10 maggio 2009

ANCHE L'ARZEBAIJAN NELLA NATO?

Le notizie provenienti dal continente eurasiatico (a cominciare da quelle tragiche dello spaventoso massacro di centinaia di civili compiuto dalle truppe statunitensi in Afghanistan) contribuiscono a stemperare gli entusiasmi suscitati dall’offensiva di immagine del presidente USA Obama.

Vengono, tra l’altro, confermate le preoccupanti linee di tendenza della politica nordamericana nei confronti del partner russo, affermatesi al tempo del precedente mandato di George Bush.

Nelle ultime settimane, abbiamo purtroppo assistito ad una preoccupante accelerazione della scalata di provocazioni nei confronti della Russia che non lascia presagire nulla di buono in merito alle prospettive della distensione tra le due superpotenze, almeno nelle dimensioni che sembravano prospettare alcuni commentatori di politica internazionale.

Dopo avere registrato i tentativi di destabilizzazione della Moldovia, tendenti ad esercitare pressione sulle attuali autorità comuniste del paese, allo scopo di spingerle ad accettare i ricatti della NATO e le pressioni dell’Unione Europea, di fronte al dispiegarsi delle massicce manovre dell’alleanza atlantica ai confini della Russia e a sostegno del traballante Saakashvili che non hanno mancato di provocare drammatiche tensioni con Mosca (che si sono tradotte nell’espulsione di alcuni consiglieri della NATO), sempre più insistenti in questi giorni si stanno diffondendo le voci di un’imminente integrazione nel sistema militare occidentale di un altro paese caucasico di importanza strategica, l’Azerbaigian, non a caso uno dei principali produttori di petrolio dell’ex Unione Sovietica.

A confermare tali voci sarebbero una serie di importanti iniziative promosse di concerto tra le autorità azerbaigiane e la NATO, culminate nell’organizzazione nella capitale azerbaigiana, il 6 maggio, di una importante conferenza internazionale dal titolo “NATO-Azerbaigian: valutare il passato, per guardare al futuro”.

In tale occasione, il segretario generale della NATO, Jaap de Hoop Scheffer, intervenuto in video-conferenza, ha voluto rimarcare l’eccellente stato delle relazioni con le autorità di Baku, dichiarando la piena disponibilità ad espandere ulteriormente la collaborazione sul piano della sicurezza regionale e del coinvolgimento del paese nelle “operazioni di pace” dell’organizzazione atlantica.

In maniera ancora più esplicita, i dirigenti azerbaigiani intervenuti alla conferenza, sottolineando come si stia aprendo “una nuova era nelle relazioni con la NATO”, hanno avanzato la candidatura del proprio paese alla completa integrazione nelle strutture militari e politiche dell’alleanza, in considerazione del fatto che sono “la posizione geografica stessa dell’Azerbaigian e il suo ruolo strategico a giustificare il diritto a far parte della NATO”.

Per parte sua, il rappresentante della Turchia, Hikmet Cetin, non ha mancato di evidenziare “il ruolo-chiave che Ankara svolge nell’assicurare l’adeguamento delle forze armate azerbaigiane agli standard richiesti dalla NATO”, e ha aggiunto di “credere che tale cooperazione continuerà”, come nel caso dell’Afghanistan dove i soldati azerbaigiani operano direttamente all’interno del contingente turco, “fino alla piena integrazione nella NATO come membro di diritto”.

Sempre il 6 maggio, in non casuale coincidenza con lo svolgimento della conferenza della NATO a Baku, la segretaria di Stato USA, H. Clinton, ha significativamente ricevuto una delegazione ad alto livello del governo azerbaigiano, dichiarando che anche la nuova amministrazione Obama è pienamente consapevole del fatto che “la posizione strategica dell’Azerbaigian riveste una rilevante importanza sul piano regionale e globale” e offrendo alla repubblica ex sovietica l’appoggio statunitense a una sua “crescente assunzione di responsabilità nella gestione delle più importanti questioni”.

Nel frattempo, a testimoniare l’interesse degli USA all’intensificazione delle relazioni NATO-Azerbaigian, fervono i preparativi per una conferenza, che inizierà a Washington il 14 maggio per iniziativa della “Jamestown Foundation”, dal titolo emblematico: “L’Azerbaigian e l’Occidente: una collaborazione strategica all’incrocio dell’Eurasia”.

Fonte: http://lombardia.indymedia.org/

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9 maggio 2009

L'IMPERO EURO-AMERICANO ALLE PORTE

Di Ida Magli

Ci arrivano molti consensi da parte di coloro che leggono il sito degli Italiani Liberi, richieste di adesione al nostro movimento, domande su che cosa fare per opporsi al tradimento dei politici che sono tutti d’accordo nel voler cancellare l’identità italiana, eliminare l’indipendenza e l’unità dell’Italia, mescolare gli Italiani con gli stranieri così da raggiungere quella società multietnica che è imposta dai sommi capi d’America e d’Europa. Io non posso fare altro, per rispondere a queste richieste, che esporre ancora una volta i motivi per i quali non ci si può salvare dal destino di morte che i governanti hanno prefissato se non opponendosi all’unificazione europea, uscendo politicamente dall’UE, e al tempo stesso ribadire che per riuscirci sarebbero necessarie forze economiche e organizzative che gli Italiani Liberi non possiedono. Abbiamo di fronte, infatti, una enorme montagna: la volontà univoca di tutti i partiti, sia italiani che europei, sia di destra che di sinistra, stimolati, spalleggiati e alimentati finanziariamente dall’America; e ciò che rende il compito ancora più difficile è il fatto che quasi nessuno dei cittadini, sia in Italia che negli altri paesi, sa bene quello che sta succedendo, data l’assoluta complicità dei giornalisti nel mantenere il silenzio.
Io so che per molti è difficile rendersi conto che la causa fondamentale di tutti i mali dai quali siamo oppressi, è la messa in atto da parte dei politici degli strumenti indispensabili alla realizzazione concreta del progetto di unificazione europea; progetto che era rimasto in precedenza quasi del tutto sulla carta a causa della temuta ingerenza dell’Unione Sovietica. Cercherò di fare il punto della situazione nel modo più semplice possibile, invitando i lettori a guardare i fatti così come stanno sotto i loro occhi. Possiamo considerare il giorno della domenica 29 marzo 2009 una data conclusiva del lungo percorso che è stato necessario per prepararsi all’eliminazione della Nazione Italiana.

http://scheggedivetro.blogosfere.it/images/Berlusconi%20mitra.bmp

Berlusconi ha detto solennemente, infatti, a chiusura del congresso del Popolo della Libertà, che la fusione dei vari partiti del centro-destra serviva, confluendo nel Partito Popolare Europeo, a farne il gruppo più forte di tutto il Parlamento di Strasburgo. Si tratta della pura verità; non c’è che prenderne atto. Tutte le operazioni politiche sono finalizzate al raggiungimento della maggiore capacità direttiva nell’Impero europeo. Naturalmente le parole di Berlusconi sul partito Popolare Europeo sono apparse a tutti come una logica e benvenuta conseguenza e non come lo scopo primario della fusione; ma questo tipo di inganno è quello solito, collaudatissimo, messo in atto ogni giorno da tutti i politici, da tutti i dirigenti dei partiti: far credere ai sudditi che ciò che viene fatto, anche a livello europeo, riguardi l’Italia, gli interessi dell’Italia, lasciando l’Europa e l’America appena visibili sullo sfondo, mentre è vero il contrario. L’Italia è soltanto il corpo del quale i politici si sono serviti e si servono per costruire un impero transatlantico, un corpo che stanno forgiando pezzo per pezzo sul modello delle forme americane in modo che possa sommarsi e unificarsi politicamente agli Stati Uniti d’America. Quali sono queste forme? Quelle che, nel progetto ideato dai politici, lo renderanno analogo all’America: un unico territorio senza confini così da cancellare gli Stati, rendere sempre più importanti ed autonome le Regioni, a partire dal federalismo fiscale, in modo da diventare ciò che in America sono gli Stati ( non per nulla i presidenti si sono autoproclamati Governatori); con l’afflusso di immigrati ottenere la molteplicità di razze, di religioni, di costumi che caratterizzano l’America, e con l’imposizione di un’unica costituzione, un’unica moneta, un unico mercato, un’unica polizia, un unico esercito, un’unica identità, diventare lo Stato Europeo. Gli strumenti strettamente politici sono già stati creati da tempo a forza di trattati. Nel 1993-94 il Trattato di Maastricht ha imposto le regole economiche e finanziarie e fissato le premesse per la moneta unica e per la cosiddetta ”armonizzazione “ delle polizie, dei codici giuridici, dei programmi scolastici, culturali, sanitari,ecc.; nel 1995 è stata firmata la Nuova Agenda Transatlantica (NAT) allo scopo di formare un unico blocco fra Unione europea e Stati Uniti a livello politico, economico e militare ( il centro propulsore del progetto è il Transatlantic Policy Network), finanziato da importanti multinazionali americane ed europee, quali Michelin, Boeing, IBM, Microsoft, Deustche Bank e molte altre. Secondo le raccomandazioni emanate proprio in questi giorni dal Parlamento Europeo il mercato transatlantico unificato dovrebbe cominciare a funzionare a partire dal 2015. Il blocco unificato politico e militare invece ha subìto qualche pausa negli anni scorsi, ma nessuno dubita che, con il simpatico impulso dato dal cambio della guardia alla Casa Bianca, si giungerà presto a metterlo a regime.


A questo punto saranno parecchi, fra i lettori, a pensare: cosa c’è di male nel cercare di diventare più forti unendosi all’America, tanto più trovandosi a competere con un mondo globalizzato? Ebbene, la risposta è molto semplice: tutto questo disegno è privo di realtà. E stato ideato senza tenere conto né della storia che sta alle spalle dell’America e dell’Europa, né di quello che è effettivamente il “modello” americano e che gli uomini italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc. dovrebbero condividere e mettere in atto. Io invito coloro che mi stanno leggendo a ripensare per un momento a qualcuno dei telefilm che le varie reti televisive ci propongono in lunghissime serie da decine d’anni: i “gialli”, i “polizieschi”, le “soap opera” quali L’Ispettore Tibbs, Ranger Walcher, Le strade della California, Colombo…
Sono gli Americani a raccontare se stessi in questi prodotti di consumo televisivo, non siamo noi ad inventarceli, o a raccontarli in base ai nostri viaggi, ai nostri studi, alla nostra sensibilità, i nostri pregiudizi. La vita quotidiana in terra d’America è fatta di scontri continui fra bianchi, neri, gialli, messicani, cinesi, femmine, maschi, gang giovanili in gara a chi uccide di più, poliziotti corrotti o giustizieri in proprio, sceriffi in competizione con la polizia federale, alti menager e politici pronti a tutto per raggiungere i propri scopi, immigrati clandestini avviati alla prostituzione e all’espianto degli organi, barboni come brandelli di esseri umani addormentati sui marciapiedi, traffico di droga costellato di omicidi… Il paradiso della società multietnica che i nostri politici continuamente ci predicano, non esiste e non può esistere. L’America ne è la prova incontestabile proprio perché è nata con questa caratteristica. I primi emigranti inglesi sono sbarcati sulla costa americana ( la Virginia) nel 1607. I primi negri vi giunsero pochi anni dopo, nel 1620, trasportati da una nave olandese che faceva commercio di schiavi. Da allora sono arrivati in America individui di ogni razza, religione, cultura. Ma, malgrado l’immensità del territorio e le sue enormi ricchezze, malgrado l’origine di immigrati comune a tutti e l’uso della stessa lingua, l’unico modello culturale che ha potuto svilupparsi è stato quello materiale del mercato, del commercio, del culto del denaro e della volontà di accrescerlo abbattendo qualsiasi barriera che ostacoli la circolazione delle merci. Da qui tutta la storia dell’America, la sua volontà di predominio praticamente fino all’attuale crisi economica.
E’ inutile soffermarsi su ciò che è evidente: l’Europa deve uccidersi per tentare di somigliarle. La ricchezza dell’Europa sta nella intelligenza, nella creatività, nella produzione di lingue, di pensiero, di arte, di musica, di diritto, di scienza. Ridotta al modello del mercato, senza identità di nazioni, di patrie, di civiltà, l’Europa sarà, come già oggi dimostra di essere, debolissima, poverissima. La democrazia sarà quella odierna di pura formalità elettorale, nella quale non conosciamo né il nome, né la lingua di coloro che ci governano. La libertà, poi, è soltanto apparente poiché sono stati predisposti tutti gli strumenti affinché nessuno possa ribellarsi. Il mandato di cattura europeo, che sarà esteso all’ordinamento giudiziario americano; l’archivio comune di tutte le impronte digitali; il controllo sui conti correnti e il divieto di circolazione del denaro contante, sono sufficienti ad impedire ogni velleità di opposizione. Senza denaro e senza segretezza è naturalmente impossibile organizzare neanche la più piccola azione di disturbo; per questo la disputa sui paradisi fiscali riguarda esclusivamente l’Europa, lasciando indisturbati quelli americani e quello israeliano: è soltanto in Europa che il possesso segreto di denaro potrebbe permettere qualche ribellione alla perdita della patria.
Così stanno le cose. Ma sebbene il quadro sia atroce, dobbiamo continuare a sorvegliare gli avvenimenti con il massimo di attenzione, sforzarci di raggiungere con l’informazione e aprire gli occhi a tutti coloro che ancora non sanno e non si rendono conto di quale sia il progetto dei politici e tenerci pronti per quando giungerà il momento (questo è sicuro) in cui sarà possibile agire.

Fonte: ItalianiLiberi

8 maggio 2009

AHMADINEJAD COME HITLER?


Niente paura...sono i media di oggi ad essere come quelli di Hitler. L'informazione non esiste oggi in ogni angolo del mondo c'è solo propaganda...come quella di Hitler appunto.
Qualche settimana fa avevo pubblicato il discorso integrale del presidende dell 'Iran Mahmud Ahmadinejad. Anche perchè dopo averlo letto, non riuscivo a capire cosa ci fosse di sbagliato, è un discorso onesto che qualunque capo di stato onesto farebbe. Ida Magli ha fatto delle sagge considerazioni su quel discorso, che vi proponiamo qui di seguito. Per motivi di spazio il discorso di Ahmadinejad lo trovate nel link: « Il Consiglio di sicurezza ha autorizzato i sionisti ad inseguire i loro crimini »
"Il Presidente dell’Iran, Mahmud Ahmadinejad, ha attirato recentemente l’attenzione del mondo pronunciando un importante discorso alla Conferenza dell’ONU sul razzismo, tenutasi a Ginevra il 20 Aprile scorso (denominata Durban II). Noi riproduciamo qui sotto il testo integrale così come l’abbiamo ricevuto, anche se ci dispiace non poter garantire la fedeltà della traduzione in quanto manca il nome del traduttore. Si tratta di un discorso molto interessante, sia per comprendere alcuni punti di vista di carattere religioso nei confronti dell’Occidente, sia per poter valutare in modo documentato la cattiva fede dei nostri mezzi d’informazione, i quali si sono lanciati in una critica totale, perfino equiparando Ahmadinejad a Hitler, senza riportarne però neanche una frase. In realtà, l’uso del concetto di “razzismo”, indotto dall’Occidente, non è utile oggi a nessuno in quanto nasconde il problema vero che è quello della distinzione fra le Nazioni e gli Stati, fra popoli e culture diverse, e Ahmadinegjad se ne serve, come fanno i governanti d’Occidente, per spingere alla riforma delle istituzioni di governo mondiale, non per abolirle. Per quanto riguarda una tale riforma, non si può certo dargli torto: nessun’ istituzione nella quale siano presenti degli Stati che hanno diritto di veto può essere “giusta”. E' l’esistenza di queste istituzioni che va messa in discussione: il diritto di veto segnala che esistono Stati o Governi più potenti di altri, o che pretendono di esserlo. Questa è, però una realtà che non ci si può illudere di cancellare e sarebbe molto più utile rendersene conto, rinunciando al governo mondiale e cercando gli accordi indispensabili di volta in volta, piuttosto che aspettare che altri Stati o altri Governi impongano la loro forza e prendano il posto di quelli oggi in declino.
Un altro aspetto molto interessante del suo discorso è il riferimento a Dio e alla spiritualità che ne deriva, una spiritualità che nelle sue parole appare molto influenzata dal Dio di Gesù di Nazaret più che da quello dell’Antico Testamento e del Corano. Anche su questo tema, non si può dare torto ad Ahmadinegjad: l’Occidente odierno mostra una faccia in concreto quasi del tutto priva di spiritualità, malgrado l’ostentato rispetto per le religioni e per i “poveri”, immigrati o meno; anche quando ci si riferisce agli Ebrei, lo si fa in funzione dell’antisemitismo, in ricordo dell’Olocausto o in difesa di Israele, certamente non per motivi religiosi.
Noi, però - gli Italiani - non abbiamo la possibilità di portare in posizioni più equilibrate (o meglio più sincere) il nostro rapporto con il Medio Oriente. Non c’è permesso capire quasi nulla di quello che avviene perché la politica dei nostri governanti, così come l’informazione, è dominata dagli interessi dell’Unione Europea e di conseguenza da quelli ebraico-americani. E' un fatto che si vede chiaramente dalla preparazione alle prossime elezioni: non una sola parola viene detta riguardo ai problemi dell’Europa. Ci si accapiglia, in modo indecoroso, sulla presenza delle belle donne o di nomi noti nelle liste, contando sulla loro funzione di “esca” per i voti in quanto non hanno nessun altro compito. Il Parlamento Europeo serve esclusivamente a collocare i propri adepti nelle ricche poltrone di Strasburgo rafforzando il partito in patria, e ad ingannare i cittadini sull’esistenza politica dell’Europa. Forse converrà ripetere per coloro che non lo sapessero che il nome di “Parlamento” è un orribile bluff in quanto quello europeo è un organismo che non può emanare leggi e che non governa. Quelli che governano sono la Commissione, il Consiglio e la Banca Centrale, e lì non arrivano Veline".
Ida Magli da Italiani Liberi

UN ALTRO PASSO VERSO IL NUOVO ORDINE MONDIALE



Il Senato ceco ha approvato il Trattato di Lisbona

A Praga il Senato della Repubblica Ceca ha approvato il trattato di riforma dell'Unione Europea con 54 voti favorevoli, 20 contrari e 5 astenuti, lasciando come l'ultimo ostacolo per la ratifica, la firma del presidente Vaclav Klaus. In questo modo, 26 dei 27 parlamenti del blocco hanno detto "sì" al Trattato di Lisbona.

Fortunatamente l'ultima parola spetta a lui. Vaclav Klaus, definito da molti "euroscettico", ha sempre detto che avrebbe firmato solo dopo l'esito del "RI"referendum (ad oltranza?) che si terrà in Irlanda in autunno. Ricordiamo che solo in l'Irlanda, grazie all'unico referendum tenutosi sul trattato in tutta Europa, la maggioranza dei cittadini ha potuto esprimere il suo dissenzo, al totalitarismo dell' Unione Europea.

La reazione al voto di Vaclav Klaus è stata di grande delusione, affermando che avrebbe aspettato il ricorso di alcuni senatori davanti alla Corte Costituzionale.
Come giustamente fa notare Klaus, il Trattato di Lisbona è identico al vecchio trattato europeo, che sia l'Olanda che la Francia avevano bocciato con un referendum nel 2005.
I burocrati di Bruxelles hanno cambiato solo il nome al trattato. Secondo Klaus il Trattato di Lisbona sarebbe in contrasto con la sovranità della Repubblica Ceca, e come dargli torto?
Il trattato è in contrasto con qualsiasi sovranità nazionale dell'europa!

Il premier Mirek Topolanek, sfiduciato al Parlamento ceco il 24 marzo scorso, dopo essersi appellato al senato perchè venisse ratificato il Trattato, ha detto: "Mi aspetto altre ostruzioni sotto la bacchetta di Vaclav Klaus!"

Io invece le aspetto con ansia e ci conto, perchè gli alibi di Topolanek, secondo cui la non ratifica del trattato sarebbe stata "un'altra vergogna", e che "il Trattato era il prezzo da pagare per non rimanere nella periferia dell'Unione Europea, che avrebbe gettato la Repubblica Ceca nelle braccia della Russia", dimostra o disinformazione o collusione con i poteri forti.

Ma qualcuno ha avvertito Topolanek che la guerra fredda è finita?
Io personalmente preferirei "le braccia russe" piuttosto che "il braccio della morte della BCE"!

Alba Kan

7 maggio 2009

LA VERA MONETA E LA RIFORMA MONETARIA



Riceviamo e pubblichiamo:


From: ********@cheapnet.it

To: vocidallastrada@live.it
Subject: La truffa colossale della moneta-debito
Date: Sat, 2 May 2009 13:41:10 +0200

Gentili Signori,
ho letto molti dei vostri articoli sulla crisi economica, ma nessuno tratta della vera causa: cioè l'attuale gestione della moneta. Perché? Ho la sensazione che tutti i mass media siano controllati dai poteri forti che non ammettono che si dica la verità alla gente.
Finché la moneta sarà sotto la diretta gestione delle banche avremo un Debito Pubblico sempre maggiore ed inestinguibile che dovremo pagare noi con le tasse. Questa è una truffa colossale. I poteri forti (le banche) si sono appropriati della nostra moneta e ce la prestano a debito con gli interessi rendendoci schiavi. Perché non denunciate la verità che voi conoscete sulla moneta? Con il vostro comportamento vi rendete complici della colossale truffa ai danni dei cittadini. E prima o poi ne dovrete rendere conto.
G.V.
Ringrazio il sig. G. V. (che è uno dei soci fondatori di Arcipelago SCEC) per queta critica molto costruttiva di cui prendo atto con piacere, in quanto sono d'accordo sul fatto che bisogna informare di più sui meccanismi truffaldini delle banche, di cui pochissimi sono a conoscenza.
La parola "Signoraggio" è ancora un mistero per molta gente.
Nonostante non mi senta "complice delle banche", perchè ogni volta che ho parlato di Nwo, Trattato di Lisbona, crisi finanziaria, banche centrali, ecc ho parlato automaticamente anche di banche, la critica di G.V. è comunque giusta, perchè bisogna informare sui meccanismi nascosti che ci rendono schiavi...e soprattutto informare sulle soluzioni concrete che si possono adottare, come ad esempio lo SCEC, di cui parleremo in altra occasione.

Il presente è solo una piccola parte di questa "PROPOSTA DI ATTUAZIONE DELLA RIFORMA MOMETARIA" che potete leggere per intero sul sito www.ascensione.org. Per motivi di spazio ne riporto solo alcune parti.

1.0 – Premessa: Per un'economia di giustizia e solidale

Pretendere di conoscere l'Economia senza conoscere la Moneta, equivale a pretendere di conoscere un'auto senza conoscerne il motore. E senza motore, l'auto non parte. Per questa fondamentale funzione che essa svolge, nella nostra disamina della scienza economica abbiamo ritenuto necessario partire dal concetto di Moneta, ed in particolare dal concetto che più di tutti mostra la natura convenzionale del valore monetario: il Signoraggio.

Il Signoraggio è un concetto che merita di essere approfondito data la sua importanza per ogni società i cui scambi sono basati su una Moneta. In sintesi, è la differenza tra il valore nominale della Moneta ed il suo costo di produzione. Tale differenza, data la natura istituzionale della Moneta, dovrebbe spettare ai cittadini i quali attraverso un organo che li rappresenta dovrebbero emettere la stessa moneta.

Oggigiorno invece la Moneta è emessa da una privata Banca Centrale e creata da un privato sistema bancario. Si ritiene invece che la natura istituzionale della Moneta richieda una emissione ed una creazione della Moneta solo ed esclusivamente pubblica (statale ad esempio, o di altra comunità), accreditando la Moneta stessa ai cittadini e non indebitandola al momento dell'emissione. Ed utilizzando in tal modo il Signoraggio per scopi di natura pubblica e sociale.

Consideriamo il libero mercato dei beni e dei servizi la più efficiente ed equa forma di allocazione delle risorse, pur ritenendo la moneta (coerentemente con la nostra teoria monetaria) non un bene od un servizio di mercato bensì una convenzione istituzionale che misura il valore di tali beni e servizi e che, nella sua forma più pura, necessita di una gestione pubblica. Riteniamo inoltre che sia dovere morale della comunità garantire, nel rispetto del libero mercato dei beni e dei servizi, il soddisfacimento dei bisogni primari di ogni essere umano.

Riteniamo importante sia il libero arbitrio d'azione dei singoli individui sia l'influenza delle istituzioni sul comportamento umano, ed altresì sosteniamo l'importanza della Storia come fonte di conoscenza del pensiero umano, sostenendo però la necessità di una indipendenza della teoria dalla storia stessa.

2.0 - Tipologie di Signoraggio

Abbiamo definito il Signoraggio come la differenza tra il valore nominale della Moneta ed il suo costo di produzione. Esso è un profitto di cui si appropria chi ha il potere di emettere quella data Moneta. Tale profitto esiste per ogni forma di Moneta oggigiorno utilizzata: metallica, cartacea e scritturale.

Il Signoraggio sulla Moneta metallica è solitamente per legge attribuito allo Stato. Quello sulla Moneta cartacea è per legge attribuito alla Banca Centrale (solitamente privata). Quello sulla Moneta scritturale è invece (seppur senza riferimento legislativo) attribuito al sistema bancario nel suo complesso (Banca Centrale compresa, dato che anch'essa può creare denaro dal nulla prestandolo senza l'emissione di banconote).

Il Signoraggio sulla Moneta metallica è costituito dal valore facciale (nominale) totale di tutte le monete metalliche coniate da un determinato Stato in una determinata valuta, al netto del costo di produzione delle stesse.

Il Signoraggio sulla Moneta cartacea è costituito dal valore facciale totale di tutte le banconote emesse da una Banca Centrale in una determinata valuta, al netto del costo di produzione delle stesse.

Il Signoraggio sulla Moneta scritturale è costituito dal valore nominale (facciale in questo caso non è corretto, non essendo questa Moneta fisica) di tutta la Moneta prestata dal sistema bancario (credito) sotto forma di conto corrente (c/c), al netto del costo di produzione della stessa (che è nullo: una semplice digitazione su un computer o scrittura su un foglio di carta di cifre numeriche).

Mentre il Signoraggio sulla Moneta fisica (cartacea e metallica) è solitamente ben identificato, quello sulla Moneta scritturale risulta spesso non compreso a causa della non automatica identificazione di quest'ultima come Moneta vera e propria: ciò che non è sensorialmente percepibile è di più difficile comprensione. Tale confusione è accentuata ancor più dall'esistenza della Contabilità e del Bilancio: in quanto costituiti della stessa sostanza (cifre numeriche su PC o su carta), si tende a fare confusione tra la Moneta scritturale (c/c) ed una generica computazione di cifre monetarie (Contabilità e Bilancio). La prima è Moneta, la seconda un semplice conteggio della stessa Moneta. Il conto corrente, in altre parole, non è Contabilità, come viene solitamente definito, bensì vera e propria Moneta non fisica. Che gode del suo Signoraggio, come ogni Moneta il cui valore nominale è superiore a quello intrinseco (nullo in questo caso). Riguardo al Signoraggio delle banche ordinarie si consiglia di leggere l’articolo “Riserva frazionale vs. riserva totale” a questo link.

Nota: il Signoraggio qui discusso è in altre parole parte del Capitale prestato dal sistema bancario (o addirittura il Capitale stesso nel caso della Moneta scritturale, non avendo essa alcun costo di produzione). Tale profitto si aggiunge a quello derivante dagli Interessi sullo stesso Capitale prestato.


3.0 - La vera Moneta
4.0 – La Proprietà della moneta (Sovranità monetaria)
5.0 – Riforma della Costituzione
6.0 – Programma di attuazione della Riforma Monetaria

Questo è il seguito che potete continuare a leggere al seguente link:
http://www.ascensione.org/attuazione_riforma_monetaria.htm

6 maggio 2009

ISRAELE AUMENTA LA PRESSIONE SU GAZA CON NUOVI BOMBARDAMENTI

Gli abitanti di Rafah si sono svegliati ieri in un clima teso di fronte alla possibilità, dopo confermata, che militari israeliani ricominciassero ad attaccare con la scusa di distruggere dei tunnel da dove, affermano, vengono introdotte armi da contrabbando.

Questi sottopassaggi clandestini vengono utilizzati generalmente dai palestinesi per introdurre merce ed evadere al blocco imposto da quasi due anni da Israele, all’enclave con la chiusura degli incroci terrestri e restrizioni alla navigazione in acque giurisdizionali.
Sia l’aggressione di venerdì pomeriggio, che ha ferito 3 persone, sia quella di ieri sono state giustificate dal comando castrista sionista come risposta a spari con missili delle milizie palestinesi contro il territorio di Israele.

Combattenti dei Comitati di Resistenza Popolare hanno rivendicato l'esplosione di tre bombe da mortaio contro una pattuglia delle forze speciali israeliane a Negev, senza causare vittime o danni materiali. Portavoci israeliane hanno confermato, da parte loro, che due proiettili hanno avuto un impatto in un’area non abitata del sud, anche se hanno evitato di precisare che l’attacco palestinese è stato la risposta da parte della resistenza ai bombardamenti di venerdì scorso.

5 maggio 2009

BUGIE E DISINFORMAZIONE IN RELAZIONE ALL'INFLUENZA SUINA

di Michel Chossudovsky

Qual è l'influenza? Si tratta di una grave malattia respiratoria contagiosa causata da virus influenzali. Milioni di americani ne soffrono di influenza ogni anno. La maggior parte dei malati, rimane ammalata per circa una settimana. Alcune persone (soprattutto bambini, donne incinte, anziani e persone con problemi di salute cronici) possono avere complicazioni e molti muoiono a causa dell'influenza. Centers for Disease Control and Prevention (Centro per il controllo delle malattie e la prevenzione).

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aumentato il livello di allerta pandemia a 5 su una scala di 6. La fase 5 dell' OMS significa che "vi è una continua diffusione del virus tra gli esseri umani in almeno due paesi e che vi è un imminente esplosione della malattia a livello globale ... Indica anche un maggiore sforzo per produrre un vaccino ... Sono stati confermati casi umani in Messico, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Israele, Nuova Zelanda e Spagna "(grassetto aggiunto).

Secondo i rapporti, l'OMS ha preso la decisione dopo che "un bambino di 23 mesi è morto[di influenza suina] in Texas, dopo aver viaggiato dal Messico per ricevere cure mediche." Secondo i rapporti, l'influenza suina è stata confermata in 11 stati degli USA. Citando le parole di alti funzionari dell OMS a Ginevra e Washington, che dicono "è poco probabile che si fermi il diffondersi del virus.". I media si sono messi in moto con poca analisi sulla revisione delle prove, e hanno concentrato l'attenzione su più di 2.400 casi di influenza non specificati in Messico.

"La diffusione a livello mondiale è imminente ...

tutti i paesi dovrebbero attivare piani di preparazione",

"La peggiore crisi sanitaria che affronta il mondo negli ultimi 90 anni ..."

Il giorno dopo che l'OMS dichiara la Fase 5 dell'allerta, uno scienziato associato con il Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione dell'Unione Europea ha dichiarato, senza prove, che l'epidemia potrebbe potenzialmente influenzare il 40% al 50% della popolazione dell'Unione europea "in modo lieve"(cfr. europeanvoice.com, 30 aprile 2009). Il professor Neil Ferguson, un membro del gruppo di lavoro dell'OMS sull'influenza suina, ha affermato che "il 40% della popolazione del Regno Unito potrebbe essere infettata nel corso dei prossimi sei mesi, se il paese fosse colpito dalla pandemia."

"Non sappiamo che dimensioni assumerà l'epidemia nel corso dei prossimi due mesi ... E 'quasi sicuro che anche se non scompare nelle prossime settimane (può succedere) avremo un' epidemia stagionale in autunno ".

"Possiamo aspettarci tra il 30% al 40% della popolazione ammalata nei prossimi sei mesi, qualora questo si trasforma in una vera pandemia. Si può avere un numero significativo di persone infette nelle prossime settimane, ma se mi piace scommettere, direi che sarà un pò più lungo 'perché ci muoviamo verso l'estate." Il professor Ferguson ha detto che i 152 morti in Messico rappresentano probabilmente una parte relativamente piccola il numero totale di infetti che potrebbe raggiungere decine o centinaia di migliaia"(Daily Express, 1 maggio 2009).

Le notizie dei media sono distorte. La realtà è stravolta. Le dichiarazioni dei politici non sono supportate da prove scientifiche e mediche. Le dichiarazioni del Professor Ferguson sono infondate. Non si è preso la briga di verificare il numero di casi di influenza suina in Messico "confermati dal laboratorio." Tra il 30% e il 40% della popolazione nel Regno Unito? Fino al 50% dei 500 milioni di abitanti dell'Unione europea? Su cosa si basano queste affermazioni? Secondo le relazioni, il 27 aprile ha avuto un solo caso d' influenza suina in tutta l'UE: "Il primo caso confermato di influenza suina in Europa è stato diagnosticato in Spagna. Il Ministero della salure del paese lo ha confermato lunedi mattina, dopo che è stato fatto il test ad un uomo che di recente era tornato da Messico "(BBC, April 27, 2009)

Indebolire il movimento di protesta sociale
Dichiarazioni di questo tipo sull' inevitabile diffusione della malattia hanno creato, volutamente, un clima di paura, insicurezza e panico. Essi servono a distrarre l'attenzione della gente dalla devastante crisi finanziaria mondiale che sta portando il mondo alla povertà diffusa e alla disoccupazione, per non parlare della guerra in Medio Oriente e la questione più ampia di crimini di guerra della NATO-USA. La vera crisi è globale, è segnata dalla povertà, collasso economico, conflitti etnici, morte e la distruzione, l'abrogazione dei diritti civili e la fine dei programmi sociali dello Stato. L'annuncio da parte dell'UE della pandemia di influenza suina inevitabilmente serve a minare il movimento di protesta sociale che si è diffuso in Europa. In Messico, le misure di emergenza contro l'influenza suina che hanno "chiuso" tutte le aree urbane sono generalmente considerate un pretesto da parte del governo di Felipe Calderón per fermare il crescente dissenzo sociale per una delle amministrazioni più corrotte della storia messicana. In Messico è stata sospesa la sfilata del 1 °, che era diretta contro il governo di Calderón.

Il bilancio dell' OMS
Il gruppo consultivo dell' OMS ha individuato 148 casi di influenza suina confermati in laboratorio in tutto il mondo, di cui 8 morti, quasi una pandemia:

"29 aprile 2009 - La situazione si sta evolvendo rapidamente. Alle 18:00 GMT del 29 aprile 2009, nove paesi hanno ufficialmente segnalato 148 casi di infezione da influenza A/H1N1. Il governo degli Stati Uniti ha riferito di 91 casi confermati in laboratorio, con una morte. Il Messico ha riferito 26 casi confermati di infezione, compresi i sette morti.

I seguenti paesi hanno segnalato casi confermati in laboratorio senza morti: Austria (1), Canada (13), Germania (3), Israele (2), Nuova Zelanda (3), Spagna (4) e Regno Unito (5).

Sul sito web dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO.org) saranno disponibili tutti i giorni maggiori informazioni. "

In una dichiarazione del 29 aprile, il direttore generale dell'OMS, Dr. Margaret Chan ha dichiarato che:

"Sulla base della valutazione di tutte le informazioni disponibili, e dopo diverse consultazioni con gli esperti, ho deciso di spostare l'attuale livello di allerta pandemica dalla fase 4 a 5.

La pandemia di influenza suina dev' essere presa sul serio proprio a causa della sua capacità di diffondersi rapidamente a tutti i paesi del mondo.

... L'OMS continuerà a monitorare la pandemia a livello epidemiologico, clinico e virológico.

... Ho fatto appello ai paesi donatori, UNITAID, la GAVI Alliance, la Banca Mondiale e ad altri per mobilitare le risorse. "

Una miniera d'oro per le multinazionali
Big Pharma è stata identificata dall'OMS come la soluzione della crisi:

"[il direttore generale del OMS] Ho preso contatto con le aziende produttrici di farmaci antivirali per valutare la capacità e tutte le opzioni per aumentare la produzione. Ho anche preso contatto con i produttori di vaccini contro l'influenza che possono contribuire alla produzione di un vaccino per la pandemia ". La pandemia di influenza suina è una miniera d'oro per una manciata di imprese BioTech (biotecnologiche). L'UE ha già dato il via libera per lavorare con con Big Pharma per sviluppare un vaccino contro l'influenza suina.

L'esame dei dati
I dati utilizzati per un allarme di livello 5 sono estremamente scarsi. L'OMS afferma non solo che "è imminente l'esplosione della malattia a livello mondiale", ma distorce anche i dati di mortalità del Messico riguardo la pandemia di influenza suina. Secondo la dichiarazione ufficiale del direttore generale dell'OMS, Dr. Margaret Chan, del 29 aprile: "Fino ad oggi 176 persone sono morte in Messico". Cosa? Dove ha preso queste cifre? Secondo il Ministero della Salute del Messico, 159 persone sono morte di influenza, di cui solo sette sono dovute ad una varietà di H1N1 influenza suina confermata da prove di laboratorio (vedi i dettagli di seguito). Come documentato da William Engdahl, i sintomi dell'influenza suina non sono specifici, sono simili a quelli della comune di influenza (Vedi William Engdahl, Global Research, April 29, 2009).

Il parere scientifico contraddice la dichiarazione ufficiale dall' OMS:

"Gli scienziati che studiano il virus hanno convenuto che questa varietà ibrida di influenza (almeno nella sua forma attuale), è improbabile che sia fatale, come alcune varietà, come alcuni che provocarono pandemie precedenti. In effetti, l'attuale focolaio del virus H1N1 che è emerso a San Diego e nel Messico meridionale alla fine dello scorso mese, non può fare molti danni, come gli attuali focolai d' influenza che si verificano ogni inverno senza troppe fanfare.

Sempre più spesso le prove preliminari dei laboratori, di modelli di genetica, epidemiologica e semplice matematica suggeriscono che nell'attuale epidemia probabilmente peggiori scenari sono evitati"(Los Angeles Times, April 30, 2009)

Messico
L'influenza è una malattia comune. Ogni anno ci sono milioni di casi di influenza in tutta l'America. "Secondo la Gazzetta del Canadian Medical Association, l'influenza uccide 2.500 su 36.000 canadesi e americani. In tutto il mondo, il numero dei decessi attribuiti alla influenza ogni anno è tra 250.000 e 500.000 "(Thomas Walkom, The Toronto Star, May 1, 2009) La maggior parte dei casi di influenza in Messico riportati non mostrano la varietà A/H1N1. Secondo il rapporto dei Media, la maggior parte dei casi di influenza suina messicani sono "sospetti": non sono stati confermati da analisi di laboratorio. Il Ministro della Salute messicano Jose Angel Cordova ha confermato che "ci sono stati 2498 casi di polmonite atipica grave associata con le condizioni dell' influenza ... [che] potrebbero essere correlate al virus A/H1N1. Di questi 2498 casi, 159 sono morti di influenza o malattie correlate, ma solo 7 di questi decessi sono stati collegati all' influenza suina, secondo la dichiarazione ufficiale del ministro della Salute. Queste cifre di cui sopra sono coerenti con il modello di influenza osservato in Messico negli anni precedenti.. "In un anno normale tra 6.500 e 7.500 messicani muoiono a causa di malattie come la polmonite". I 159 casi che sono stati segnalati "hanno accusato l'epidemia, ma le relazioni di laboratorio suggeriscono che l'influenza suina era la causa solo di 7 su 159 casi.

Ad esempio, nella città di Veracruz, La Gloria, non vi è stato un focolaio di infezioni respiratorie acute, dei 450 casi testati per l'influenza suina, solo uno è stato positivo (vale a dire un rapporto di 1 / 450).

Le notizie della stampa sono sempre distorte. Citano 152 o 159 uccisi dal virus H1N1, quando in realtà solo sette di questi decessi sono associati con la varietà di influenza A/H1N1 suina secondo il ministero della Salute. Le altre morti sono associati con i casi di influenza ordinarie e/o a fattori correlati, ma sembra che le notizie raramente fanno questa distinzione. Inoltre, non sono stati forniti dettagli per quanto riguarda i risultati di laboratorio relativi a questi sette casi.

Negli Stati Uniti solo un laboratorio in tutto il paese ha la capacità di confermare l'identità del virus, vale a dire il Centers for Disease Control and Prevention, ad Atlanta. Quanti laboratori in Messico hanno la capacità di individuare il virus? Secondo le relazioni, i campioni vengono inviati l'Istituto Nazionale di Epidemiologia che li invia ai laboratori negli Stati Uniti e in Canada. Ciò suggerisce che non vi sono test di laboratorio che documentano il numero relativamente elevato di casi sospetti. Secondo il ministero, le analisi di laboratorio dei 159 morti sono stati effettuati in laboratori messicani, con l'aiuto del CPCE di Atlanta che invierà i risultati.

Stati Uniti
Negli Stati Uniti sono stati segnalati 109 casi del virus (al 30 aprile 2009), di cui solo cinque sono stati ricoverati in ospedale. Il Centro Usa per il Controlllo della Malattia ha confermato che un bambino di 23 mesi del Texas è morto di virus suino, dopo essere stato ricoverato in ospedale ed esaminato clinicamente.

Stati Uniti i casi di infezione di influenza suina (al 30 aprile 2009, le ore 10:30 ET)

Stato N° casi accertati - Morti
Arizona 1
California 14
Indiana 1
Kansas 2
Massachusetts 2
Michigan 1
Nevada 1
New York 50
Ohio 1
South Carolina 10
Texas 26 1
TOTAL 109 casi 1 morto
Dati dell' OMS World Health Organization

Disinformazione dei media
Le notizie dei giornali indicano che "centinaia di studenti di New York si sono ammalati con quello che è stato sospettato di essere l'influenza suina." Tuttavia, nessuna prova è stata confermata dai laboratori sull'incidenza del focolaio di H1N1 influenza suina. Molto probabilmente, i bambini sono affetti da influenza, che è frequente nel mese di aprile. "Tutti i casi sono stati lievi, nessun bambino è stato ricoverato in ospedale, nessuno è stato gravemente ammalato", ha dichiarato il dr. Frieden. I funzionari della sanità hanno raggiunto la loro conclusione dopo aver effettuato le prove preliminari su campioni virali dal naso o dalla gola di otto studenti, consentendo loro di eliminare le altri ceppi di influenza ".

Sono stati testati a bambini in età scolare nel Queen's, ma le prove sono state inconcludenti: tra questi "centinaia di bambini in età scolare", non vi era alcuna relazione di laboratorio che potrebbe portare ad identificare positivamente il virus dell'influenza. In realtà, i rapporti sono contraddittorie: secondo loro, il CPCE di Atlanta è l'unico laboratorio nel paese che può confermare positivamente il nuovo focolaio di influenza suina, che è stato identificato come H1N1 "(New York Times, 25 aprile 2009).

L'influenza è una malattia comune. L'identità del virus può essere identificata solo attraverso prove di laboratorio.

Si dice che il CPCE di Atlanta sta svolgendo un ruolo chiave per identificare il virus per molti paesi latino-americani tra cui Messico, Guatemala, El Salvador e Costa Rica. Il 30 aprile, il governo degli Stati Uniti ha istituito un laboratorio CPCE in Messico. In altre parole, l'agenzia del governo degli Stati Uniti sta monopolizzando lo svolgimento di analisi di laboratorio, dati e analisi.

Fonte: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13433

Articolo correlato di Marcello Palmio

4 maggio 2009

LA MORBIDA TRANSIZIONE CRIMINALE DA BUSH-CHENEY A OBAMA



La nuova amministrazione corrotta, approfondisce ed espande la sistemica criminalizzazione nell'agenda di guerra.

di Larry Chin

Per gli osservatori ragionevoli e perspicaci della storia e dell'inganno politico l'ascesa di Barack Obama conteneva la promessa di nuovi pericoli senza precedenti: un rinvigorito Nuovo Ordine Mondiale, guidato dalla fazione criminale neoliberista dell'impero anglo-americano ed un iconico, ingannevole nuovo facilitatore ed una continuazione della criminalità e della guerra di Bush/Cheney, sotto una gestione più scaltra e molto più efficace.

Ora, appena pochi mesi in carica, l'amministrazione Barack Obama ha più che soddisfatto le promesse fatte ai suoi sostenitori dell'elite, accrescendo la distruzione di massa di Bush/Cheney mentre incantava le sue vittime in tutto il mondo in modo da farle a gioire del proprio stesso crollo.

Il facilitatore dell'impero
Sotto i suoi apparentemente infiniti carisma e fascino, Barack Obama è sempre stato un politico assolutamente spietato. E' stato uno che ha fatto compromessi che ha danzato con le forze più oscure del potere politico e criminale, mentre persuadeva la gente comune, un camaleonte sicuro del consenso ed un "pragmatista". Obama è il vero modello di ciò che George W. Bush pretendeva solamente di essere: "uno che unisce, non che divide".

I segnali erano chiari dai primi giorni della competizione presidenziale che Obama era, come ogni candidato presidenziale, un burattino selezionato. La sua schiera di consiglieri di sicurezza nazionale e politica estera comprendeva i più famigerati criminali di guerra, "consiglieri" di intelligence/sicurezza e corrotti elementi dei think tank al mondo. La sua campagna è stata finanziata da Wall Street e dalle grandi società. Il suo programma politico è stato preso dal copione del Gruppo Bilderberg, del Consiglio delle Relazioni Estere e della Commissione Trilaterale. Entrambe il potere ed il denaro dell'elite neoliberista (e neoconservatrice) si sono saldati mentre i suoi rivali politici scomparivano.

Il record di Obama al Senato USA è di generale complicità con Bush/Cheney e lo status quo, compreso l'entusiastico sostegno al consenso sull'inganno della "guerra al terrorismo" ed alla grande menzogna dell'11/9. L'ex congressista USA Cynthia McKinney ha descritto come, nei suoi incontri con Obama, il senatore dell'Illinois si rifiutasse ripetutamente di agire in opposizione alle politiche di Bush/Cheney. Nuovamente, durante i suoi giorni al Senato e per tutta la campagna presidenziale, Obama ha non soltanto totalmente appoggiato l'amministrazione Bush/Cheney sul Patriot Act ma pure l'indiscriminata militarizzazione e criminalizzazione degli Stati Uniti.

Destabilizzazione immediata
Gli ingenui, i fiduciosi e gli ignoranti hanno continuato a nutrire fantasie sul "cambiamento", anche se Obama ha prontamente distrutto ogni singola speranza, a cominciare dalla composizione della sua amministrazione. Ha selezionato una squadra di transizione e poi un gabinetto composto interamente da leggendari criminali di guerra e corrotti membri dell'elite, ciascuno più maleodorante e corrotto del successivo. Dal partecipante all'Iran-Contra Robert Gates e dal criminale di guerra Richard Holbrooke, a Hillary Clinton e ad una squadra di consiglieri economici composta dagli architetti della distruzione di Wall Street, inclusi Paul Volcker, Robert Rubin, Larry Summers ed il nuovo Segretario al TesoroTimothy Geithner.

Sotto Geithner ed il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, lo schema Ponzi che è Wall Street, l'indiscriminata rapina del popolo americano iniziata da Alan Greenspan, Bernanke e dal Segretario al Tesoro di Bush/Cheney Hank Paulson non soltanto è continuato inesorabile, ma si è metastatizzato ad ogni nuovo salvataggio e ad ogni nuova truffa orchestrata da Geithner.

Mentre il popolo di "Main Street" ha continuato a soffrire per una nuova Grande Depressione senza effettiva assistenza dall'amministrazione Obama, i forzieri finanziari del Nuovo Ordine Mondiale continuano a riempirsi con denaro rubato ai contribuenti USA. Nessun soccorso per le persone impoverite, mentre l'amministrazione "salva" le banche e Wall Street, secondo frodi come il "Programma di associazione pubblico-privato". Lasciando i lupi a capo del pollaio finanziario, Geithner e l'amministrazione Obama hanno autorizzato il Congresso a scartare gli standard di valutazione dei titoli sulle "attività tossiche". (Vedi anche questo editoriale e l'articolo di Arthur Leavitt, ex capo della SEC e del Carlyle Group). Sostanzialmente, l'amministrazione Obama semplicemente lascerà determinare alle banche ed alle istituzioni finanziarie che hanno prodotto la crisi con i loro massicci schemi Ponzi quanto desiderino valutare le loro "attività tossiche".
In modo non sorprendente, questa mossa ha scatenato un' enorme ripresa a Wall Street. Alcuni l' hanno persino salutata come la fine della crisi.

Un piano di stimolo criminale
Il cosiddetto pacchetto di stimolo di Obama è ancora un altro cavallo di Troia. Come dettagliato esaurientemente ed incisivamente da Michel Chossudovsky in "America's Fiscal Collapse":
"Questo è un 'Bilancio di guerra'. Le misure di austerità colpiscono tutti i principali programmi di spesa federali con l'eccezione di:
1. Difesa e guerra in Medio Oriente,
2. Il salvataggio bancario di Wall Street,
3. Pagamenti di interessi su un debito pubblico sbalorditivo.

"Il programma di stimolo di Obama costituisce la continuazione dei pacchetti di salvataggio bancario dell'amministrazione Bush. La soluzione politica proposta alla crisi diventa la causa, risultando in definitiva in ulteriori bancarotte nell'economia reale ed in un corrispondente crollo degli standard di vita degli americani.

"Entrambe i salvataggi bancari di Bush e di Obama sono intesi ad essere d'aiuto di istituzioni finanziarie in difficoltà, per assicurare il pagamento delle operazioni di debito 'interbancarie'. In pratica, grandi somme di denaro transitano attraverso il sistema bancario, dalle banche agli hedge funds, ai paradisi bancari offshore e indietro alle banche.

"Ciò di cui stiamo trattando sono il trasferimento ed il sequestro fraudolenti dei risparmi di tutta una vita e dei fondi pensione, l'appropriazione fraudolenta di entrate fiscali per finanziare i salvataggi bancari ecc. Per comprendere ciò che è accaduto: seguite la pista del denaro dei trasferimenti elettronici con la prospettiva di stabilire dove sia andato il denaro.

"Ciò che è in questione è la criminalizzazione vera e propria del sistema finanziario: "rapina finanziaria' in una scala senza precedenti.
"Il sistema monetario, che è integrato nel processo di bilancio dello stato, è stato destabilizzato".

AIG: Obama reagisce per l'impero La più significativa impronta criminale dell'amministrazione Obama è stata rivelata nel suo trattamento dell'American International Group (AIG), uno dei maggiori beneficiari della frenesia del "salvataggio". La cospirazione Obama-AIG, che continua a palesarsi, è anche quella meno bene compresa.

Mentre il "risentimento" popolare è stato incanalato (dai media corporativi, da Obama e dal Congresso) a concentrarsi sui sintomi meno importanti del problema--i premi pagati ai dirigenti della AIG--il crimine maggiore che è la AIG stessa è passato inosservato. Come è stato il caso con la Enron, e con tutte le azioni di Bush/Cheney, l'"insulto" della AIG è un'altra "direzione sbagliata" e copertura.

La AIG non è "troppo grande per fallire". E' semplicemente un depositario di denaro sporco e di segreti sporchi troppo importante per metterlo allo scoperto. Barack Obama e la sua amministrazione lo sanno.

La AIG, uno dei maggiori fondi commerciali di capitale d'investimento sulla terra, è anche uno dei maggiori riciclatori di denaro del narcotraffico e di fondi illegali per operazioni clandestine. L'inchiesta "AIG" (From The Wilderness, 14 agosto 2001) di Mike Ruppert ha analizzato a fondo la AIG, esponendo continui collegamenti con operazioni segrete, narcotraffico, riciclaggio di denaro sporco ed il ruolo centrale della AIG nella connessione di potere Wall Street/Washington.

Il coinvolgimento della AIG nelle operazioni clandestine USA risale alla II Guerra Mondiale, alle sue radici come C.V. Starr, la società collegata ai servizi segreti fondata dall'agente dell'OSS Cornelius Vander Starr. La Starr era collegata ai membri della CIA/OSS Paul Helliwell e Tommy Corcoran. Le famigerate società di facciata della CIA collegate alla C.V. Starr, comprese Civil Air Transport, Sea Supply e Air America/Pacific Corp sono state rese note da Peter Dale Scott nel suo libro "Drugs, Oil, and War: The United States in Afghanistan, Colombia, and Indochina".

E' anche una enorme "breccia" finanziaria, le cui controparti includono la Goldman Sachs e (in maniera non sorprendente) le stesse principali istituzioni finanziarie che sono i massimi destinatari del salvataggio TARP del governo USA.

Non sorprende che Barack Obama sia il massimo destinatario dei finanziamenti della AIG. Il denaro della AIG riempie anche le tasche di altri membri dell'amministrazione Obama e di illustri membri del Congresso, compreso il Senatore Christopher Dodd, che è stato accusato di un'intesa abnormemente favorevole per assistere la AIG.

L'uomo nell'ombra
L'ex amministratore della AIG Maurice "Hank" Greenberg rimane un personaggio chiave collegato all'istituzione, contro la quale ha combattuto, ha citato e pubblicamente rimprovera i funzionari a capo della sua ex società, la sua "bimba".

Greenberg è membro di gruppi di pianificazione mondiale (Consiglio delle Relazioni Estere, Gruppo Bilderberg, Commissione Trilaterale) e della Heritage Foundation, ex candidato a direttore della CIA (1995). E' amico di lunga data della famiglia Bush. Greenberg è così ben collegato che è stato considerato come candidato a direttore della CIA da Bill Clinton nel 1995. Il profilo di Greenberg nell' edizione di Time Magazine del 20 giugno 2005, "Down But Not Out", espone dettagliatamente la carriera di Greenberg come risorsa governativa, guru di politica estera e uomo forte.

Nel 2003, mentre dirigeva ancora la AIG, Greenberg è stato l'obiettivo di molteplici indagini nell'orchestrazione di atti falsi, gonfiatura delle riserve, scambi illegali di azioni, frode e falso contabile in una investigazione di Eliot Spitzer, che ha dichiarato che la AIG era "una scatola nera gestita con il pugno di ferro da un amministratore che non racconta la verità al pubblico". L'indagine di Spitzer sulla AIG e su altri illeciti di Wall Street è stata successivamente e convenientemente fermata quando Spitzer è stato intrappolato in uno scandalo di prostituzione.

Sebbene Greenberg sia stato costretto a dimettersi da amministratore e presidente del consiglio di amministrazione della AIG, rimane oggi l'amministratore della Starr International (SICO) e della C.V. Starr, le società holding private che controllano miliardi del capitale della AIG. Sono le società Starr che costituiscono le radici originarie della conglomerata come società di proprietà dell'intelligence. In altre parole, Greenberg resta in carica nel cuore della AIG.

Vi è stata la manipolazione della AIG dietro alla ripresa di Wall Street?

Nelle ultime settimane trascorse, la borsa USA ha goduto di una forte ripresa, nonostante notizie economiche altrimenti da incubo. Uno dei fattori che ha scatenato questa ripresa è stata la notizia che le principali banche, come Citigroup, JP Morgan Chase e Bank of America---banche che secondo i rapporti erano sul punto del collasso ed in seguito i principali destinatari dei fondi del salvataggio TARP--hanno annunciato profitti in gennaio e febbraio del 2009.

Come è stato possibile questo?
Un rapporto di Tyler Durden, citando un anonimo insider trader coinvolto in scambi di AIG, rivela che la manipolazione ha fraudolentemente trasferito il denaro dei contribuenti USA alle controparti della AIG (le più importanti banche ed istituzioni finanziarie) con la AIG come "breccia". Il rapporto sui profitti ha scatenato una ripresa del mercato che avviene a spese dei contribuenti USA.

Il rapporto completo (grazie a Jenna ed al Mike Ruppert Blogspot per questa scoperta) è incriminante ed impressionante:

Exclusive: Big Banks' Recent Profitability Due to AIG Scam?

Estratto:
"La AIG, sapendo che avrebbe avuto bisogno di chiedere imminentemente altro capitale al Tesoro, ha deciso di gettare la spugna e ha fornito alle maggiori banche controparti con scambi che sono stati redditizi in modo spropositato per le banche ed in modo persino più spropositato in perdita per i contribuenti USA, che hanno dovuto gettare sempre più denaro nella AIG, senza che il Segretario al Tesoro USA Tim Geithner abbia dovuto rendere noto la reale portata di questa--per mancanza di una parola migliore--truffa fraudolenta.

"...Ciò che tutto questo significa è che se le dichiarazioni delle maggiori banche, cioè JP Morgan Chase, Citi e BofA in relazione alla anormale redditività in gennaio e febbraio fossero vere, comunque questi profitti sono stati a) singoli nel genere dovuti all'apertura in massa dei portafogli della AIG, b) interamente a spese della AIG, e cioè dei contribuenti, c) realizzati con la piena conoscenza ed intenzione di Tim Geithner (e quindi dell'amministrazione), d) sono stati sostanzialmente un trasferimento di denaro dai contribuenti alle banche (tuttavia in un'altra forma) utilizzando la AIG come intermediario [mia enfasi-LC].

"Per le banche proclamare la loro redditività in gennaio e febbraio è quanto più possibile essere al limite dell'ipocrisia criminale. Ed ancora, i contribuenti finanziano questo "singolo profitto", che provoca una ripresa di borsa, permettendo quindi alle banche di invertire prontamente e di cominciare a vendere capitale più costoso...finanziato pure dal denaro dei contribuenti che sbocca nel mercato. Se l'amministrazione è veramente a conoscenza di questi fatti (e se Zero Hedge [il nome dell'autore-LC] lo sa, si può affermare con sicurezza che anche Tim Geithner abbia ricevuto il promemoria), allora il potenziale risultato sarebbe sbalorditivo una volta che queste informazioni arrivassero all'attenzione del pubblico generale....

"Questa manipolazione su larga scala dei mercati, investitori e contribuenti è continuata abbastanza a lungo".

La guerra di Bush/Cheney è anche la guerra di Obama
Il 27 marzo 2009, Obama ha lanciato la sua "nuova strategia per l'Afghanistan". Questa nuova strategia è la continuazione ed espansione del piano di guerra di Bush/Cheney, ordita in seguito all'operazione false flag dell'11/9, utilizzando le identiche menzogne della "guerra al terrorismo" e dell'11/9 come giustificazione.
Come espresso chiaramente da Obama:
"Voglio che il popolo americano comprenda che abbiamo il chiaro e focalizzato obiettivo di scompigliare, smantellare e sconfiggere al Qaeda in Pakistan ed Afghanistan ed impedire il suo ritorno in quei paesi in futuro. Questa è una causa che non potrebbe essere più giusta".

"Ricordo a tutti che gli Stati Uniti non hanno scelto di combattere la guerra in Afghanistan. Quasi 3.000 della nostra gente sono stati uccisi l'11 settembre 2001 per non avere fatto nulla più che intraprendere la loro vita quotidiana".

L'unanimità sull'inganno di "al Qaeda" non soltanto è viva e vegeta sotto Obama, ora è la giustificazione per un aumento di 21.000 truppe USA in Afghanistan, imponenti operazioni clandestine per tutta l'Asia Centrale ed il Medio Oriente ed una "guerra al terrorismo" persino più aggressiva. Questa è la conquista della "Grande Scacchiera" che le elite anglo-americane volevano attuare dopo l'11/9, ma è stata "sciupata" a causa del "tentativo maldestro" dell'amministrazione Bush/Cheney in Iraq.

Obama, che mentre questo rapporto va in stampa fa le riprese con la leadership del G-20, non andrà a tentoni con una guerra che è compatibile con gli obiettivi della "guerra al terrorismo" che ha articolato da anni e ha promesso di mantenere (ai suoi "padroni" del Nuovo Ordine Mondiale) per tutta la sua campagna.

Come esposto dettagliatamente da Michel Chossudovsky in "The Democrats endorse the "Global War on Terrorism": Obama "goes after Osama", la promessa di Obama è di più guerra perpetua:

"L'11/9 per Obama costituisce la principale giustificazione per intraprendere una guerra umanitaria in Medio oriente ed in Asia Centrale. A questo riguardo, la sua posizione non differisce da quella dell'amministrazione Bush".

"Si ritira dall'Iraq, ma resta in Afghanistan. Affronta l'Iran, sfida la Russia...A parte la retorica di portare le truppe a casa dall'Iraq distrutto dalla guerra, che potrebbe o non essere attuata, cosa distingue i Democratici dai Repubblicani"?

"Un Presidente più eloquente, sagace e carismatico"?

"Un approccio dignitoso e diplomatico alla politica estera USA"?

Come icona pacificatrice ed unificatrice, Obama è stato piazzato per perpetuare l'insabbiamento dei crimini dell'Impero Americano e per salvare la "sciupata opportunità" dell'operazione false flag dell'11/9: un mondo unito dietro la guerra imperiale.

"Un'opportunità per l'elite dominante USA di 'presentare al mondo un volto diverso che potrebbe rianimare illusioni sulle sue pretese democratiche, non soltanto a livello internazionale ma anche all'interno degli Stati Uniti'"...

"Un approccio 'umanitario' fasullo e simulato all'Impero, che serve a mascherare la verità ed a ottenere il sostegno popolare".

"Un Comandante in Capo meno sprezzante, che ha comprensione della geopolitica ed è capace di prendere decisioni di politica estera. Un programma militare considerato più attentamente di quello sperimentato durante l'amministrazione Bush? Ma nessun sostanziale mutamento di direzione".

"Un mezzo per soffocare il dissenso e l'opposizione montanti all'establishment corporativo dominante fornendo l'illusione che i Democratici costituiscano una Vera Alternativa".

"Un mezzo per sorreggere l'illusione che gli afro-americani possano rimontare la scala sociale in America e che i loro diritti fondamentali vengono sostenuti".

"Un mezzo per indebolire i veri movimenti progressisti includendo ulteriormente le organizzazioni della società civile, i sindacati e le organizzazioni di base, per non parlare degli intellettuali di "sinistra" nell'area del Partito Democratico".

"Una distrazione dai crimini di guerra su vasta scala commessi sotto successive amministrazioni USA".

"Un 'volto umano' alla guerra ed alla globalizzazione"?

Un appello a resistere
Come lo scrivente ha avvisato in "Obama: return to elite status quo", scritto poco dopo la vittoria di Obama:
"...l'arrivo di Obama come nuovo prestanome imperiale dell'impero anglo-americano non è una vittoria di, o per il popolo. Non comporterà in alcun modo un drammatico sconvolgimento e non è per niente una sorta di imminente rivoluzione. Questa elezione è stata una necessaria rotazione di gestione, prestabilita ai livelli più alti dell'elite anglo-americana".

"Il 'cambiamento' che la presidenza Barack Obama porterà all'America ed al mondo sarà di stile, non di sostanza: il ritorno al globalismo corporativo centrista delle ere di Clinton e Carter, completo di elite del Partito Democratico rigurgitate da quelle amministrazioni e nuovi politici neoliberisti che fanno i propagandisti di ideologie similari".

"...Il guanto di velluto sarà fatto scivolare indietro sul pugno di ferro, ma il pugno sarà ancora adoperato aggressivamente. Entro pochi mesi, la conquista globale che Bush-Cheney hanno cominciato riprenderà sotto l'ampiamente più convincente ed adorato Obama, che coerentemente ha dichiarato la propria intenzione di intensificare la guerra in Afghanistan e di "uccidere terroristi" da una parte all'altra del Medio Oriente".

Per coloro che hanno passato gli ultimi otto terribili anni opponendosi e resistendo ai crimini di Bush/Cheney, preparatevi al peggio: il fascismo "più amico" ed il più pericoloso messaggero furtivo della storia.

Fonte:http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=13260

3 maggio 2009

PREPARATIVI USA PER INVADERE IL PAKISTAN

Gli Stati Uniti si preparano a “invadere” il Pakistan.

di Matteo Bernabei

Non sono servite a nulla le garanzie date dal presidente, Asif Ali Zardari, riguardo alla messa in sicurezza dell’arsenale nucleare del Paese. E così gli Usa, secondo quanto riferito dal quotidiano francese Le Canard Enchaine, starebbero preparando alcune unità speciali che potrebbero essere destinate, a breve, alla sorveglianza degli ordigni atomici di Islamabad. Intanto, però, in attesa di conferme da parte del Pentagono sull’operazione, altre unità della base navale degli Stati Uniti nell’Oceano Indiano sono state messe in allerta e vari sottomarini dotati di missili si trovano già vicino alla costa pakistana. A Washington si sta inoltre vagliando la possibilità di inviare anche fondi urgenti al Pakistan, tra i 200 e i 400 milioni di dollari, come contributo per “la lotta all’insurrezione talibana” e come forma di “assistenza economica” al Paese. “A vari livelli il Pakistan rappresenta una fonte di preoccupazione maggiore rispetto all’Afghanistan - ha spiegato il leader della maggioranza democratica alla Camera dei rappresentanti Usa, Steny Hoyer - la stabilità di Islamabad è molto importante non soltanto per la regione, ma per gli Stessi Stati Uniti”. Quello che attualmente preoccupa maggiormente gli Usa, oltre alla sicurezza delle armi atomiche, è la facilità con la quale le milizie islamiche sono riuscite ad avanzare e prendere il controllo dell’area a nordovest del Pakistan. Sono molti, infatti, gli uomini, anche all’interno della polizia e delle istituzioni, che si sarebbero uniti alla causa talibana, una parte dei quali starebbe anche combattendo al fianco degli insorti.
Nel frattempo gli scontri proseguono. L’esercito regolare è riuscito a prendere il controllo dell’area e della città di Daggar, strategico capoluogo nel distretto nordoccidentale di Buner, dove le milizie talibane erano riuscite a penetrare senza che venisse opposta una qualche resistenza. “All’alba -aveva spiegato in precedenza un alto ufficiale pakistano - forze eliotrasportate sono atterrate nella città e nelle aree circostanti, riconquistando il centro”. Nell’operazione, sempre secondo quanto riferito dalle autorità militari, cinquanta miliziani del movimento radicale islamico sono rimasti uccisi, mentre fra le forze armate regolari è stata registrata soltanto una perdita.
Le vittime dall’inizio del conflitto, risalente a domenica scorsa, sarebbero circa 130, ma ora, dopo essere stata così rassicurata sul pericolo talibano, quello che preoccupa la comunità internazionale è il rischio di una grave emergenza umanitaria. Proprio per questo il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jakob Kellenberger, è giunto ieri Pakistan per una serie d’incontri che lo vedranno visitare Peshawar, Quetta e Islamabad. “Ci sono ancora troppe persone coinvolte nel conflitto e che non hanno accesso sufficiente a cure mediche e acqua - ha spiegato Kellenberger prima della sua partenza - il Cicr vorrebbe quindi poter fare di più per aiutarle”. La situazione peggiora di giorno in giorno e se non si raggiungerà una stabilità nel breve periodo gli Stati Uniti, gli stessi che hanno spinto per una reazione decisa, non si limiteranno a inviare truppe per proteggere l’arsenale nucleare pakistano. Già ieri un sospetto attacco missilistico statunitense ha provocato cinque vittime in una regione vicina alla frontiera con l’Afghanistan.

Fonte: Rinascita.info

2 maggio 2009

CRONACA DI UN'INFLUENZA (PORCINA) ANNUNCIATA

Città del Messico – In soli 7 giorni la capitale messicana è cambiata come nessuno avrebbe potuto immaginare. Cinema chiusi, campionato di calcio a porte chiuse, dalle materne alle università niente scuola, niente concerti, sospesi gli eventi pubblici, musei e teatri chiusi, proibite anche le pratiche religiose; ristoranti aperti solo "da asporto".

Eppure secondo il quotidiano Reforma, già da fine marzo autorità sanitarie statali erano a conoscenza dell’elevato rischio prodotto dalla diffusione dell’influenza porcina. Veratect, una impresa statunitense di bio-vigilanza, aveva infatti individuato nel piccolo paesino de "La Gloria", nello stato di Veracruz, la diffusione di un virus influenzale particolarmente violento che aveva colpito il 60% degli abitanti della cittadina. La totale mancanza di pianificazione e di previsione da parte delle autorità sanitarie e del governo ha però permesso che la situazione sia oggi fuori controllo. Da una iniziale tendenza a minimizzare questi casi infatti si è passati ad una serie di decisioni del governo che hanno prodotto panico e allarmismo sia nella popolazione che a livello internazionale. E pensare che proprio il governo Calderon iniziò la legislatura con grandi promesse riguardo ambiziosi piani di salute.

Inutile invece negare che siamo di fronte ad una crisi di credibilità delle autorità messicane anche nel maneggio dei numeri con una totale discrepanza rispetto alle cifre fornite dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. Per le autorità messicane siamo a più di 160 morti, mentre la OMS ne ha confermato solo 11 morti (comprendendo il neonato messicano morto in territorio statunitense) causati dal virus N1H1 e 260 casi di infettati. Di cosa sarebbero quindi morti le altre 150 persone?

Queste incongruenze non fanno altro che alimentare le più disparate teorie negazioniste, secondo cui il governo stia approfittando della febbre suina per occultare situazioni peggiori per il paese o per approfittarne in prospettiva elettorale. Difficile però fare speculazioni.

Influenza porcina o no comunque, è l’immagine di un Messico malato quella che emerge in questi giorni, proprio quando gli occhi di tutto il mondo sono rivolti con interesse e timore agli sviluppi del nuovo virus H1N1. I problemi per il governo Calderon sembrano non finire mai: la difficile lotta al narcotraffico che sta avendo risultati più che discutibili, l’insicurezza diffusa e la crisi finanziaria mondiale che ha fatto del Messico uno dei paesi più colpiti economicamente ed ora il virus N1H1.

Il Messico è passato in poco meno di 2 anni dall’essere considerato un grande paese emergente, una potenza latinoamericana, un recettore di inversione straniera diretta, un punto strategico per la sua posizione e per i suoi trattati di libero commercio, un gigantesco mercato a livello internazionale, a trasformarsi in un paese diviso in due dalle ultime elezioni, un paese sconvolto dai cartelli del narcotraffico, insicuro, con una moneta debole, con una divisione sociale sempre più marcata e già superato dal Brasile per importanza politica ed economica a livello continentale.

La crisi economica che ha bloccato l’economia statunitense aveva già compromesso fortemente anche quella messicana, ma ora l’influenza porcina rischia di darle il definitivo KO. Le ultime stime di “crescita” del PIL vedono - 4,8% per il 2009 (fonti del Banco de Mexico) altre fonti, come l’agenzia Moody’s, prevedono addirittura una caduta del -8% / -9%, un’inflazione al 4.5% ed una perdita di circa 800.000 posti di lavoro. Per l'economia quindi un ulteriore colpo durissimo, nel momento peggiore.

Fonte: Vero Sudamerica

1 maggio 2009

IL LATO OSCURO DELL'UNIONE EUROPEA

Intervista a Soren Bo Sondergaard

Parla l’euoparlamentare danese che ha bloccato il bilancio

Soren Bo Sondergaard non ci sta. Considera molto grave questa faccenda dei soldi che vengono spostati da un capitolo di spesa ad un altro, senza che nessuno ne sappia le ragioni, senza che il Consiglio si senta in dovere di informare. «E’ intollerabile che si agisca senza alcuna trasparenza. Ed anche senza democrazia visto che non si risponde alle legittime domande degli europarlamentari. Il Consiglio si comporta come se dovesse nascondere qualcosa di molto grosso».

Ha idea di cosa si tratti?

«Mi permetta, come prima cosa, di dire che personalmente non ho una posizione preconcetta verso il Consiglio. Mi limito semplicemente ad un profondo dissenso su un comportamento non condivisibile. Ho cercato, invano, di avere un incontro ufficiale. Niente da fare. La risposta è sempre la stessa: andiamo a pranzo e ne parliamo in maniera informale. Nonostante tutto sto cercando di fare in modo che il Consiglio abbia la possibilità, se vuole, di rispondere alle domande. Anche ora che la Commissione per il controllo dei bilanci ha adottato, con una così grande e per me inaspettata maggioranza, la mia proposta di posporre l’adozione del bilancio del Consiglio Ue. Mi auguro davvero che il Consiglio rifletta sull’inopportunità di continuare ad agire in modo sempre più oscuro. Non si rende conto che sta diventando il lato oscuro dell’Europa, il Dark Vidor dell’Unione europea?»,

Come in “Star Wars”?

«Abbiamo scoperto che non c’è un minimo di trasparenza. I contribuenti pagano, ma noi non sappiamo come e perché vengono spesi i soldi. Questa storia deve finire. E deve finire a maggior ragione ora, finché la parte di bilancio del Consiglio destinata alla Pesc e alla Pesd, e cioè alla politica europea di sicurezza e di difesa, non è ancora di grandissima rilevanza. E’ la Commissione europea che gestisce la parte maggiore della politica di sicurezza e di difesa. Ma con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona passerà tutto sotto l’egida del Consiglio. Per questo dobbiamo imporre ora una gestione trasparente e un controllo democratico. Il Consiglio non vuole, è del tutto evidente. Vuole restare con le mani libere. Ma in questo modo si rovesciano gli stessi assunti democratici sui quali si fondano i nostri Stati. Il Consiglio sta veramente diventando il “lato oscuro” dell’Europa».

La relazione che lei ha presentato è molto tecnica, anche se quanto ha appena affermato si legge tra le righe Ma perché tanto tecnicismo?

«Nella struttura europea il Consiglio detiene il massimo del potere e non è facile convincere la maggioranza a mettere il naso nel cuore del potere continentale. Ho lavorato tenendo conto dei fatti, dei numeri e delle critiche che già in passato il Parlamento ha rivolto al bilancio del Consiglio. Ho scelto questa strada per ottenere il necessario consenso. E così è stato».

Che ne pensa della storia del gentleman agreement?

«Ho chiesto al governo e al parlamento danesi una copia di questo supposto accordo di cui parla il Consiglio. Ho dovuto aspettare 107 giorni per avere qualche risposta. Al momento sono tutte insoddisfacenti».

Cosa le hanno risposto il parlamento e il governo danesi? Che documenti le hanno mandato?

Il sorriso di Sondergaard è sempre un po’ ironico e sornione, ma non ho ancora finito di porre la domanda che sul viso gli si stampa un largo sorriso. «Ho ricevuto le solite quattro righe e mezzo della loro risoluzione. In inglese. Poi mi hanno mandato la Gazzetta Ufficiale dl Granducato del Lussemburgo del dicembre del 1970. In francese. Una volta tradotto, ho avuto la conferma che l’accordo non esiste. Ed aggiungo che se anche esistesse, non sarebbe assolutamente vincolante. Mi creda, li abbiamo presi in castagna e dovranno dare delle risposte. E’ un’altra delle tante storie senza un minimo di trasparenza. E’ un’altra delle tante, brutte storie».

R. G.

Fonte: La Rinascita della Sinistra n. 15 (16.04.2009)
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