21 settembre 2009

IL MICROSCOPIO DELLA DISCORDIA

di Marco Cedolin
Fra gli argomenti più dibattuti in rete nel corso delle ultime settimane, si può annoverare sicuramente la vicenda concernente il microscopio FEG-ESEM, usato fino ad oggi dal Dott. Montanari per gli studi sulle nanoparticelle e nanopatologie e donato, per decisione della Onlus Bortolani proprietaria legale dello strumento, all’Università di Urbino, privando di fatto lo scienziato modenese della possibilità di continuare nelle sue ricerche.

19 settembre 2009

PERCHE' IL CAPITALISMO FA LA GUERRA E NON L'AMORE


Contrariamente a quanto viene predicato da analisti e moderni sacerdoti pacifisti del sistema, l’ immaginario di realizzazione della civiltà imperiale capitalista non si basa sulla ricerca della (idilliaca) “pace sociale”, ma nella ricerca della (pragmatica) guerra militare come fattore primario di dominio e di controllo su scala globale. Il capitalismo fa la “pace” solo quando ha vinto la guerra.


di Manuel Freytas
manuelfreytas@iarnoticias.com


La “pace sociale” ( sostanza matrice del “sistema democratico” di dominio vigente) non sorge a priori come un obiettivo, ma come un risultato di successo del controllo militare sulle resistenze sociali che il sistema capitalista stabilisce per mantenere le sue strategie di sfruttamento dell’uomo per l’uomo e della concentrazione della ricchezza in poche mani.


“Fare l’amore e non la guerra”, è un mito pacifista che si sovverte nel il bisogno storico del sistema capitalista di lanciare guerre militari permanenti come metodo di conquista e appropriazione primaria dei mercati e delle risorse primarie per sostenere la sua struttura economica produttiva imperiale.


Il sistema capitalista (prodotto storico di dominio dell’uomo sull’uomo) non si alimenta della pace ma della guerra concepita come il primo scalino delle politiche e strategie di dominio (sostento nello sfruttamento economico) su scala globale.

Anzi, i propri processi storici hanno incorporato l’ “economia della guerra” (emergente dall’industria della guerra) come un segmento chiave dell’economia capitalista che in questo caso se collassa si porta via tutto il sistema a livello globale.



La guerra e il dominio

La storia dell’umanità, è la storia della conquista e della dominazione dell’uomo sull’uomo in diverse tappe e gradi di evoluzione trasformazionale che vanno dal semplice al complesso.

Il controllo degli avversari è alla base della dominazione, a livello dell’uomo e del suo ambiente circostante prima, e dei sistemi (politici, economici e sociali) che reggono le società, dopo.

Quando il primo uomo primitivo ha controllato e dominato attraverso la forza un altro uomo, stava stabilendo il principio del dominio dell’uomo sull’uomo che ha retto lo sviluppo di tutte le società imperialiste conosciute fino ad ora, e la cui massima espressione di sviluppo strategico si ha con il sistema capitalista.

La ricerca del controllo e del dominio, a sua volta, definiscono il carattere imperialista delle diverse civiltà (anche quella capitalista) che hanno segnato l’evoluzione ed il tracciato della storia dell’umanità a partire del dominio egemonico.

Le diverse “civiltà” nel corso della storia non sono state un prodotto della libera creazione dello spirito e della mente umana ma strategie emergenti e politiche orientate alla conquista (militare, economica, politica e sociale) delle classi più potenti sulle classi più deboli della popolazione umana.

La guerra, l’uso del controllo militare, la capacità di distruzione di massa, furono il fattore primario che ha reso possibile (per mezzo della conquista) a gruppi ridotti di individui (le “classi dominanti”) di imporre la loro volontà sulla maggioranza e le condannasse alla servitù e alla schiavitù.

Dall’antichità, passando da Grecia e Roma fino al “sistema capitalista”, le guerre furono strumenti strategici (chiave) per la costruzione di diversi sistemi di dominio basati sul controllo di massa delle popolazioni per concentrare (attraverso lo sfruttamento del lavoro sociale) potere e ricchezza economica.

Storicamente, i “ricchi” (la concentrazione del potere economico) non sono nati sotto un cavolo ma sono il risultato evolutivo e trasformazionale del dominio dell’uomo sull’uomo (il controllo ed il dominio sui “poveri”) che riposa in ultima analisi nella concentrazione del potere militare e nella capacità di fare la guerra.

Se gli Stati Uniti non contassero con la macchina nucleare militare del Pentagono, cinque flotte (aerei, barche e sottomarini) con potere nucleare e 800 basi militari distribuite in tutto il pianeta con la capacità di distruggere varie volte la terra, la loro potenza imperiale economica finanziaria non avrebbe potuto esistere.

Il dollaro non è la “moneta patrona” del sistema capitalista per meriti propri ma perché dietro di sé si incolonna il potere nucleare militare degli Stati Uniti che opera da gendarme armato per sostenere il sistema.

In uno scenario sempre mutante e costante, le guerre (imperiali) si sono evolute dalla colonizzazione militare alla colonizzazione dei cervelli, senza perdere il loro obiettivo primario di conquistare e controllare per dominare.

Per questo la dinamica funzionale della storia umana (in tutte le sue fasi) è retta dalle strategie di controllo e dominazione, sviluppate attraverso le guerre imperiali.

E contrariamente a quanto predicano i moderni “pacifisti” ad oltranza, le guerre non si fanno per uccidere ma si fanno per controllare e dominare. I massacri militari non sono un obiettivo a priori ma il risultato dell’obiettivo a priori della ricerca del controllo e del dominio militare.

Cioè, in primo luogo, e d’accordo a quanto sorge come prova di fatto e statistica di qualsiasi studio strategico, le guerre imperiali non si fanno per uccidere ma per controllare e dominare.

In secondo luogo, la distruzione materiale e i genocidi umani che le guerre producono ( guerre di controllo imperiale) sono conseguenza della ricerca del controllo e del dominio su un avversario che si oppone, e non al contrario.

Quindi, le guerre (di conquista imperiale) non si pianificano per uccidere ma per appropriarsi di un obiettivo strategico seguendo la motivazione imperialista centrale di controllare per dominare, e il suo concetto di applicazione va da territori fino a società e uomini.

Ogni azione di dominio dell’uomo sull’uomo (implicita nella guerra di conquista imperiale) ha alla base un assioma strategico: per dominare, prima bisogna controllare con la guerra.

Chi pianifica una guerra di conquista non lo fa per distruggere ma lo fa con l’obiettivo strategico di controllare e di dominare bersagli da far propri, tracciati dapprima, siano territori (guerre militari), risorse economiche e mercati (guerra economica), paesi e società (guerre sociali) o menti (guerre psicologiche).

Contrariamente a quanto crede la maggior parte,il buon esito delle guerre non si misura dalla distruzione militare, ma dall' aver raggiunto gli obiettivi con il minor costo di distruzione o di vite umane.

Vale come esempio l’operazione militare Piombo Fuso che Israele ha lanciato su Gaza lo scorso gennaio, lanciata per controllare e /o sterminare Hamas ma finì in una sconfitta e in un fallimento internazionale per lo stato ebraico a causa del massacro di civili innocenti e la distruzione di infrastrutture nella quale sboccò.


La guerra per altre vie.

Dalla preistoria ai giorni nostri, tutte le civiltà dominanti si sono servite della guerra imperialista per controllare e dominare.

A) Territori (conquista territoriale) = Controllo politico


B) Risorse naturali ( conquista di risorse) = Controllo economico


C) Società (conquista delle società) = Controllo sociale

D) Individui (conquista delle menti) = Controllo ideologico

Gli imperi antichi (Grecia, Roma) erano solo arrivati alla conquista territoriale (guerra militare) e alla conquista delle risorse (guerra economica) e avevano appena toccato il primo gradino della guerra sociale (conquista della società), imponendo le loro lingue o le loro fedi religiose nei territori conquistati (caso del latino con Roma o caso della religione cattolica con gli imperi del Medio Evo).

Con l’Impero del sistema capitalista, la guerra per il dominio ed il controllo completa il ciclo evolutivo con la guerra sociale (conquista delle società) e la guerra psicologica (conquista delle menti).


Questo aspetto della guerra per il controllo ed il dominio delle società e delle menti, è reso possibile con l'avvento della Rivoluzione Industriale nel XIX secolo, che ha portato alla Rivoluzione Tecnologica e Informatica del XX secolo.

Significa che la guerra per il dominio ed il controllo delle società e delle menti si è prodotta solo a partire dell’interazione funzionale della tecnologia mediatica (mezzi di comunicazione) e dell’informatica (elettronica e computer) orientata ad un obiettivo di controllo e di dominio attraverso una strategia di comunicazione.

Questi tre fattori (mezzi di comunicazione, elettronica ed informatica e strategie delle comunicazioni) hanno reso possibile che la guerra per il controllo ed il dominio imperiale capitalista toccasse il suo picco massimo di sviluppo strategico: La Guerra di Quarta Generazione.



Perché il capitalismo non può prescindere dalla guerra militare.

Lo sviluppo tecnologico ed informatico, la globalizzazione del messaggio e le capacità d’ influenzare l’opinione pubblica mondiale hanno convertito la Guerra Psicologica mediatica nell’arma strategica dominante della 4GW (Guerra di Quarta Generazione), alla quale si aggiunge una variante “controterrorista” dopo gli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti.

In questo modo la Guerra Psicologica (con la sua variante la “Guerra Controterrorista”) costituisce la spina dorsale strategica della Guerra di Quarta Generazione, con i mezzi di Comunicazione convertiti in nuovi eserciti di conquista.

La Guerra Psicologica definisce la fase superiore delle strategie di controllo e di dominio provate fino ad ora dai sistemi imperialisti (dominio dell’uomo sull’uomo) che si sono succedute fino ad arrivare al sistema capitalista.


E perché in questa fase avanzata di controllo sociale senza l’uso di armi il capitalismo non può prescindere dall’uso della guerra militare?


Per tre ragioni precise che la giustificano:

A) Le guerre e i conflitti militari alimentano i complessi militari e l’industria bellica (con fatturazione milionaria) costituita sul lato complementare del guadagno capitalista transazionale.


B) I conflitti intercapitalisti per il petrolio e le risorse strategiche primarie per la sopravvivenza futura delle potenze si risolvono solo in ultima istanza (e a livello di sviluppo) con la guerra militare.


C) Soltanto l’apparato e l’arsenale militare nucleare garantiscono effettivamente la sopravvivenza dello Stato imperiale e delle potenze centrali, che senza la supremazia del potere militare sarebbero inghiottiti e distrutti dal resto dei paesi che integrano il sistema a livello planetario.


Questa realtà di fatto, tra una moltitudine di fattori interattivi, spiegano perché il capitalismo (fino alla sua scomparsa) è centralmente determinato dalla guerra militare come fattore primario di dominio e di preservazione del suo sistema economico di sfruttamento dell’uomo sull’uomo.


In questo scenario, segnato dalle leggi e dalle contraddizioni della sua stessa sopravvivenza, il sistema capitalista è condannato a vivere in “guerra permanente” e, conseguentemente, c’è “pace” solo nel microchip installato nel cervello dei colonizzati mediatici che alimentano la ruota del dominio senza l’uso delle armi.


Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/contrainformacion/0051_capitalismo_guerra_amor_04agos09.html


Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

18 settembre 2009

UE: BARROSO LA SPUNTA DI NUOVO

di Andrea Perrone

Il fautore di politiche sempre più mercatiste, il portoghese José Manuel Barroso (nella foto), è stato riconfermato dall’Europarlamento, riunito in seduta plenaria, alla guida della Commissione Ue. La votazione è stata segreta e la maggioranza necessaria dei votanti era quella semplice così come previsto dal Trattato di Nizza, attualmente in vigore. Barroso è così stato eletto per un secondo mandato quinquennale nonostante la sua incapacità nel gestire l’attuale crisi economica che attanaglia il Vecchio Continente. I voti favorevoli sono stati 382, 219 quelli contrari e 117 gli astenuti.

Il non ancora ratificato Trattato di Lisbona prevede la maggioranza assoluta degli eurodeputati a 369 voti. Barroso ha ampiamente superato questa soglia anche se il trattato di Nizza, prevede che l’elezione del presidente della Commissione avvenga a maggioranza semplice. Le astensioni sono state comunque molto elevate nonostante le promesse fatte ai vari gruppi che siedono a Strasburgo dal presidente di Bruxelles per riottenere il mandato.
La Commissione europea presieduta da Barroso ha avuto in questi anni una sfumatura maggiormente neoliberista rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Inoltre non sono state fornite risposte ai problemi sociali che attualmente attanagliano l’Unione europea: danneggiata proprio dalla cosiddetta “libera circolazione di industrie e di capitali”.

Il processo neoliberista ha favorito così la formazione di aree industriali moderne negli Stati poveri dell’Europa dell’Est, con salari leggermente superiori rispetto alla media nazionale, ma con la presenza in questi stessi Paesi di un alto tasso di disoccupazione. In cambio - si fa per dire - di tutto questo si è verificata una caduta dei salari, il peggioramento dei diritti dei lavoratori, l’estensione della giornata lavorativa e della disoccupazione nei Paesi più sviluppati del continente europeo. Tuttavia dalla crisi iniziata alla fine dello scorso anno in alcune aree dell’Europa centro-orientale la situazione è nettamente peggiorata tanto da provocare, nei mesi scorsi, rivolte in Bulgaria, Romania e Stati baltici.

Fonte: http://www.rinascita.info/

17 settembre 2009

LISBONA, PROFANANDO I TEMPI

Referendum sul Trattato di Lisbona in Irlanda: Ancora?



di Manoel Santos


Il tempo gioca, con sorprendente freddezza, a favore del potere. Qualsiasi lotta cittadina senza distinzione affronta questo fattore insalvabile che sempre finisce con il proteggere gli interessi economici. Mantenere l’intensità di queste mobilitazioni sociali, per giuste che siano, durante un lungo tempo è impossibile per la cittadinanza, principalmente perché senza volerlo finanzia il suo nemico, che in questo modo ha risorse in abbondanza per proseguire fino lì. Fino a che cedano.

Un esempio di questo è quello che succede con il Trattato di Lisbona (1), una costituzione(2) travestita che deve essere approvata si o si, se è necessario- e lo è- passando sopra quella chimera della sovranità popolare, che in genere è sempre rispettata- almeno sulla la carta- durante 4 o 5 anni, quello che durano le legislature nei governi negli Stati Uniti. Ma in questo caso anche il tempo viene profanato.

Se nel 2005 i popoli della Francia e Olanda dopo una riuscita attività informativa dei movimenti sociali, sotterravano la “costituzione” europea, in meno di due anni, i capi di Stato e del governo dell' UE si sono visti legittimati per ritornare alla carica con il trucco del Trattato di Lisbona, ma questa volta senza dare voce alla cittadinanza. Non si sa mai. Ed i popoli, esausti, si sono zittiti. Se a giugno del 2008, gli irlandesi dicevano NO al citato Trattato, in meno di un anno, il potere rinnova il suo impegno e convoca una nuova consultazione per il prossimo 2 ottobre. Finchè non dicano SI. L’opposizione dei movimenti sociali e politici irlandesi che si oppongono al Trattato questa volta è stato molto debole. Era questione di tempo. Di poco tempo (3).

Tutto quello che circonda l’approvazione del Trattato di Lisbona (4) è una barbarie che sfiora la dittatura. E lo è perché se fosse spiegato minuziosamente alle persone e dare a questa il potere decisionale, il rifiuto sarebbe unanime. Nella sua concezione globale, il Trattato pretende soprattutto di entrare in profondità nell' UE ultraliberale, depredatrice, nella quale la crescita sia il grande obiettivo ( ART 3) e la competizione il principio guida (PROTOCOLLO 6), anche nel campo dei servizi pubblici (ART 86 e 87). Un' Europa che investe nella libera circolazione di capitali ( ART 56 e 57), che scommette, per mantenere la sua degna opulenza, per sottomettere altri paesi ai trattati del libero commercio (5) e militarizzata in cui il "sogno europeo", con aumento dei bilanci per le armi, potenziando la NATO e l’appoggio a questa con “attacchi preventivi”- dottrina di Solana- di così nefasto ricordo in qualsiasi luogo del pianeta (art 27 e 28). Ecologisti in azione (6) e reti come Seattle to Brussels (7) hanno buona documentazione e analisi su questi aspetti.

Nascondendo cinicamente qualsiasi tipo d’informazione alla cittadinanza, evitando qualsiasi tipo di dibattito e sprezzando la capacità di questa per mettersi davanti a decisioni che avranno conseguenze – gravissime- sulle vite delle persone, il Trattato è stato già ratificato dai 26 parlamenti degli stati membri, nonostante che i presidenti della Repubblica Ceca e della Polonia non lo abbiano ancora firmato, nell’attesa di quello che succederà in Irlanda il 2 ottobre, dato che è sorprendentemente l’unico Stato membro la cui Costituzione esige un referendum.

Per assicurarsi il “si” nella vecchia tigre celta – che è stato il primo paese europeo in entrare in recessione, e questo cambia il panorama totalmente- il Trattato include annessi che garantiranno a questo paese e solo a questo paese, che non sarà toccato dagli argomenti come l’aborto, la neutralità militare o il fisco. Così, a giugno del 2008 il 53 % degli irlandesi hanno detto di “NO” al Trattato, adesso i sondaggi danno un 46% a 25% a favore del “si”, nonostante che il “no” avanza e non si esclude una sorpresa. Ma lì c’è il tempo, perché finalmente vinca Lisbona.

1- Testo completo del Trattato: http://europa.eu/lisbon_treaty/full_text/index_it.htm
2- Trattato che istituisce una costituzione per l'Europa: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/cg00087-re02.es04.pdf
3- http://tratadolisboa.blogspot.com/
4- http://europa.eu/lisbon_treaty/index_it.htm
5- Santos, Manoel. Parar a Europa Global. http://www.altermundo.org/content/view/1899/411/
6- http://www.ecologistasenaccion.org/spip.php?article10899
7- http://www.s2bnetwork.org/
8- Yuste Cabello, Chesús. http://www.rebelion.org/noticia.php?id=91148&titular=el-s%ED-a-lisboa-retrocede-aunque-ganar%EDa-

Fonte: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=91516&titular=lisboa-profanando-los-tiempos-

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa



16 settembre 2009

ASPETTANDO LA SECONDA ONDATA DELLA CRISI

di Domenico Moro

Il signor Thomas Mirow deve essere un menagramo di professione o quantomeno un inguaribile pessimista. Secondo Berlusconi, “uomo del fare” e inguaribile ottimista, la crisi si sarebbe ormai “sfogata”, come una febbre seguita ad un fastidioso raffreddore, mentre la borsa di Wall Street, dopo i crolli del 6,3% e del 5,5% del Pil rispettivamente nel quarto trimestre 2008 e nel primo trimestre 2009, accoglie con giubilo il terzo calo consecutivo, nel secondo trimestre 2009, che è “solo” dell’1,5%, tanto da parlare di una prossima uscita dalla crisi.

Il signor Mirow, che non è uno qualsiasi ma è il presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, ha invece avvertito venerdì scorso i paesi dell’Europa dell’Est che è possibile l’arrivo di una seconda ondata della crisi finanziaria. Mirow ha messo, con la sua dichiarazione, il dito sulla piaga purulenta che continua a infettare l’economia europea e mondiale.

Infatti, i paesi dell’Europa orientale, già scossi duramente dalla prima ondata della crisi (tanto da aver già ottenuto dal Fondo Monetario internazionale prestiti consistenti per evitare la bancarotta), stanno facendo fronte ad una vorticosa crescita dei fallimenti societari e dei crediti insolventi, che potrebbero destabilizzare il loro traballante sistema bancario. I crediti insolventi sono raddoppiati nell’ultimo anno in Turchia, Romania, Ucraina e Albania. In Romania, in particolare, le banche non riescono più a percepire interessi dall’8% dei prestiti accordati.

In Turchia i crediti insolventi sono il 5%, mentre i fallimenti delle carte di credito stanno crescendo con un ritmo percentuale a doppia cifra. Sono proprio le carte di credito, oggi, ad essere uno dei maggiori fattori di criticità dell’economia internazionale. La politica del credito facile, a sostegno dei consumi (e dei profitti) declinanti per il calo decennale dei salari reali, è stata praticata non solo accordando mutui senza garanzie ma anche elargendo generosamente carte di credito, in specie del tipo “revolving” (che rateizzano la spesa a fronte di alti tassi d’interesse).

Così, negli Usa, alla crisi dei mutui si è accompagnata quella delle carte di credito. Banche come Citigroup e Bank of America e società specializzate in carte di credito come American Express hanno già perso miliardi di dollari. Ora si paventa, come fa il Financial Times di lunedì, il trasferimento della crisi delle carte di credito dagli Usa all’Europa. Con la differenza che, mentre negli Usa il debito al consumo è di 1.914 miliardi di dollari, in Europa raggiunge i 2.467 miliardi, dei quali il 7% di potrebbe andare perduto.

La maggior parte di queste perdite sarebbe concentrata nel Regno Unito, il paese che ha seguito maggiormente le orme degli Usa nella finanziarizzazione dell’economia e nell’indebitamento, e dove le insolvenze sono arrivate a 29.774 nel primo trimestre del 2009. Le perdite, inoltre, saranno sostenute interamente dai Lloyds (le assicurazioni britanniche), dal momento che le banche non sono riuscite a includere le carte di credito tra i 260 miliardi di sterline di titoli tossici assicurati col governo britannico.

La cosa più strabiliante e paradossale, ma solo in apparenza, è che né gli Usa né il Regno Unito sembrano aver tratto alcuna lezione dalla crisi dei subprime, legata agli effetti nefasti della mancanza di regolamentazione. Infatti, i due paesi stanno facendo pressioni affinché hedge fund e private equity non vengano sottoposti a regolamentazioni troppo strette da parte della Ue, che, sostengono, danneggerebbero il settore finanziario e chiuderebbero i fondi Usa agli investitori europei. A queste pressioni si oppongono Francia e Germania, che vorrebbero introdurre, come previsto dalla proposta contenuta nella “Direttiva sui fondi di investimento alternativi”, limiti all’indebitamento dei fondi, l’obbligo di tenere capitale sufficiente a coprire perdite e smobilizzi, e la divulgazione degli investimenti nel portafoglio dei private equity.

Come dicevamo, la mossa degli anglosassoni è solo apparentemente paradossale. Chi pensava che l’avvento di Obama e la pubblica gogna di qualche amministratore delegato di banca disonesto avrebbe cambiato d’un colpo i meccanismi di un sistema ormai consolidato (e conveniente per l’aristocrazia finanziaria e industriale) ha peccato d’ingenuità. La verità è che le misure anticrisi dell’amministrazione Obama (infarcita di quegli economisti clintoniani che diedero avvio al presente sistema) si basano sull’immissione di una enorme liquidità e denaro a basso costo. Niente di nuovo, rispetto all’ultimo quindicennio. O, per dire meglio, sono nuove le dimensioni ancora più spropositate della spesa statale Usa.

Secondo la dichiarazione shock dell’ispettore generale del governo statunitense, ammonterebbe a 27.700 miliardi di dollari la spesa totale per rimettere in funzione il sistema finanziario. È solo grazie a questa immane liquidità che le banche e le multinazionali nordamericane sono tornate in utile. Per questo gli Usa (e il Regno Unito) hanno bisogno di mantenere in funzione il sistema e rastrellare liquidità dovunque, così come hanno bisogno che la Cina continui a comprare titoli del tesoro Usa e a finanziare indirettamente il loro debito commerciale e statale.

Altro discorso è quello della Germania e della Francia (e aggiungerei dell’Italia), che non sono debitori (non hanno debito del commercio estero) e scontano, viceversa, una forte esposizione delle loro banche verso i paesi dell’Europa orientale (non solo finanziariamente ma anche industrialmente molto integrata con quella occidentale) e verso le maggiori aree mondiali in via di sviluppo. È loro interesse proteggere il proprio sistema bancario dai contraccolpi della finanza Usa, che già gli ha trasmesso l’infezione dei subprime, e da quelli della traballante Europa orientale.

Intanto, la disoccupazione cresce in Europa (in Spagna il record del 18%) e in Giappone (6 milioni di lavoratori dichiarati in esubero), con un impatto negativo sulla domanda di merci facilmente immaginabile nel prossimo periodo.

Difficile dire se è alle porte una seconda ondata della crisi finanziaria. Certo è che i fattori di criticità che hanno portato alla crisi non sono stati risolti, anzi in molti casi si sono aggravati, mentre si continua imperterriti a perseguire nella stessa direzione: mancanza di regolamentazione nella circolazione dei capitali e interventi statali massicci ma del tutto subalterni alle banche e alle grandi imprese.

Fonte: http://www.resistenze.org/

15 settembre 2009

LA SELEZIONE NATURALE, I MILIONARI E LO "STATO DI CALAMITA' PUBBLICA"

Nel sistema capitalista la logica di produzione non è misurata in base alla soddisfazione dei bisogni fondamentali della società (cibo, alloggio, salute, istruzione, ecc). Ma per l'ottimizzazione dei parametri di redditività privata capitalista. Pertanto, e seguendo il rigoroso ordine capitalistico, chi non può pagare per il cibo non sarà in grado di consumarlo. E 'la nuova teoria della selezione naturale della specie", non formulata da Darwin, ma dalle corporazioni transnazionali e le potenze imperialiste centrali che hanno trasformato il pianeta in un grande mercato. Con una logica prevalente: La sopravvivenza è riservata solo a quelli che hanno i soldi per pagarla.

Di Manuel Freytas (*)


Questo martedì il presidente del Guatemala, Alvaro Colom, ha dichiarato lo stato di "calamità pubblica" come una misura per affrontare la crisi alimentare e nutrizionale che interessa 54.000 famiglie e ha ucciso circa 25 bambini, dice un rapporto pubblicato dalle agenzie internazionali.
Circa 54.000 famiglie soffrono la fame secondo le autorità del Guatemala, e si teme che altre 400.000 potrebbero essere interessate entro la fine dell'anno. Secondo l'agenzia di stampa AFP, uno studio del Ministero della Salute Alimentare (Sesan), presentata il 16 agosto "ha indicato che il numero delle comunità a rischio di fame è aumentato del 113% negli ultimi tre mesi." Secondo la stessa Agenzia, 462 persone sono morte per questa causa, tra gennaio e luglio di quest'anno. "Ho deciso di utilizzare la legge di ordine pubblico e dichiarare lo stato di calamità pubblica su tutto il territorio nazionale, dal momento che le conseguenze dell'insifficenza alimentare e la nutrizionale non riguarda solo il dipartimento del Corredor Seco, ma l'intero paese" , ha detto Colom.
Nel mese di aprile 2009, l'UNICEF ha lanciato un avvertimento relazione in cui avvertiva che uno su due bambini guatemaltechi soffriva di denutrizione cronica e che l' 80% dei bambini indigeni sotto i 5 hanno seri problemi di origine alimentare. Pur essendo lontano dalla situazione economica di Haiti (il paese più povero dell'America Latina), il Guatemala raddoppia i casi di malnutrizione presenti nel paese caraibico. Dei 13,3 milioni di guatemaltechi, più della metà vive in condizioni di povertà e il loro sostentamento principale è l'agricoltura, colpiti ogni anno da siccità e inondazioni che causano perdite di raccolto di mais e fagioli, il loro sostentamento principale.


E allora? ", Come ce la passiamo da milionari in Guatemala e l'America Latina? Ovviamente di questo non parla nessun media o agenzia internazionale del sistema, che descrivono (come al solito), la povertà e la ricchezza separatamente, mostrando il fenomeno, ma non le cause.
Il confronto numerico e statistico delle cifre di ricchezza concentrata in poche mani, con la povertà, la fame e l'emarginazione umana in tutto il mondo, sono infinite, e rivelano più di qualsiasi immagine o parola, la vera natura della sistema capitalistico instaurato come "unica civiltà" possibile nel mondo.
Secondo i dati della Banca Mondiale e dell'ONU, più di 1 miliardo di persone sul pianeta vivono in estrema povertà e non possono coprire i loro bisogni alimentari di base. Si tratta del segmento compreso in quello che il presidente del Guatemala qualifica "stato di calamità pubblica."Con soli due dollari al giorno, 2,800 milioni di persone, quasi la metà dell'umanità vive oggi senza le risorse elementari per sopravvivere ai livelli più precari.
Ma se questo fenomeno statistico contastante sorprende, è stato chiaro da un ancor più brutale e crudo che emerge dal nuovo modello di sfruttamento e accumulo capitalista a livello mondiale: La crescita più elevata della ricchezza personale (i miliardari) si verifica nei paesi più poveri, i quali registrano livelli molto più alti di super-milionari, rispetto a quelli registrati negli Stati Uniti e paesi centrali.Secondo il rapporto annuale Global Wealth del 2007, realizzato da Merrill Lynch consulenza Capgemini, pubblicata su The Wall Street Journal, la popolazione dei milionari nei paesi emergenti è cresciuto quasi cinque volte di più rispetto agli Stati Uniti, la più grande economia mondo.
I mercati emergenti, inclusa l'America Latina, secondo il rapporto, stanno marcando il ritmo della crescita economica globale e cittadini benestanti stanno diventando collezionisti entusiasti, soprattutto di opere d'arte e oggetti che riflettono la loro identità culturale.


Secondo la definizione di Wikipedia, si chiama "paese emergente" il paese che, con un'economia sottosviluppata, per motivi economici della comunità internazionale, solleva una promozione in base al loro livello di produzione industriale e vendite all'estero, collocandosi come concorrente di altre economie più prospere e stabili per i bassi prezzi dei loro prodotti.
Ma, secondo dati della Banca Mondiale e dell'ONU, nelle nazioni "emergenti" emblematiche come la Cina, l'Asia e il Brasile (paradigmi del report) sono concentrati circa 700 milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà (più dell' 11% della popolazione mondiale).
Pertanto, e per precisare, un paese "emergente" è l'esempio più emblematico della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi capitalisti (crescita economica), con l'impoverimento di massa della maggioranza della società.
Secondo la Relazione Annuale Global Wealth (2007), le cifre dell'esodo dei milionari alle nazioni emergenti è la divergenza maggiore tra gli Stati Uniti e le principali economie in via di sviluppo da quando è iniziata l' elaborazione dei dati nel 2003.
Il numero di milionari in Brasile, Russia, India e Cina è saltato al 19% nel 2007 rispetto ad una crescita del 3,7% negli Stati Uniti, la minore espansione dal 2002, secondo il rapporto. Eppure, gli Stati Uniti continuano a dominare l'economia milionaria del mondo. Questo paese ha più di tre milioni di milionari finanziari, definiti come quelli con attività idonee ad investire 1 milione di $ o più.
Ciò significa 100.000 in più rispetto al 2006. Ma, secondo il Global Wealth Annual Report 2007 - I mercati emergenti hanno catturato la maggior parte della crescita milionaria lo scorso anno, con il Brasile, Cina, India e Russia, l'aggiunta di 133.000 nuovi milionari.
È opportuno dire che nell'altro estremo del mondo "emergenti", secondo dati della Banca Mondiale, 1,100 milioni di persone sul pianeta sono ufficialmente poveri. Ciò significa che una persona su cinque vive con meno di un dollaro (meno di 70 centesimi di euro) al giorno.
Con la soglia di due dollari al giorno sono 2.800 milioni di persone, quasi la metà dell'umanità, che vivono senza le risorse necessarie per la sopravvivenza.
Nei paesi poveri, secondo i dati delle Nazioni Unite, a 120 milioni di persone manca l'acqua potabile, 842 milioni di adulti sono analfabeti, 766 milioni non hanno servizi sanitari, 507 milioni hanno una aspettativa di vita di soli 40 anni, 158 milioni di bambini soffrono un certo grado di malnutrizione e 110 milioni in età scolare che non frequentano la scuola.
Secondo la Relazione Annuale della Ricchezza menzionata, il grande vincitore in termini di crescita dei milionari nel 2007 è stato l'India (300 milioni di poveri), la cui popolazione di milionari è cresciuto del 23% nel 2007 rispetto ad una crescita del 21% nel 2006 , la più grande espansione nel mondo. La Cina ha registrato una crescita del 21%, seguita dal Brasile con il 19% e la Russia con il 14%.
Dopo anni di ascesa, la partecipazione statunitense nel mercato dei milionari milionari del mondo è leggermente diminuita dal 31% nel 2006 al 30% nel 2007.
Inoltre, la loro partecipazione al patrimonio milionario è scesa dal 31% nel 2006 al 29% nel 2007 e si prevede un costante calo nel corso dei prossimi cinque anni, secondo il rapporto.
La partecipazione dell'Europa nel mercato dei milionari è ulteriormente diminuita, passando dal 36% nel 2002 al 31% nel 2007. Nel frattempo, la percentuale di milionari che appartiene ai mercati emergenti di India, Brasile, Russia e Cina è aumentato del 6% cinque anni fa, l'8%. I numeri della Relazione Annuale della Ricchezza menzionata fa il punto di una nuova realtà economica, i ricchi di domani molto probabilmente proverranno più da Oriente che da Occidente.


L'aumento del prezzo del petrolio e delle materie prime, il cambio di direzione dei flussi finanziari verso i mercati emergenti in rapida crescita, l'aumento tassi di risparmio al di fuori degli Stati Uniti e la caduta del dollaro stimolano la nascita di nuovi milionari e miliardari nei paesi un tempo noti per le loro condizioni di estrema povertà.
Secondo il Report 2007, la crescita della ricchezza nell'Est potrebbe cambiare i modelli di investimento e delle spese negli Stati Uniti, così come le donazioni e la creazione di imprese.
Più di 40 trilioni di $ (milioni di milioni di euro) nelle mani dei milionari del mondo si allontaneranno sempre più dagli Stati Uniti e altre grandi economie, perché i nuovi milionari preferiscono investire nei loro paesi.
Per avere un'idea di questa cifra, dobbiamo considerare che il PIL mondiale (il prodotto annuale del lavoro umano su scala globale) è di 60.000 miliardi di $, quindi l'importo concentrato nelle mani dei milionari equivale al 66% del PIL mondiale.
Ma le cifre sono ancora più agghiaccianti, secondo il Wall Street Journal, l'attività finanziaria globale (il denaro speculativo senza frontiere), è pari a circa 59,4 mille miliardi di $ (milioni di milioni di euro), equivalenti a quasi l'intero PIL mondiale.
Nell'altro estremo del "mondo dei milionari", e secondo la Banca mondiale, in Asia meridionale si concentra il maggior numero di persone che vivono con 1 $ pari a 515 milioni di persone. Seguita da Asia orientale e Pacifico Sudorientale dove 446 milioni di persone vivono in queste condizioni. 219 milioni in Africa al sud del Sahara. In America Latina e nei Caraibi (con 200 milioni di poveri) 110 milioni di persone vivono con 2 $ al giorno. In Europa orientale e Asia centrale 120 milioni di persone vivono con 4 $ al giorno.
In un capitolo speciale dedicato al tema della fame, in collaborazione con il World Food Program (WFP), CEPAL stima che l'11% della popolazione latino-americana è denutrita.
Secondo il rapporto annuale Global Wealth, la ricchezza è sempre più concentrata tra i ricchi, in particolare i "super-ricchi. La polazione dei super-ricchi o di quelli con 30 milioni di $ o più delle attività idonee per gli investimenti, è aumentata dell'8 ,8% di tutto il mondo lo scorso anno, mentre la sua sproporzionata fortuna è cresciuta del 14,5%.
I super-ricchi in India (con 300 milioni di poveri) già occupano quattro dei primi otto posti nella lista dei miliardari della rivista Forbes, mentre il messicano Carlos Slim ha superato Bill Gates posizionandosi al secondo posto. Il numero uno è il miliardario Warren Buffett, mentre Gates è terzo.
Si prevede che nel 2009 gli investimenti dei miliardari del mondo in Nord America caleranno al 39% , contro il 42% del 2007, dice il rapporto. E 'anche probabile che il cambiamento accelleri la disuguaglianza economica globale", dice, perché la crescita maggiore di milionari e miliardari sta avvendo nei paesi con ampi divari tra ricchi e poveri.
Secondo la relazione, il flusso di denaro in mercati azionari ha creato un boom nelle offerte pubbliche iniziali (IPO) e le azioni che possono portare a fusioni. Questo ha guidato la cresita di quello che i banchieri privati chiamano "eventi di liquidità", quando il proprietario o amministratore delegato di una società capitalizza le sue partecipazioni, diventando così un miliardario o milionario.
"I mercati finanziari stanno prendendo piede in questi paesi, e questo consente loro di capitalizzare sulla loro attività", spiega Kenneth Rogoff, economista dell'Università di Harvard.
"La globalizzazione della creazione di ricchezza si è accelerato", ha detto Bertrand Lavayssiere, direttore dei servizi finanziari del gruppo Capgemini. "Se il 2005 è stato caratterizzato da un flusso di investimenti per i fondi internazionali da parte delle persone con elevati patrimoni, il 2006 ha inaugurato una nuova era in cui le economie emergenti sono avanzate con forza, grazie agli investimenti stranieri, una forte domanda interna e grandi guadagni dei mercati azionari.

Manuel Freytas è un giornalista, ricercatore, analista di strutture di potere, specialista di intelligence e comunicazione strategica. Si tratta di uno degli autori più diffusi e referenziati nel web. Vedi il suo lavoro in Google e IAR News

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2009/secciones/contrainformacion/0060_seleccion_natural_09sept09.html

14 settembre 2009

Carte D'Idedintà: CONTROLLO GLOBALE ENTRO IL 2012



© Copyright Nathan Allonby, Global Research, 2009

Le carte elettroniche d’identità hanno fatto passi da giganti verso l’obiettivo di essere universali. Utilizzate in tutto il mondo. Più di 2,200 milioni di persone, cioè un 33% della popolazione del mondo hanno già ricevuto carte d’identità “intelligenti”. Di queste, più di 900 ,milioni possiedono sistemi biometrici facciali e impronte digitali. In base ai piani attuali, più dell' 85% della popolazione del mondo avrà carte d’identità intelligenti entro il 2012. La maggior parte della popolazione non avrà scampo- gran parte è attualmente inscritta in sistemi di identificazione precedenti, spesso in Stati repressivi, come Myanmar (Birmania).

Come c' era d’aspettarsi, le campagne contro l’introduzione di carte d’identità hanno fatto risaltare problemi con i sistemi d’identificazione, presentandoli come non pratici e creatori di problemi irrisolvibili invadendo la privacy, la frode, l’accesso non autorizzato ai data-base, crimine organizzato, fiducia del riconoscimento biometrico, ecc. Come risultato, molta gente crede che le carte d’identità obbligatorie “semplicemente non ci saranno”.

Non possiamo continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Non ci sono ostacoli all’introduzione mondiale di carte di identità elettroniche obbligatorie.
Tutti questi problemi con i sistemi d’identificazione potrebbero essere reali, ma non bastano ad impedire che venga implementato, principalmente perché sono problemi che toccheranno le persone come individui, non i loro governi- è il nostro problema, non il loro.

Appena c’è stato qualche dibattito importante su uno dei temi principali della nostra epoca. Alla maggior parte della gente inizialmente non piace nulla, ma il progetto continuerà ad andare avanti nonostante questo.
E’ anche ora di considerare quello che realmente con i sistemi d'identificazione vogliono fare, non la loro giustificazione pubblica. Dato che è probabile che i governi abbiano sempre saputo che le carte d’identità non fermeranno il terrorismo, il crimine organizzato, la duplicazione dell’identità, la frode, ecc, ci deve essere qualche altro motivo perché venga introdotto il suo uso, e sembra essere un motivo che i governi non vogliono riconoscere pubblicamente.

Un' agenda coordinata internazionale d’identificazione?

Forse arriveremo a saperne di più se consideriamo quello che succede nel mondo.
E’ interessante che nessuno sembri aver pubblicato uno studio esauriente o affidabile sui piani di identificazione del mondo, quindi si è dovuto fare uno studio per questo articolo (vedasi la tavola nell’appendice). Questo studio deve essere necessariamente abbastanza breve ed incompleto- non è facile trovare buone fonti di dati su ogni singola nazione, quindi mi scuso per qualsiasi inesattezza, classificazione erronea di alcune nazioni e l’omissione di molte altre. (Se qualcuno ha qualche link ai dati pubblicati, che può colmare i vuoti, prego che mi sia inviato come “commento”) [Al link in inglese alla fine di questa traduzione, N d T]

Ciò che si evidenzia in questo studio, per poco affidabile che possa essere, è che i sistemi avanzati delle carte d’identità elettroniche cominciano ad essere introdotte in alcune delle nazioni più povere del mondo, alcune di esse sommerse dal caos, la guerra civile, la fame, le più piccole e le più grandi. Arrivano a nazioni con culture vastamente diverse, a nazioni che sono quasi completamente pre- industrializzate e sottosviluppate, e arrivano prima a quasi tutte le nazioni islamiche. Le poche nazioni che non avranno un registro elettronico avanzato della popolazione saranno un' infima minoranza. E tutto questo deve realizzarsi entro la fine del 2012.

Ad esempio, il 25 giugno 2009, l'India ha annunciato che sta procedendo con carte biometriche universali d'identità, che sarà completato nel 2011 - per registrare circa 1.200 milioni di persone in soli 18 mesi.

Uno dei pochi siti che non introdurrà definitivamente carte d’identità intelligenti è Myanmar perché sono a posto con la loro attuale carta d’identità- sembra che la sua efficienza basti per la repressione esistente. L' ONU ha cercato di convincerli ad aggiornare le loro carte d’identità, ma hanno rifiutato.

Ci sono aree grigie, per esempio, in alcuni paesi ci sono carte d’identità biometriche per il registro dei votanti, e non sono ufficialmente delle carte d’identità nazionali, ma comunque hanno registrato la popolazione, come in Mozambico e Zambia. Le “tessere elettorali” devono diventare carte nazionali d’identità, immediatamente dopo le elezioni, come in Haiti. (come si è unita l’introduzione delle carte d’identità all’ “arrivo della democrazia?).

Gli Stati Uniti probabilmente si troverebbero nell’area grigia a causa dell' insicurezza – deliberatamente non chiarita- per la Real ID Act; il Canada, a causa di proposte di “patenti migliorate” biometriche; l’Australia, a causa di uno statuto insicuro della “Access Card”.
Qualsiasi insicurezza è messa in prospettiva dal “quadro generale”- le carte d’identità arrivano quasi ovunque.

Il ruolo dell’FMI e degli organismi internazionali?

La simultanea introduzione di sistemi molto simili a carte d’identità in tante nazioni sembra essere più di una coincidenza. Se fosse solo una questione che le nazioni prendono le proprie iniziative per attualizzare sistemi, avrebbe luogo in un arco di tempo più lungo, dato che le nazioni hanno attualizzato periodicamente i loro sistemi, una volta ogni decennio. Questo tempo indica una pressione internazionale occulta applicata alle nazioni perché adottino carte d’identità?

Nel processo di ricerca di questo elenco, è emerso qualcosa d’interessante- i piani per introdurre una carta nazionale in Uganda vennero annunciati in un Protocollo d’intesa inviato al FMI ("Letter of Intent, Memorandum of Economic and Financial Policies, and Technical Memorandum of Understanding") . L’impressione è che il FMI era coinvolto nella decisione da molto prima che il popolo dell’Uganda fosse consultato sul suo piano nazionale di carte di identità.

Il FMI ha richiesto che le nazioni adottassero carte biometriche d’identità, con la scusa di regolamentazione finanziaria, per impedire la frode ed il riciclaggio di denaro? Sarebbe interessante saperlo.
Ancora una volta, nella descrizione pubblica dei teorici benefici di sistemi biometrici di identità, i motivi presentati includono il beneficio per il sistema bancario, la prevenzione della frode, e per permettere che i poveri abbiano accesso al sistema bancario. Varie nazioni (come l’India) hanno menzionato il bisogno di confermare che gli aiuti arrivino ai destinatari, e non sia perso dalla frode,- di nuovo, qualcosa che un organismo come il FMI potrebbe considerare come motivo giustificante per promuovere o esigere l’identità biometrica.

Altre persone lo vedono come una semplice scusa per un “lavaggio politico”.
In un altro esempio di promozione occidentale, l' UE ha patrocinato finanziariamente l’introduzione di carte d’identità biometriche nella Rep. Del Congo, in teoria per aiutare a promuovere la pace, per rintracciare gli ex combattenti e reduci. Una logica simile è stata applicata ad un piano biometrico in Somalia.

In un atto grottesco, le carte d’identità biometriche arriveranno al Ruanda. Le carte d’identità hanno rappresentato un importante strumento durante il genocidio in Ruanda. Bisogna immaginare quanto più efficace sarebbe stato il genocidio con un registro computerizzato della popolazione ed un sistema d’identità biometrico, per impedire la frode o l’evasione fiscale. Il Ruanda è un esempio orribile di quanto letali possono essere le carte d’identità in una nazione in guerra civile, e conduce a domande scomode sulla partecipazione occidentale, così come il Congo.

Usa, Regno Unito e UE

L'introduzione a livello mondiale delle carte d'identità è solo la testimonianza visibile di un processo invisibile. Le politiche colpiscono profondamente le nostre vite e ci strappano le nostre libertà che vengono elaborate in accordi segreti internazionali.

A luglio del 2005, durante una rotazione semestrale nella Presidenza della UE, il Regno Unito ha proposto le carte d’identità biometriche per l' UE, nonostante non ci fosse la possibilità di farlo sotto i trattati dell’UE di allora. Dato che la legalità non è uno ostacolo, questo si convertì, in seguito, in una politica vincolante dell' UE, nell' Hague Programme sulla giustizia e sicurezza.
Però, le politiche di introduzione delle carte di identità, sviluppate segretamente, vanno molto aldilà dell' identificazione e della sicurezza , come lo descrive Tony Bunyan di Statwatch, in un articolo su The Guardian. Le carte d’identità sono solo uno strumento che permettono un piano molto più ampio, per tener traccia e registrare la vita di ogni individuo; Bunyan lo chiama tsunami digitale:
  1. “Ogni oggetto che l’individuo utilizza, ogni transazione che realizza e in qualsiasi luogo vada creerà un registro digitale dettagliato. Questo genererà la profusione dell’informazione per le organizzazioni pubbliche della sicurezza”, facendo si che la condotta sia pronosticata e valutata da “macchine” (la sua parola) che emetterà ordini ad ufficiali sul territorio. La proposta prevede la raccolta in massa di dati personali su viaggi, dettagli bancari, localizzazione dei cellulari, registri sanitari, uso d’internet, predenti criminali per piccoli che siano, impronte digitali e fotografie digitali che possano essere oggetto di fonti di dati e applicati ad uno scenario diverso- salita su un aereo, comportamento nelle stazioni o partecipazione ad una manifestazione”.
Ma questo non avverrà solo in Europa come spiega Bunyan, perché gli USA e l’Europa condivideranno politiche e pratiche simili, in un’agenda di armonizzazione delle politiche:
  1. …..si propone che per il 2014 l' UE debba creare un’ “area euro-atlantica di cooperazione con gli Stati Uniti nel campo delle libertà, la sicurezza e la giustizia”. Questo andrebbe oltre l’attuale cooperazione e significherebbe che le politiche che colpiscono le libertà ed i diritti di tutti in Europa non verranno decise a Londra o Bruxelles ma in incontri segreti tra la UE e USA ("The surveillance society i san EU-widw issue”, Tony Bunyan, 28 maggio 2009, The Guardian).
Tutto questo è veramente buono per la democrazia, così come la conosciamo?

E’ stata una risposta all’11 settembre?

No, decisamente no- lo diciamo perché alcuni di questi piani hanno una storia ed un itinerario pubblicati datati da molto prima- esempio di Taiwan, 1997- India, 1999.
Questo significa che GW Bush e Tony Blair hanno solo in parte colpa su questo progetto- lo hanno sostenuto ma non cominciato.
Possiamo seguire la pista della ricerca continua di data-base basati sull' identificazione nella Australia Card, che venne sconfitta nel 1987.

Ci sono state continue affermazioni su accordi dell' industria, della tecnologia, dell' informazione a favore di carte d’identità intelligenti e di controllo dei data base, ma questa è solo una parte della situazione.
Possiamo anche affermare con certezza che la cooperazione tra l'UE e gli Stati Uniti sulla sicurezza è anteriore all’11 settembre, così come lo è lo sviluppo dell' UE di data-base di sicurezza che sono stati applicati a manifestanti politici

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Cosa fanno con le carte d’identità?
  1. Collegamento e coordinamento dei data base.
Le nuove carte sono come un “collante” di alta tecnologia, un' interfaccia, che unisce tutti i differenti data base statali, vincolando le sue informazioni.
Questo è il significato della funzione dell’identità “multifunzionale” delle nuove carte. Un numero d’identità è la chiave per l’accesso a tutti i servizi e a tutti i data base. Una carta, un numero, traccia le persone attraverso molteplici attività- durante tutta la loro vita e in tutto quello che fanno- lavoro, tasse, salute, tutto.
Quando numerosi data base sono connessi mediante un' interfaccia comune, in questo caso numeri d’identità, funzionano effettivamente come una sola “meta-database”.

  1. “includerà i loro nomi, indirizzi, data di nascita, sesso ed un numero personale unico per formare un data base”, “più esatta e trasparente” dei registri attuali di assicurazione nazionale, tasse, medico, passaporto, tessera elettorale, e patente……La decisione di andare avanti con il registro nazionale della popolazione senza nessun apparente bisogno di una nuova legislazione o nessun data base pubblico è in acuto contrasto con l’intenso dibattito nel governo che adesso ha luogo sul……progetto della carta d’identità.
Il piano è un progetto congiunto tra l' Office of National Statistics e il Tesoro...
L' idea venne sviluppata dal pannello di produttività dei servizi pubblici del Tesoro- un gruppo di uomini d’affari importanti e amministratori dei servizi pubblici.
L’ Home Office (Ministero degli Interni) ha ammesso che un piano nazionale sulle carte d’identità dovrà essere “appoggiato da un database di tutti i residenti nel Regno Unito” e ha chiesto, sulla questione se il registro d'informazioni dei cittadini dovrebbe essere usato per questo scopo…The Guardian.

Il piano di identificazione indiano è un altro importante esempio-
  1. I numeri UID (Identificazione Unica) e i database saranno collegati a delle agenzie come la Commissione Elettorale d’India e l’Agenzia delle Entrate…..carte d’identità con la foto dei votanti…..il sistema pubblico di distribuzione, ed il Piano Nazionale Rurale di Garante del Lavoro per famiglie che vivono sotto la soglia della povertà……dando aiuto economico ai bisognosi. The Indu.
E’ il nuovo modello per il governo elettronico, in tutto il mondo.
Storicamente, non è la prima volta che si vedono sistemi simili- è molto somigliante nel concetto al sistema d’identificazione nazista, definitivamente sviluppato, con un “Numero Personale del Reich” da collegare altri database. Il modo di compilare il registro iniziale della popolazione nei registri nei database esistenti prima è, nuovamente, molto simile alla pratica nazista.
Perché dovrebbe essere significativo? Perché ci dovrebbe essere tanto scalpore se il governo raccoglie dati che ha già?
  1. “Una volta che si è assegnato ad un individuo un numero di indice unico, è possibile recuperare con esattezza i dati di numerosi database e costruire un quadro della vita di quell’individuo che non ha autorizzato nel consenso originario perché si raccogliessero i dati”, dice Sir David Omand in un dossier per l' Institute for Public Policy.
Nel 2006 , Sir David Varney capo del Transformational Government ha predetto che lo Stato avrebbe conosciuto “una profonda verità sul cittadino sulla base della sua condotta, esperienza, credenze, bisogni o desideri”.
Henry Porter, The Guardian.

ID Card - Carte fedeltà.

Non parliamo di uno Stato di Polizia, parliamo di carte fedeltà dei supermercati. Non c’è molta differenza tra queste ultime, in termini tecnologici, e le moderne carte d’identità che sembrano essere discendenti prossime delle carte fedeltà, fatte con uno scopo simile- raccogliere informazione sulla gente. Per poter monitorare qualcuno, prima bisogna identificarlo.

Le corporazioni vogliono sapere tutto il possibile sui loro clienti, per scopi di mercato, ed hanno investito incredibilmente in infrastrutture per riunire e analizzare dati su di loro. Nel 2004, Wal-Mart aveva riunito 460 miliardi di bit di informazione sui loro clienti, cioè il doppio dell' informazione totale presente su internet (1). Da dove provengono quei dati? La maggior parte dalle carte fedeltà.

I governi hanno adottato le carte d’identità elettroniche perché i negozi hanno dimostrato che si tratta di una tecnologia potente ed efficace. Non solo efficace, ma efficiente in termini di costi. A differenza dell’equipaggiamento della difesa, come succede in quei missili che a volte non funzionano, la tecnologia del settore commerciale deve funzionare e finanziare se stessa.

I negozi hanno dimostrato che possono monitorare e fare un profilo dei loro clienti, scoprire le loro abitudini di consumo, debolezze e suggestionabilità, quale pubblicità ha effetto su di loro. La tecnologia che usano non solo ha dovuto dimostrare che funziona, ma anche che si autofinanzia. Se le corporazioni dei supermercati investono tanto come fanno, sapete che la tecnologia deve essere molto efficace.

Si è sviluppato un software potente ed efficace per analizzare i dati delle carte fedeltà dei negozi, come ad esempio ChoisePoint e LexisNexis. Adesso troviamo alcuni di questi stessi sistemi in uso dall’ FBI, per selezionare sospetti (2). I governi si sono accorti che la stessa tecnologia per fare il profilo di qualcuno funziona e che può essere anche applicata per trovare terroristi, “estremisti”, dissidenti politici e qualsiasi altra categoria che abbia interesse per lo Stato.
Alcune di queste compagnie aiutano a raccogliere dati. Quando il governo USA, ha ottenuto dati personali sui votanti in 11 diversi Stati latinoamericani, per scopi non specifici, questi dati li hanno ottenuti da corporazioni private, inclusa la ChoisePoint.

È stato segnalato che la maggior parte dei dati di intelligence degli Stati Uniti di raccolta è in outsourcing, e che circa il 70% del bilancio è destinato alle imprese private. Anche se la maggior parte di queste spese vanno a corporazioni della difesa militare come il SAIC e BOOZ Allen Hamilton, le corporazioni dei consumatori hanno anche il loro spazio.
Vediamo una simbiosi nello sviluppo tra il governo e le corporazioni private, con le quali condividono tecnologie e strumenti, e cooperano nella raccolta di dati?

RFID- Una potente tecnologia di tracking.

Uno degli strumenti che è migrato dalle carte di fedeltà alle carte d’identità è l' RFID (Radio Frequency ID), è presente nelle nuove carte d’identità cinesi e sarà presente in tutte le nuove carte d’identità “intelligenti”.
L' RFID è un sistema di monitoraggio, sviluppato originariamente per avere traccia di inventari nella catena di approvviggionamento e negozi. Piccoli chip permettono che un numero seriale e potenzialmente altri dati siano letti ad una distanza di vari metri. Quando un elemento etichettato con l' RFID passa da un lettore, il suo numero viene registrato. Quando i lettori RFID sono connessi ad una rete, è possibile compilare un registro dei movimenti di un oggetto (o persona), registrando i tempi ed i luoghi in cui si registra il numero RFID.
L' RFID nelle carte di fedeltà permettono che il nome e ogni informazione personale del proprietario siano letti ad una distanza di vari metri, potenzialmente senza che il proprietario della carta lo sappia.

I negozi possono leggere la tua identità dalla tua carta fedeltà appena entri nel negozio, utilizzando l' RFID, senza che tu te ne renda conto. Adesso ti consegneranno “carte di fedeltà” del governo, che ti identificherà con un RFID.
I negozi si sono resi anche conto che possono usare l' RFID per monitorare i movimenti dei clienti nei locali, mettendo lettori in diversi siti, ad esempio, per vedere quali prodotti hanno guardato ma non hanno comprato, oltre a quelli che hanno acquistato.

I negozi si sono accorti molto in fretta che l' RFID nei prodotti, come i vestiti, poteva essere utilizzato per monitorare i movimenti della persona che li aveva comprati. A differenza dei codici a barre, l' RFID identifica ogni elemento con un numero seriale unico, differenziando elementi identici. Gli immensi data-base delle catene dei negozi hanno permesso avere il conto di quali oggetti furono comprati e da quali clienti- mettendo nomi ai numeri della serie del RFID.

Ulteriori informazioni sono state molto utili nei "profili" dei clienti- per esempio, hanno cominciato a riunire dati su chi era accanto a loro, e potevano ipotizzare se i clienti compravano per se stessi, con marito o moglie, o con chiunque altro.

Presto potranno leggere il numero RFID nella tua carta di identità nazionale, in un modo simile, e il governo venderà la tua identità, come riferimento reciproco con il numero seriale della tua carta d’identità con il tuo nome e indirizzo. I negozi spendono molti soldi comprando dati, in modo che sapere i nomi e indirizzi dei loro clienti dovrà avere un certo valore. I clienti non potranno più nascondere la loro identità o dare nomi falsi nelle loro carte fedeltà.

I datori di lavoro utilizzano il profiling

Alcune corporazioni applicano il profilo psicometrico al suo personale, e a potenziali impiegati, per ottenere una forza lavorativa con il “profilo” corretto, le attitudine adeguate. Immagina come il monitoraggio e i "profili" RFID potrebbero facilitare questa attività, illustrando l'intera vita degli individui.
Potrebbero i sistemi identificativi prevedere una cultura aziendale di conformità, imposta dal licenziamento di coloro che non rientrano nel profilo corretto?
Ci sono stati numerosi esempi di datori di lavoro che hanno discriminato individui sulla base di affiliazioni politiche o sindacali. L' Information Commissioner del Regno Unito ha stabilito che molte grandi e rispettabili compagnie si erano impegnate in pratiche illegali per fare questo.. Cosa succederebbe se i datori di lavoro utilizzassero i dati ottenuti dai sistemi di identità e dall’analisi delle reti sociali per fare un profilo della sua persona, per trovare i tuoi amici e collaboratori, e le eventuali affiliazioni?
Forse dovremmo aggiungere che l'organizzazione in questione, storicamente, come la Economic League, è stata collegata al MI5, il servizio di sicurezza dello Stato della Gran Bretagna, ed era stata utilizzata per scopi politici (3).
Che cosa significherebbe per la società e la cultura politica aziendale, se i datori di lavoro potrebbero identificare e discriminare politici attivisti e sindacali, in modo che potessero trovare difficoltà a trovare un lavoro? Sarebbe compatibile con la democrazia?

Potere occulto- “Totalitarismo Invertito”

Il politico filosofo e professore emerito dell'Università di Princeton, Sheldon S. Wolin, ha avvertito del pericolo del “Totalitarismo Invertito”, come lo chiama, che “giace nell’esercitare il potere totale senza apparire, senza stabilire campi di concentramento o imporre l’uniformità ideologica, o reprimere con la forza elementi dissidenti finché rimangono inefficaci”. …la democrazia può essere controllata senza che sembri soppressa”.
Un buon esempio del controllo dell' opposizione sarebbe la caduta di Eliot Spitzer, governatore di New York e critico delle politiche finanziarie del regime di Bush. Il 14 febbraio 2008, Spitzer aveva criticato il governo per la crisi finanziaria:
  1. “la natura generalizzata di queste pratiche (dei prestiti depredatori) se non è controllata, minaccia i nostri mercati finanziari.
  1. Nonostante che i prestiti depredatori si sarebbero diventati un problema nazionale, il governo Bush ha guardato da un’altra parte e non ha fatto nulla per proteggere i proprietari di casa statunitensi. Nei fatti, il governo ha preferito allinearsi con le banche che stavano nuocendo ai consumatori…”.
Meno di tre settimane dopo, il 6 marzo, Spitzer fu obbligato a rinunciare a causa di uno scandalo con una prostituta, rivelato dalla vigilanza governativa del suo conto corrente, usando (o meglio abusando di) poteri antiterrorismo concessi dal Patriot Act USA. Agenti Federali avevano controllato transazioni minori ai 4000 dollari. Stranamente, il governo non sembra essere capace di usare questa stessa possibilità per controllare le centinaia di milioni di dollari che circolano nelle transazioni del narcotraffico internazionale- il denaro che finanzia il terrorismo.

Se Spitzer non fosse stato costretto a rinunciare disonoratamente, è difficile immaginare che il riscatto multimilionario alle banche sarebbe continuato. La critica alle banche e a Bush è stato considerevolmente debilitata dal silenzio di questo importante critico.

Bisogna immaginare se il potere di sorveglianza dello Stato fosse applicato al controllo del dissenso politico, specialmente in un ambiente di fusione tra lo Stato e potere corporativo. Bisogna immaginare che i dissidenti sarebbero espulsi dai loro posti di lavoro, o in modo più sottile, sarebbe loro negata la possibilità di far carriera.

Bisogna immaginare come espedienti dettagliati sulle debolezze e la vulnerabilità psicologica di tutti gli individui, creati attraverso il profilo e precedenti su qualsiasi indiscrezione passata, potrebbero essere usati per fare pressione sugli oppositori della politica del governo.

Cina: modello per lo sviluppo internazionale?

La Cina si è trasformata in un laboratorio per il capitalismo e per lo sviluppo di nuove tecnologie di controllo e di “sicurezza interna”. Naomi Klein ha scritto ampiamente su questo argomento nel suo libro “The Shock Doctrine” ed in articoli come “China’s All-Seeing Eye” e “The Olympics: Unveiling Police State 2.0”.
Alcune persone potenti sembrano aver deciso che il capitalismo funziona meglio in condizioni di diseguaglianza ed ingiustizia. Un sottoprodotto di questo è la non stabilità- l’amarezza ed il risentimento, dovuti all' appropriazione di terre e di risorse e che i contadini siano costretti ad abbandonare la terra per diventare lavoratori di centri di sfruttamento, vivendo in tuguri insopportabili. Si tratta di ricchi sempre più ricchi che rubando alla gente che non ha nulla, cooptando il potere dello Stato per fare ciò. E’ il motivo che causa l’alta incidenza di problemi, di “disturbi” e tensioni sociali nella Cina contemporanea. Niente di questo infastidisce l’Occidente.

Quello che l’Occidente ha cercato di fare è garantire la stabilità della Cina, e aiutarla a controllare qualsiasi problema, dando accesso alla Cina all’ultima tecnologia di controllo e sicurezza- per trasformare questo paese in una dittatura più efficace. Le nuove tecnologie, dimostrando che il lavoro sociale nel laboratorio della Cina, possono essere adottate ed applicate in altri luoghi.

Un buon esempio di questo è la tecnologia di riconoscimento facciale, concessa illegalmente alla Cina dagli Stati Uniti, ma con un cenno del capo e una strizzatina d'occhio, per rendere più facile alle autorità cinesi identificare i fomentatori di disordini tra la folla, o semplicemente per seguire i movimenti di persone d’interesse, o forse col fine di identificare qualsiasi persona che incontri e con cui parli.

I sistemi di riconoscimento possono adesso trovare un viso in mezzo ad un milione. La Cina sta consegnando lettori RFID portatili alla polizia in modo da poter assumere l'identità delle persone dalle loro carte d'identità. La Cina ha la più alta incidenza di disordini di qualsiasi altro paese del mondo, a causa delle gravi condizioni sociali e le disuguaglianze. La Cina ha adottato la pratica di contenere i disturbi al posto di disperderli- invece di arrestare i rivoltosi sul luogo, la polizia semplicemente li identifica, per arrestarli uno a uno a loro iacimento. Le tecnologie di controllo e CCTV (circuito chiuso di televisione) vengono usate per questo tipo di identificazione. L' RFID ha una ovvia applicazione in questo- l'identità di tutti in una folla potrebbero essere raccolti da un poliziotto in borghese, con un lettore RFID, confondendosi tra la folla.

L’installazione del RFID può essere anche utile in Stati con popolazioni mobili. L’India anticipa la migrazione di grandi quantità di popolazione rurale alle città. L’India pianifica l’uso di una combinazione RFID e di "GPS-based Geographical Information Systems (GIF) per registrare automaticamente la migrazione degli elettori o spostamento di residenza", per aggiornare automaticamente il database, ad esempio, del registro degli elettori. Si può capire quanto può essere utile questo alle autorità cinesi, dove grandi quantità di contadini migrano alle città, illegalmente, per lavorare come irreperibili, sottoproletariato instabile.

In quale modo si userà il modello in altri siti- aumentando la disuguaglianza, aumentando la popolazione dei quartieri poveri, e con il malessere controllato attraverso la sicurezza? Come si è discusso precedentemente, il sistema di identificazione dell' India ha monitorato la migrazione anticipata di una popolazione in movimento. I dirigenti indiani ammirano il modello economico cinese, e vogliono cambiare la società indiana, dall' essere soprattutto rurale (60%), ad una urbana (80%). Questo significa che 400 milioni di persone in più saranno costrette ad andare nei quartieri poveri dell' India. E si, la Banca Mondiale ha un ruolo esplicito nella promozione di questa tendenza, quando dicono che l' urbanizzazione e la migrazione sono cose buone e necessarie. Molti economisti neoliberali dichiarano che le baraccopoli sono una fase necessaria nell’urbanizzazione, ma che alla fine, la promozione dell' industrializzazione, porterà ad aumentare il tenore di vita. Il fatto che centinaia di milioni di indiani non vogliono questo sembra non contare nella loro democrazia. Suona reale, che il motivo per il monitoraggio di tali persone è così che la loro voce possa essere ascoltata, in occasione delle elezioni?

Spostamenti simili sono un fenomeno globale, come descritto dal professor Mike Davis nel suo libro "Planet of Slums" - una parte enorme della popolazione mondiale già vive in baraccopoli - un sintomo della crescente disuguaglianza e sfruttamento. Si tratta di una tendenza all'aumento. Ci sono stati sempre più i rapporti sull'appropriazione "neocolonialista" di terreni in Africa, dove grandi appezzamenti di terreno sono stati acquistati da società estere con sede in Asia (Corea) e l'Occidente. Alcune delle baraccopoli più grandi del mondo si trovano nell'Africa sub-sahariana. L' espropriazione di terreni ai contadini è un tema ricorrente in "globalizzazione economica", in tutto il mondo, come discusso in questo saggio di James Petras.

Forse è arrivato il momento di affrontare il fatto che questo problema non riguarda solo gli altri, in paesi lontani, riguarda anche noi in Occidente. Apriamo gli occhi: Anche in Occidente ci sono movimenti di persone su grande scala. Negli Stati Uniti, le città muoiono, e quartieri interi, in alcuni casi distretti interi vengono distrutti perché i loro abitanti sono stati sfrattati.
Questo dossier sui problemi dei residenti a Detroit ricorda New Orleans dopo Katrina, dove i militari privati si fanno carico di poteri governativi, in Zone di Amministrazione Urbana destinate ad un evacuazione generalizzata. E’ la manifestazione occidentale di un modello globale. Non sono solo “gli altri” quelli che possono perdere tutto.

Ci potrebbe essere qualche rapporto tra una qualche famiglia cinese o indiana povera che viene espulsa dalle sue terre, con una fabbrica che sfrutta, ed alcuni nella loro città natale degli Stati Uniti che perdono il loro lavoro per sottocontratti e che poco dopo perdono la loro casa? A volte il rapporto è semplice e diretto, come per esempio la ricollocazione di fabbriche, che spesso non è diretta o visibile, ma la competizione per i posti di lavoro formano parte della strategia economica globale- la connessione è reale e intenzionale.

Tuttavia, nel 2009, il Census Bureau USA ha pianificato di trovare persone che avevano perso le loro case, impiegando 140.000 lavoratori temporali, per cercare unità di abitazioni nascoste e improvvisate, trovando coordinate GPS per ogni “porta d’ingresso”. Un caso giuridico attuale potrebbe rendere i dati disponibili alle imprese del settore privato.

Contrattacco

Ricapitoliamo lo scenario descritto precedentemente:
  • Carte d’identità vengono introdotte in un programma coordinato, intenzionale, organizzato ad un livello al di sopra dei governi nazionali e aldilà della supervisione democratica;
  • Questo è solo parte di un progetto superiore per trasformare la natura dei governi- in Gran Bretagna chiamato realmente “Transformational Government”- riunendo più informazioni, per amministrare più da vicino le nostre vite.
  • Si comincia ad introdurre un vasto e nuovo apparato di controllo, monitoraggio e vigilanza mentre allo stesso tempo si lascia da parte la democrazia che diventa impotente;
  • Le politiche governative saranno fatte intenzionalmente, al di sopra del livello di governi democratici- sostituendo di fatto la democrazia così come la conosciamo;
Le nostre vite cambieranno attraverso un' invasione pervasiva e di controllo.

Bellissimo scenario, vero?

Non dovremmo terminare in una nota cupa di pessimismo, perché non è affatto vero che non c'è niente che possiamo fare, anche se abbiamo cominciato abbastanza tardi. Abbiamo una buona occasione, se si riconosce ciò che è sbagliato.

1) Organizzazione Internazionale

Questo programma è organizzato in ambito internazionale- come possiamo resistere in maniera efficace, se ci limitiamo alle campagne nazionali e prospettive nazionali?

Purtroppo, è qui che la questione diventa spaventosa- fino ad oggi non vi è alcuna resistenza internazionale. Finora nessuno ha iniziato a creare le connessioni reali tra gli oppositori alle carte di identità in diverse nazioni. La situazione peggiora- molte nazioni non hanno neanche un' opposizione nazionale, solo alcuni attivisti isolati e dispersi, non legati da nessun gruppo o rete. Non vale solo per l’Africa e le “nuove democrazie”- vale anche per gran parte dell’Europa.

Dopo aver cercato di individuare e di connettersi con alcuni di questi gruppi oppositori, l’autore di questo articolo ha riscontrato che molti gruppi sono troppo estesi nella propria lotta per trovare il tempo necessario per interagire e vedere il quadro generale. Disgraziatamente, generalizzando, molti sono difficili da contattare, frammentati e molto estesi, o demoralizzati.

Provate a vedere questo, come la buona notizia- non abbiamo fallito, nella misura in cui non ci siamo organizzati. Però se non ci organizziamo presto, questo si trasformerà in un fallimento irreversibile per la libertà e la democrazia. L’altra parte vincerà senza neanche aver iniziato la battaglia, non solo perché non abbiamo un esercito per contrattaccare, ma perché il pubblico neanche si è reso conto che c’è una guerra.

Magari le persone reagiscono leggendo questo e cominciano ad organizzarsi in modo più efficace- unendosi, per il sostegno reciproco e il coordinamento.
E' tempo di rete! È tempo per i gruppi e gli attivisti in diverse nazioni, per iniziare a costruire una rete internazionale di opposizione.

Però esiste una campagna leggermente avanti su questo terreno- CASPIAN (Consumers Against Surveillance, Privacy-Invasion And Numbering), che ha affiliati internazionali, lavora a stretto contatto con gruppi di altre nazioni e affronta la situazione generale, compresi i dati aziendali di raccolta RFID. Alternativamente, per favore si metta in contatto con l’autore di questo articolo.
Per i lettori che non partecipano ancora ad una campagna, CASPIAN è una delle migliori organizzazioni esistenti- e la partecipazione è gratuita.

2-Aumentare la consapevolezza- coinvolgere il pubblico.

Il progetto del database e del controllo mondiale è andato avanti fino ad ora solo perché manca sensibilizzazione pubblica.
E’ ora di presentare questo argomento,in ogni occasione, per convincere la gente a pensare al senso di ordine pubblico. La consapevolezza pubblica è di vitale importanza.

Dobbiamo richiamare l’attenzione verso quello che sta succedendo.
Purtroppo, molte campagne hanno sviato la lotta contro la legislazione delle carte di identità invece di lottare per la consapevolezza pubblica. L’incontro nei parlamenti è deprimente e in ultimo luogo infruttuoso- le vere decisioni sono prese in una situazione totalmente diversa, fuori la vista del pubblico. Lo scenario generale è che le istituzioni e le legislature non rispondono alla democrazia o all' opinione pubblica. In realtà, i politici vedono che le donazioni alle campagne elettorali, l' “ospitalità” e in ultimo il successo politico sono vincolati alla loro capacità di compiere un programma previamente organizzato che corrisponde ai patrocinatori finanziari corporativi.

Il loro successo dipende dal superare l’opposizione a questo programma, attraverso la manipolazione ed il controllo dell’opposizione, simulando di ascoltare e simulando di fare concessioni. Il loro compito è quello di sprecare il vostro tempo ed energia.

La buona notizia è che il pubblico lo sa, e non gli piace- solo non sa fare cosa fare, perché nessuno gli offre un' alternativa.
Alcuni gruppi hanno cercato alternative più efficaci. Ad esempio, CASPIAN ha combattuto contro la raccolta corporativa di dati facendo proteste e boicottaggi pubblici. E’ una strategia che ha avuto successo- i giganti corporativi internazionali temono i consumatori e odiano la cattiva pubblicità. I legislatori sono più inclini ad ascoltare qualcuno che tocca con successo i loro patrocinanti corporativi. Nel capitalismo, a volte abbiamo più potere come consumatori che come elettori.
Questo è un esempio che permette la partecipazione diretta del pubblico, senza passare attraverso gli appelli ai politici, mostra la strada da seguire.

3. Denuncia del modo di pensare di chi applica questo regime.

L’obiettivo delle carte d’identità è quello di creare un registro digitale dettagliato di ovunque tu vada, di tutto quello che fai. L’oggetto dell' industria del RFID è Mobilità Totale- raccogliere continuamente dati di tutti gli oggetti e le persone d’interesse.

Quale tipo di mente e personalità può desiderare qualcosa di simile? Non saranno contorte per volerlo?

Il libro “Political Ponerology(4) descrive il modo di pensare di simili politici- non li perturba che le loro azioni vengano alla luce del sole, ma non tollerano che venga divulgata la loro psicologia.

Se dici quello che sta succedendo, possono etichettarti come “teorico della cospirazione” ma se menzioni che i tuoi capi sono immorali, corrotti e capaci di qualsiasi cosa, nessuno dubita di quello che dici.
Che motivo hanno per essere così paranoici con noi? Perché ci devono controllare tutto?
Cosa c’è che funziona male nelle loro teste, devono sospettare di tutti noi e trattarci come dei criminali?
Perché sono così misantropi? Perché è così minacciosa e pericolosa la gente comune?

4- Non usate carte di credito, usate denaro contante.

E’ incredibile fino a che punto la gente ha cooperato volontariamente nella consegna delle proprie informazioni personali, collaborando nel controllo delle loro vite.

Cercate di non lasciare una traccia digitale. Non lasciare che le tue carte ti identifichino.

Pensate a questo come il primo passo di un percorso più ampio.

Riferimenti:

1) Spychips: How Major Corporations and Government Plan to Track Your Every Purchase and Watch Your Every Move, by Katherine Albrecht and Liz McIntyre, Nelson Current, 2005, p64 ‘There’s a target on your back’

2) The FBI's Secret Scrutiny, In Hunt for Terrorists, Bureau Examines Records of Ordinary Americans, By Barton Gellman, 11/06/05 "Washington Post"

“Le nuove linee direttive di Ashcroft hanno permesso per la prima volta all’FBI di aggiungere agli archivi governativi dati di fornitori commerciali come la LexisNexis e ChoisePoint INC. Ministri di Giustizia anteriori avevano deciso che una simile azione violerebbe la Legge sulla Privacy. In molte officine locali, gli agenti hanno detto, che adesso hanno accesso a ChoicePoint nelle loro commissarie “.

3) On The Record : Surveillance, Computers and Privacy - The Inside Story, Duncan Campbell and Steve Connor, Michael Joseph Ltd 1986, p288-290

4) Political Ponerology: A Science on the Nature of Evil Adjusted for Political Purposes, by Andrew M. Lobaczewski (Author), Laura Knight-Jadczyk (Editor), Red Pill Press 2006, 2009

Appendice
Studio Indicativo
Piani biometrici e di carte d’identità intelligenti su scala globale (vedi gli schemi al link originale).

Fonte: http://www.globalresearch.ca/PrintArticle.php?articleId=14992

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa
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