il commercio e i flussi di capitale in modo indiscriminato, aumentando l’indipendenza delle banche centrali, con politiche fiscali e monetarie più restrittive (e tipicamente pro-cicliche) e anche l’abbandono di strategie per lo sviluppo previamente positive.
La Cina evidentemente non ha adottato questi cambiamenti politici, che furono promossi da Washington attraverso istituzioni come il FMI, la Banca Mondiale, e più tardi l'OMC
L'ex pilota di linea e istruttore di volo algerino Lotfi Raissi, ha appena pubblicato un libro in cui racconta come, nella notte tra il 21 e il 22 settembre 2001, la sua vita è diventata un incubo.Verso le 3:30, una squadra di poliziotti armati con fucili d'assalto, ha fatto irruzione nel suo appartamento alla periferia di Londra.E' stato arrestato con l'accusa di essere un luogotenente di Osama Bin Laden, organizzatore degli attacchi dell'11 settembre 2001, e di aver addestrato al volo i terroristi di Al-Qaeda coinvolti nell'attentato. Per l'FBI e l’MI5, è stato il capro espiatorio ideale: giovane, 27 anni, istruttore di volo e musulmano, anche se non ha nulla dell’islamista, e ancor meno del terrorista. Adesso ha triste primato di essere la prima persona perché coinvolta negli attentati.
Un nuovo ciclo di usura internazionale con la crisi finanziaria, questa volta a livello degli Stati, già comincia a proiettarsi dalla Grecia (attraverso i fondi di “riscatto”) a tutti i paesi della zona euro. Come meccanismo centrale, le banche e i gruppi usurai internazionali “riprestano” denaro agli Stati falliti (come fecero prima con le banche e le aziende private), si assicurano la capacità di pagamento con “le misure d’austerità” e alimentano la nascita di un’altra bolla, con la speculazione dei bond (emissione di debito degli Stati) nel mercato internazionale. Si tratta di un nuovo ciclo, dove il sistema capitalista si ristruttura e ricicla le sue crisi in nuove “bolle”.
Di Manuel Freytas
Riciclo dell’usura
L’operazione finanziaria con il “salvataggio” della Grecia non è altro che un grande business dell'usura con la crisi, questa volta fatto con uno Stato fallito e con il FMI e l’UE come strumenti esecutivi.
Il governo greco, in stato d’insolvenza per pagare il suo debito, chiede denaro (in cambio di obbligazioni) ed emette più debito. Cioè torna a indebitarsi per pagare il nuovo debito.
L’UE e la BCE (come intermediari e garanti), il FMI e gruppi d’usura internazionale rifinanziano lo Stato greco e attraverso un "adeguamento selvaggio" si assicurano che la Grecia paghi il suo debito riciclato con nuovi interessi usurari.
Il lavoro di Emmanuel Ratier è l’unica fonte a portata di mano del pubblico in generale per sapere cos’è Le Siecle, il club dell’elite che raggruppa le personalità più potenti di Francia. I testimoni che abbiamo potuto raccogliere e gli annuari interni che abbiamo consultato confermano tutto quello che Ratier pubblica nel suo lavoro. Si tratta, però, di un autore maltrattato dalla stampa e sebbene tutti i politologi usano i suoi lavori, nessuno osa citarli. Per sapere di più al riguardo niente di meglio che intervistare l’uomo che più ha studiato l’argomento.
I prestigiosi saloni dell’Automobile Club di Francia, nella parigina Place de la Concorde, di fronte alla sede dell’Assemblea Nazionale, sono il luogo di riunione, altamente protetto, dei membri del Club le Siecle.
Thierry Meyssan intervista Emmanuel Ratier.
Fino ad oggi esiste solo un libro su Le Siècle che lei ha scritto: “Au Coeur du pouvori, enquete sur le club le plus puissant de France” (Al Centro del potere: ricerca sul club più potente della Francia). Lei ora ha appena pubblicato un’edizione attualizzata e notevolmente ampliata di questo lavoro. Secondo lei perché è il solo a pubblicare qualcosa su questo argomento così importante?
I nostri colleghi giornalisti pensano che si tratti di un’organizzazione senza importanza, o, al contrario temono di indebolire il sistema mettendola allo scoperto?
Tutti i grandi media, come la stampa, la radio o la TV sono di proprietà o si trovano sotto il controllo dei membri di Le Siecle (Dassault, Rothschild, Bollorè, Arnault, Lagardere, ecc) oppure sono diretti da membri di Le Siecle.
Immaginate quale sarebbe la vostra reazione se il governo messicano accettasse di pagare 1.400 milioni di dollari a Barak Obama per schierare truppe statunitensi e veicoli blindati a New York, Los Angeles e Chicago per condurre operazioni militari, creare posti di blocco ed essere coinvolti in sparatorie che finiscono per causare la morte di 35.000 civili per le strade delle città americane.Se il governo messicano trattasse così gli Stati Uniti, voi lo considereste un amico o un nemico? Questo è esattamente il modo in cui gli Stati Uniti trattano il Messico, ed è così dal 2006.
La politica messicana del Nord America - l'Iniziativa Merida - è un incubo.Ha minato la sovranità del Messico, ha corrotto il sistema politico ed ha militarizzato il paese.Ha anche portato alla morte violenta di migliaia di civili, per lo più poveri.Ma a Washington non importa niente dei "danni collaterali" finché può vendere più armi, rafforzare il suo regime di libero scambio e riciclare più profitti della droga nelle sue grandi banche.
Più di 7.000 prigionieri politici affollano le carceri della Colombia.Essi vivono, in molti casi, in situazioni drammatiche.Questo è quanto ha denunciato l'avvocato colombiano Ramiro Orjuela durante il suo soggiorno in Svizzera nell'ambito di un tour continentale.
L'avvocato colombiano Ramiro Orjuel
Professore universitario e avvocato di detenuti politici, Orjuela coordina la difesa, tra gli altri, del giornalista svedese-colombiano Joaquín Pérez Becerra, il cui arresto e la rapida estradizione da Caracas a Bogotà nell'ultima settimana di aprile di quest'anno, sono stati in gran parte mediatizzati.
"La situazione delle persone detenute per motivi politici o di coscienza è una tragedia nascosta dai grandi mezzi di comunicazione nel mio paese", sottolinea Orjuela durante una recente sosta a Berna.
(Articolo aggiornato al 15.07.11, N.d.E.)Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d'oggi?
Allora perchè, se da un lato siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, dall'altro i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda? Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di bocciare le condizioni di pagamento del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, contestando l'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.
Fino ad ora, il trionfante ritmo dell’Inno alla gioia portava milioni di europei a sentirsi identificati con l’Europa, un continente di benessere, progresso, tradizione, cultura e giustizia sociale. Ma le note dell’inno ufficiale dell’UE cioè la versione del classico di Beethoven, comincia a portare reminescenze più appropriate alla marcia funebre di Chopin.
L’appartenenza all’Unione è ora fonte di tensione per gli abitanti dei noti paesi periferici (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia) che non vedono la fine della spirale di tagli sociali. Quello che l’Europa ha dato loro (miliardi di euro in fondi di coesione), adesso se li riprende con gli interessi, imponendo duri tagli chiamati, dicono, per salvare l’euro dalle grinfie dei mercati.
Un anno e mezzo dopo la prima ondata di adeguamenti (iniziata il 9 maggio 2010), l’Europaintraprende unsecondo tagliodi intensitàugualeo superiore allaprima. Ieri è stato il turno di Portogallo e l’Italia per più tagli e nel Regno Unito continuano le proteste per le misure approvate. Il Portogallo, l'ultimo salvato dai suoi partner, ha scelto di prendere la drastica misura di tagliare della metà la tredicesima a tutti i lavoratori che prendano uno stipendio al di sopra del minimo sindacale. Nessun paese era arrivato così lontano dato che i tagli, fino ad ora, erano stati imposti solo ai dipendenti pubblici.
Un viaggio nella Patagonia cilena, fra la natura selvaggia e incontaminata, dove un pool di multinazionali dell'energia, fra cui Enel, ha in mente un megaprogetto idroelettrico per portare energia alle industrie del nord. Un business milionario che distruggerà un ecosistema perfetto, mettendo a rischio la vita di tutti, abitanti compresi. Sedici minuti per capire il perché della campagna italiana "Patagonia senza dighe".
Prima presentazione nazionale di "Genuino Clandestino" (colore, 70 min) Ingresso libero - per chi vuole prenotare: genuino@insutv.it Il nuovo docu-film di insu^tv sui movimenti di resistenze contadine in Italia! Dopo "Una montagna di balle" Nicola Angrisano torna sul tema delladifesa della salute e dell'ambiente contro la speculazione e il potere della grande distribuzione e delle multinazionali. MERCOLEDI 6 LUGLIO ore 18.00 CINEMA MODERNISSIMO | sala 1
Via Cisterna dell'Olio - centro storico di Napoli
Interverrano gli autori e alcuni dei protagonisti.
I cosiddetti "salvataggi" dei paesi non sono destinati, come ci si potrebbe aspettare, per soddisfare le esigenze di una popolazione in difficoltà, ma perché il Paese "salvato" affronti il pagamento d’interessi su un debito contratto con istituzioni finanziarie senza scrupoli. Questi "aiuti" sono condizionati da misure di adeguamento che soffocano ancora di più la popolazione, e anche, nel caso della Grecia, a compromessi, come l'acquisizione di armi, che non fanno altro che aumentare il deficit. Il denaro dei nuovi prestiti finisce così nelle mani di chi ha causato la crisi e dei fabbricanti di armi. Non sono salvataggi, sono truffe in piena regola.
Intervista con Aris Hatzistefanou, ideatore di Debtocracy – Il documentario rivoluzionario e sovversivo sulla crisi finanziaria che ha sconvolto l’opinione pubblica della Grecia.
“Il nostro governo ci ha chiamato barboni, mangiapane a ufo, e coloro che ci hanno concesso prestiti ci hanno definito “PIIGS” *, proprio come tutti i paesi periferici dell’Unione europea. I nostri ministri hanno cercato di convincerci che ognuno di noi ha avuto una parte in questo”.
Non lasciatevi ingannare dal titolo, oggi tocca ai greci, domani potrebbe toccare a noi. Quindi, anche se non vi interessa niente dei greci, aspettate prima di andare oltre. L’avvertimento potrà sembrare superfluo, ma non lo è, perché la maggior parte della popolazione guarda con commiserazione ai poveri greci, ma pensa però che noi siamo più bravi e a noi non succederà.
Di Roberto Marchesi
Rinascita
Io ci andrei più cauto, non perché io sia più pessimista degli altri, ma perché in realtà sta già succedendo. Succede sempre e succede ovunque ormai. Solo che la gran parte di noi non riesce a vederlo, principalmente perché le nostre fonti di informazione non ce lo dicono.
Quello che le “nostre” fonti di informazioni ci fanno capire è che i Greci hanno fatto un debito enorme e adesso lo devono pagare.