31 gennaio 2013

VEDERE CAMMELLO, PAGARE MONETA

Negli Stati Uniti sta succedendo qualcosa che potrebbe servire da esempio a chi si appresta a votare in Italia. Si tratta del brusco voltafaccia - quasi comico, viene da dire - che il partito repubblicano ha dovuto fare negli ultimi giorni, riguardo alla riforma sulla legge dell'immigrazione. Com'è noto, il partito repubblicano ha sempre tenuto una linea dura contro l'immigrazione facile e contro gli immigrati clandestini. Si tratta in gran parte di messicani che hanno attraversato di nascosto la frontiera, nel corso dei decenni, e che poi hanno continuato a vivere in America, soprattutto negli stati lungo il confine (Arizona, Texas, New Mexico, California).

Si calcola che siano circa 11 milioni i "latinos" senza documenti che vivono negli Stati Uniti ormai da diverse generazioni. Molti di loro trovano lavoro, e pagano comunque le tasse, anche se non possono lasciare il paese perché non potrebbero mai più rientrare. Costoro devono anche fare dei numeri da circo per riuscire ad avere la patente, per riuscire a farsi intestare la bolletta del telefono, o per avere accesso alla pubblica sanità. Il problema è ormai diventato enorme, e va affrontato in maniera radicale. I democratici vanno proponendo da tempo una riforma universale, che condoni il reato di immigrazione illegale ed offra a queste persone il cosiddetto "path to citizenship", ovvero un percorso graduale che li porti prima a regolarizzare la loro posizione ("green card", ovvero permesso di residenza e di lavoro) e poi eventualmente ad offrirgli la cittadinanza.

ISLANDA: INIZIA LA RISCOSSA CONTRO LA SERVITU' BANCARIA

«Dobbiamo lasciare che le banche falliscano, non possiamo essere i responsabili delle malversazioni dei privati». Queste le parole del presidente Ragnar Grímsson  al World economic forum  di Davos, dritte nel cuore di una piaga che affligge tutto il mondo e che da noi si è manifesta con la vicenda del Monte Paschi: le demenziali normative che impongono agli stati di intervenire col denaro pubblico per coprire in tutto o in parte le perdite di aziende di credito private, anzi privatissime. 
Il Simplicissimus
 
L’Islanda è reduce da una vittoria davanti alla corte dell’Efta (European free trade agreement): non dovrà pagare tutto il debito fatto dalle sue banche, ma solo la parte già sborsata che corrisponde alla garanzia in essere al momento del crack di  Landsbanki. Non si tratta dunque di un ripudio del debito come molti scrivono, ma certamente di una resistenza che alla fine ha salvato l’isola dal dover pagare una cifra che l’avrebbe distrutta economicamente.
 
Dunque le parole di Grimsson hanno un peso tutto speciale dentro la messa di rito finanziario che viene celebrata sulle Alpi svizzere e sembrano annunciare un giro di boa rispetto a meccanismi che si sono creati nel tempo, non solo ingiusti, ma anche perversi perché deresponsabilizzano le banche e le inducono alla speculazione più selvaggia.

30 gennaio 2013

DAVOS: Intervista a Marx, Keynes, Friedman e Schumacher

Larry Elliot, capo redattore economico del Guardian, ha scritto un interessante dibattito immaginario tra Marx, Keynes, Friedman e Fritz Schumacher, intervistati dal capo del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde al World Economic Forum di Davos. Lo abbiamo tradotto per voi.
 
Christine Lagarde: Karl, tu come vedi la situazione?

Karl Marx: La classe capitalista riunita a Davos ha trascorso gli ultimi giorni grattandosi la testa per la disoccupazione e la mancanza di domanda dei propri prodotti. Non sembra però capace riconoscere che ciò è inevitabile in un’economia globalizzata. C’è una tendenza verso il sovrainvestimento, la sovraproduzione e la caduta del saggio di profitto, che, come sempre, i datori di lavoro hanno cercato di contrastare con il taglio dei salari e la creazione di un esercito di riserva del lavoro [disoccupazione, ndt]. Ecco perché ci sono più di 200 milioni di disoccupati in tutto il mondo e vi è stata una tendenza verso una maggiore disuguaglianza. E’ possibile che il 2013 sia migliore del 2012, ma sarà un sollievo di breve durata.

Lagarde: Questa è una analisi cupa, Karl. I salari stanno crescendo abbastanza velocemente in alcune parti del mondo, come la Cina, ma sarei d’accordo sul fatto che la disuguaglianza è una minaccia. Le ricerche del FMI mostrano che la disuguaglianza è correlata all’instabilità economica…

CONTANTE LIBERO : BOLOGNA 10 FEBBRAIO 2013


105 blog e oltre 11.500 firme in difesa del Contante Libero!
Domenica 10 febbraio 2013, ore 14.00, allo ZanHotel, Via Saliceto 8 Bentivoglio (BO).
Contante Libero, sito ed iniziativa sorti con il preciso scopo di sostenere il legittimo utilizzo del denaro contante, terrà il giorno 10 febbraio, dalle ore 14.00 alle ore 19.00 presso lo ZanHotel, Via Saliceto 8 Bentivoglio (BO), la grande  Convention per il Contante Liberoper questo evento sono a disposizione 1001 posti a sedere.
Comunicheremo quanto prima il programma dell’evento e l’elenco completo dei blog partecipanti all’iniziativa.
L’evento è gratuito, per prenotarsi è necessario mandare una mail a Contanteliberobologna@gmail.com indicando:
-NOME 
-COGNOME
-RECAPITO TELEFONICO
-BLOG DI RIFERIMENTO

29 gennaio 2013

Lo strano caso della Banca d’Italia e del Monte dei Paschi di Siena

Abbiamo già pubblicato degli articoli in merito alla vicenda che vede come protagonista la banca Monte dei Paschi di Siena. E’ oramai di dominio pubblico il legame tra il Partito Democratico e la storica banca senese, nonchè appurati i favoritismi della oligarchia politico-finaziaria dei Monti&co. capace di versare nelle casse della MpS 3,9 miliardi di euro, ottenuti dissanguando le masse meno abbienti, per risanare, con scarsi risultati visto la bufera dei derivata e il conseguente buco di bilancio, i conti in rosso della stessa. Già nel recente passato (2010) la MpS, dopo l’oneroso (10mld) e fallimentare acquisto di Banca Antonveneta,  face una richiesta di liquiditá allo Stato Italiano per 3,4 miliardi di euro, elargita poi tramite i famosi Tremonti Bond.
Di Italo Romano
Oltre la Coltre 

Fu una “manovra di riconoscenza” da parte di Re Silvio, difatti vi rammento che la MpS fu l’unica banca a concedere prestiti al rampante imprenditore Silvio Berlusconi per la costruzione di Milano2 e Milano3.
Il legame tra il mondo politico e l’élite bancaria, nonostante il divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia avvenuto nel 1981, è sempre stato solido e indissolubile, al motto socializziamo i debiti e privatizziamo i crediti. Hanno ceduto la sovranità monetaria ad enti privati in cambio del sogno ultraliberista, e questi sono i risultati.
L’ultimo in ordine di tempo a commentare la vicenda è stato l’ex Ministro dell’Economia del governo Monti-Bersani-Berlusconi-Casini-Fini e uomo di punta della tecnocrazia europea, Vittorio Grilli:

QUELLO CHE STA PER SUCCEDERE E PERCHE'

Dopo un 2012 turbolento, il nuovo anno è iniziato in un clima economico di relativa tranquillità. Gli spread sono bassi e la crisi sembra concedere una tregua. Ma cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Le difficoltà sono davvero superate o sono destinate a riproporsi? Poiché esistono due opposte chiavi di lettura della crisi, per rispondere a queste domande è necessario capire quale sia la più convincente. Vediamole:

Chiave di lettura 1: Crisi dei debiti sovrani.
Secondo questa chiave di lettura, alcuni Paesi europei hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità. Hanno aumentato il loro debito pubblico senza migliorare la competitività, rischiando il default. L'aumento degli spread indica che i mercati sono restii ad investire in titoli di Paesi spendaccioni e già molto indebitati.
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L'ISLANDA BATTE L'U€: NON DOVRA' RISARCIRE LE BANCHE STRANIERE!

La piccola isola tra i ghiacci ha vinto oggi una importante battaglia legale nei confronti dell’Unione Europea in materia di compensazioni per le perdite causate agli investitori stranieri a causa de fallimento di alcune banche islandesi avvenuto cinque anni fa. Il Tribunale dell’EFTA (Associazione Europea del Libero Commercio, alla quale aderiscono oltre ai paesi dell’UE anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia), con sede a Lussemburgo, ha stabilito oggi che il governo dell’Islanda non ha violato la legislazione europea quando ha deciso di non risarcire gli investitori straneri della banca on-line Icesave, dipendente da una delle principali entità finanziarie fallite nel 2008.
Di Marco Santopadre
Contropiano
 
Nella sentenza l’Efta spiega che l’Islanda non ha contravvenuto le normative europee vigenti al momento dei fatti quando decise di non risarcire gli azionisti stranieri, decisione tra l’altro avallata da un referendum appositamente convocato, attraverso il quale la maggioranza dei cittadini del paese valutarono di non investire denaro pubblico per ripianare i debiti con le banche private fallite. Il Tribunale dell’Efta ha anche stabilito che il governo islandese non ha compiuto un atto discriminatorio decidendo invece di risarcire gli azionisti del paese.

28 gennaio 2013

IL PRESIDENTE DELL' ISLANDA A DAVOS: « LASCIATE CHE LE BANCHE FALLISCANO! »


Il Presidente dell'Islanda Olafur Ragnar Grimsson ha detto al giornalista di Al Jazeera Stephen Cole che l'Europa dovrebbe lasciare che le banche gestite in modo irresponsabile vadano in bancarotta.
Parlando a Davos in occasione dell'appuntamento annuale del World Economic Forum (Forum dell?Economia Mondiale) , Grimsson ha anche citato il suo paese come modello di ripresa  economica da quando è avvenuto il suo colalsso eonomico 4 anni fa.
 
"Non abbiamo seguito le ortodossie tradizionali e prevalenti. E il risultato finale  4 anni dopo, è che l'Islanda sta godendosi recupero e progresso"
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Leggi anche:
Il FMI ammette: l’Islanda aveva ragione e noi avevamo torto   
L'ISLANDA SOSPENDE I NEGOZIATI CON L' U€ 
ISLANDA: NO Euro, NO Europa!

ARGENTINA E ITALIA: Confronto di fronte all’aggressione degli avvoltoi internazionali

Quando torno periodicamente in Italia per le vacanze estive di gennaio, amici e conoscenti puntualmente mi chiedono: “ma lì come va?” La mia risposta di solito è circostanziale: “tutto sommato, potrebbe andare peggio, visto quello che questo paese ha passato negli ultimi 45 anni e poi, bisogna analizzare anche la tendenza presente e futura, non solo la storia recente. Ne riparliamo tra 10 anni…”. Una risposta più articolata, invece, potrebbe seguire il filo delle riflessioni che qui tento di svolgere.
Di Marco Nieli - Alba Informazione
 
Poiché gli Italiani non sembrano rendersi ancora sufficientemente conto della trappola per topi nella quale stanno per cacciarsi [con l'indebitamento con l'FMI, il Fiscal Compact firmato con l'UE e le politiche di austerità "espansiva" (sic?)], l’esempio argentino può davvero essere prezioso.
Ancora oggi, questo paese paga le conseguenze disastrose di una politica di indebitamento selvaggio con gli organismi finanziari internazionali (iniziata all’epoca della Dittatura Militare del ’76-’83), della quale politica si sono beneficiate soprattutto le corporations nazionali e internazionali, la rendita finanziaria e gli strati alti della classe media. Il proletariato industriale, i vecchi e nuovi poveri delle villas-miseria e la stessa classe media urbana (per non parlare delle popolazioni mestizas e native del nord) hanno subito unicamente le conseguenze negative di questa politica di tagli alla spesa sociale, demolizione dello Stato sociale dell’epoca menemista e privatizzazioni indiscriminate.

27 gennaio 2013

DEMOCRAZIA, TERRORISMO E STATO SEGRETO

DALL'ERA DI GLADIO ALLA GUERRA CONTRO IL TERRORISMO

La natura, la necessità e la portata dell’insieme dei poteri esercitati dallo Stato sui cittadini per alcuni aspetti sono argomenti di controversie nelle attuali circostanze del mondo occidentale, come lo sono stati nel lontano passato medievale pre-democratico. Nella sua opera Della Ragion di Stato, completata nel 1589, il pensatore italiano Giovanni Botero argomentava contro l’amoralità abbracciata e sostenuta filosoficamente da Niccolò Machiavelli ne Il Principe, un trattato politico incentrato sui modi e i metodi della manipolazione delle leve del potere da parte di un dominatore in uno Stato organizzato.
Di Makinde Adeyinka
In buona sostanza, il senso generale e il motore primo del trattato di Machiavelli insistono sul fatto che qualsiasi azione intrapresa da un “principe” per preservare e promuovere la stabilità e la prosperità del suo dominio sia intrinsecamente giustificabile. Pertanto, l’impiego della violenza, dell’omicidio, dell’inganno e della crudeltà verso il conseguimento di tali obiettivi non è ignobile, nella misura in cui "il fine giustifica i mezzi”.
Tuttavia, date le implicazioni ad un necessario ricorso all’illegalità e a metodi conseguenti che generano ben più di un soffio di autoritarismo, il “fine giustifica i mezzi” non corrisponde alla rappresentazione concettuale del modus operandi con cui i moderni Stati occidentali democratici, si suppone, dovrebbero operare, in termini di strategie politiche, sia in ambito nazionale che all’esterno.

26 gennaio 2013

TREMONTI E GLI ILLUMINATI DI DAVOS


Giulio Tremonti su Monte Dei Paschi di Siena a SkyTg24: "Monti ha chiesto la fiducia su Monte Dei Paschi di Siena, adesso lasci il Circolo degli Illuminati di Davos e venga a illuminare il Parlamento".
E intanto, nel "Circolo degli Illuminati di Davos", Mario Draghi annuncia che, dopo averla svuotata, si prenderà la nostra sovranità: "Draghi a Davos: rivolete la sovranità? Datecela!".
Byoblu

25 gennaio 2013

INGLESI VERSO L'USCITA DALL'U€

SI ACCELLERA LA "GUERRA DELLE MONETE"
Cameron promette il referendum contando sull'appeal zero della Ue. I "quantitative easing" diventano "svalutazioni competitive" cui l'Europa "tedesca" non sa come rispondere.

Problemi seri per l'Unione Europea. Da un lato la “guerra delle monete”, che la vede debole nei confronti di Usa, Giappone, Svizzera, Gran Bretagna, a causa di una banca centrale che – al contrario delle “concorrenti” - non può emettere moneta a piacimento. Dall'altra gli scollamenti evidenti tra interessi geostrategici divergenti, esplicitati dal premier inglese Cameron che vuole andare al referendum per “uscire dalla Ue” contando sulla bassissima credibilità attuale del progetto europeo nella popolazione d'Albione.
Di
 
Contropiano 

Se vi aggiungiamo l'altrettanto bassa popolarità presso i popoli della Ue, conseguente alle politiche di “austerità” che ne stanno distruggendo il “modello sociale”, il quadro non potrebbe essere più fosco.
Andiamo con ordine.
Il premier britannico David Cameron prometterà oggi che in caso di una vittoria dei conservatori nelle prossime elezioni si terrà un referendum su una eventuale permanenza o meno della Gran Bretagna nell'Unione Europea.

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24 gennaio 2013

IL FMI AVVERTE: « IL FUTURO DELL'€UROZONA E' IN BILICO »

Lagarde - Monti
Il 2013 potrebbe essere catastrofico o rappresentare una possibilità di rilancio: parola di Fmi. A Davos, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde avverte i capi di Stato e di governo dell’Eurozona sui rischi che corre la moneta unica nell’anno in corso. La socialista francese, al comando dell’organismo mondialista, ha sottolineato che i leader della zona euro dovrebbero “mantenere lo slancio” nelle riforme come l’unione bancaria, la recessione è previsto ora un soffermarsi nell’anno in corso. “Il 2013 sarà l’anno del successo o del fallimento. I maggiori rischi sono per i Paesi sviluppati - Giappone, Eurozona e Stati Uniti, rappresentano delle minacce se non manterranno lo slancio”, ha dichiarato la Lagarde, durante il suo intervento al World Economic Forum tenutosi nella località svizzera di Davos.
Di Andrea Perrone
Rinascita 

Tutto è avvenuto poiché il Fondo monetario ha rivisto la sua previsione di crescita globale, dando una visione più pessimista rispetto a tre mesi fa. Per cui è previsto che invece di un aumento dello 0,1 per cento dell’Eurozona per il 2013, si verifichi al contrario una recessione dello 0,2%.
Lagarde ha detto che è importante per la zona euro di avere una unione funzionale bancario il più presto possibile, in riferimento ai negoziati in corso sulla creazione di un'unica autorità di vigilanza per le banche, per essere ospitati da parte della Banca Centrale Europea. 

“Il risanamento di bilancio, per quanto doloroso possa essere in alcune aree della zona euro, deve continuare, così come una chiara focalizzazione sui posti di lavoro”
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LA LOTTA AI TEMPI DELL'IKEA

Un'analisi a partire dalla lotta all'Ikea che, lungi dall'essere terminata, ha però il merito di averci già fornito un bagaglio enorme e indispensabile di esperienze e spunti di riflessione. Nei paragrafi che seguono, non ci soffermeremo sulle fasi della lotta che è ancora aperta e in aggiornamento (qui potete trovare una ricostruzione tappa per tappa): proveremo a dare un contributo che metta in risalto quelle che consideriamo alcune tendenze dello sviluppo del capitalismo in Italia e gli elementi della lotta interessanti e potenzialmente riproducili nel tempo e nello spazio.
 
Oggi, per molti, guardare ai movimenti sociali e politici in Italia significa andare incontro allo sconforto. Tranne qualche eccezione, sebbene importante, sembra proprio che non siamo all'altezza dello scontro in atto. Malgrado ciò, le lotte sui posti di lavoro non sono finite. Anzi, in apparenza paradossalmente, si moltiplicano. Con casi molto rilevanti, almeno in astratto, perché molto dipende da cosa siamo capaci di leggere noi all'interno di quei processi.
Prendiamo la mobilitazione degli operai delle cooperative in appalto presso il deposito IKEA di Piacenza: la si può considerare come una 'semplice' vertenza sindacale. Oppure no. Noi vogliamo interpretarla in tutt'altro modo e partire da lì per riflettere sulla nostra prassi politica quotidiana. Perché non bisogna mai esser stanchi di andare alla "scuola della lotta di classe". E, da questo punto di vista, ciò che è accaduto e accade tuttora all'IKEA e nel settore della logistica, è una vera e propria lectio magistralis.

23 gennaio 2013

« DEMOCRAZIA VENDESI »

Intervista a Loretta Napoleoni e Pierluigi Paoletti

Andrea Degl'Innocenti intervista per il Cambiamento Loretta Napoleoni e Pierluigi Paoletti, autori assieme a Francesca Fogli, Paolo Musumeci e Chiara Ricci del libro "Democrazia vendesi. Dalla crisi economica alla politica delle schede bianche" (Ed. Rizzoli). Dall'euro all'austerità, dalla crisi del debito a quella della sovranità, i due esperti affrontano alcune delle principali problematiche dell'attuale scenario economico (e non solo), offrendo interessanti spunti di riflessione ed alcune possibili soluzioni.

« IL GRUPPO BILDERBERG DIETRO LE STRAGI DI STATO ITALIANE »


Il Gruppo internazionale Bilderberg implicato nelle stragi degli anni Settanta e Ottanta in Italia operate prima dai nuclei terroristici neri e poi dalla mafia. A rivelarlo è il Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato, durante la presentazione napoletana del suo nuovo libro "La repubblica delle stragi impunite". "Ormai sappiamo tutto della strategia del terrore, che fu attuata dalla struttura Gladio (Stay Behind) in supporto ai servizi segreti (non deviati) italiani" conferma Imposimato "La strategia serviva a scoraggiare l'instaurarsi di governi di sinistra ed era orchestrata dalla Cia".

22 gennaio 2013

IL GIAPPONE E LA SOVRANITA' MONETARIA...

La nuova ricetta anti-crisi giapponese
Le elezioni in Giappone di qualche settimana fa hanno riportato al governo il partito liberaldemocratico, che aveva governato il paese più a lungo che la Dc qui da noi, con un quasi egual numero di scandali. Dopo una breve pausa nel 2009, coincisa con la vittoria dei Democratici (quasi più timidi del Pd nostrano), il paese è presto ritornato in mano ai vecchi mandarini della politica: in questo caso il nuovo leader è Shinzo Abe, un politico di lungo corso, negazionista dei crimini di guerra giapponesi e nazionalista esasperato. Non proprio, si direbbe, una buona notizia. Ma dal punto di vista delle politiche economiche, invece, pare che ci siano delle novità interessanti. Abe ha esordito attaccando il sancta sanctorum dell’ortodossia neoliberale, ossia l’indipendenza della Banca Centrale.

Il nuovo primo ministro è stato molto chiaro: è ora di finirla con la deflazione che attanaglia il Giappone da due decenni ed è finalmente giunta l’ora di far ripartire la crescita; e con essa, salari e guadagni. Quindi basta con un’inflazione praticamente inesistente, e l’obiettivo di inflazione annuale deve essere raddoppiato (dall’1 al 2%) in termini relativamente brevi, con possibilità di andare più in là nel futuro. Non solo: la politica monetaria deve intervenire per svalutare lo yen (un po’ come fa la Cina…) e rilanciare le esportazioni, da sempre punto di forza dell’industria giapponese. La politica monetaria, come sappiamo, è però nelle mani della Banca Centrale, la BoJ (Bank of Japan), che dovrebbe decidere in autonomia.

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€uro, Mercati e Democrazia: Come superare la crisi?

21 gennaio 2013

Riforma Obama: Approvata la Introduzione dei Chip RFID

L'introduzione dei chip corporei per fini sanitari non è più un mito. E' stato infatti convalidata nel 2012 (dalla Corte Suprema USA - n.d.t.) la legge HR 3962 denominata Obamacare, nella quale si prospetta la introduzione di microchip RFID per fini 'sanitari'. A far capo dalla pagina 1501 sono descritte le peculiarità dei dispositivi. Link diretto alla legge HR 3962 in formato pdf  L'impianto della legge è stato lasciato 'aperto', infatti viene statuito che il segretario potrà decidere di aggiungere altre informazioni, non necessariamente sanitarie, all'interno dei chip corporei. Ciò significa che oltre ai parametri medici potranno essere inserite nei chip informazioni in merito al conto bancario del paziente, così da determinare in tempo reale la sua capacità finanziaria. Medici e ospedali saranno quindi autorizzati ad eseguire la scansione dei conti bancari così da poter prelevare immediatamente, in tempo reale, la cifra prevista per il trattamento terapeutico.
 
I repubblicani non hanno alcun piano per contrastare la riforma sanitaria di Obama, sia nel suo complesso, sia nella sezione circa la introduzione dei chip corporei. Recitano la loro parte in TV facendo finta di voler opporsi, ma è ormai chiaro che l'obiettivo finale di tutte le parti in gioco sia di chippare l'intera popolazione. Entrambe gli schieramenti stanno eseguendo degli ordini, perché il nuovo ordine mondiale ha statuito che tutti debbano essere chippati. La Federal Reserve sarà il nuovo governo mondiale. Le tasse derivanti dalla riforma Obama finiranno direttamente nelle casse della Federal Reserve. Il mondo intero sta galoppando verso un sistema che funzioni senza denaro contante.

Se la NATO è Terrore contro l'Umanità, Dissolverla è un Dovere

L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization, NATO) è un'alleanza militare istituita dal trattato di Bruxelles del 1948, firmata da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Canada, ed altri paesi dell'Europa occidentale come Danimarca, Italia, Islanda, Norvegia, Spagna e Portogallo, ed è attualmente una macchina da guerra criminale che coinvolge anche i paesi dell'Europa orientale. Se la NATO è l'arma dell'impero e dei suoi alleati per difendere i loro interessi e minacciare la vita e la pace di tutti i popoli del mondo, è un obbligo resistere pacificamente e lottare fino alla dissoluzione totale. Nel 1949, gli alleati occidentali che hanno combattuto il nazifascismo tedesco, con l'Unione Sovietica che ha avuto il peso maggiore della Seconda Guerra Mondiale, hanno deciso di creare una potente alleanza militare per "fermare la diffusione del comunismo internazionale".
CEPRID

Sin dalla sua fondazione, quest'alleanza militare è stata guidata dagli Stati Uniti che si sono rafforzati durante e dopo la guerra, e diventatI, iL leader dell' "Occidente", con il pensiero e la guida di Churchill, decisero che la NATO sarebbe dovuta essere la difesa del cosiddetto "blocco libero dell'Europa capitalista" contro "il comunismo aggressivo dell'Est". Se questa fosse stata la ragione dell'esistenza della NATO, è logico che sarebbe dovuta sparire dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia nel 1991, il crollo dell'Unione Sovietica e la fine del socialismo reale nei paesi dell'Europa Est.
 
La Guerra Fredda è finita, ma la NATO è stata consolidata con una serie di azioni illegali e clandestine sviluppate con la CIA: 
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20 gennaio 2013

MALI, FRANCIA E POLLI

Ovvero: tutti i polli finiscono allo spiedo
“Sembra che i francesi avessero in corso una delle loro guerre, da quelle parti.”
– Charlie Marlow, da Cuore di tenebra di Joseph Conrad

La visione che il personaggio di Conrad, Marlow, descrive è quella di una fregata francese che spara bordata su una vasta giungla africana, sostanzialmente bombardando un continente. Tale immagine mi si è presentata alla mente questa settimana, quando Mirage ed elicotteri da combattimento francesi sono entrati in azioni contro un esercito eterogeneo d’insorti islamici in Mali. Che ci sia un picco d’instabilità in quel paese senza sbocchi e largamente deserto non dovrebbe certo essere una sorpresa per i francesi: in larga misura la causa sono loro e i loro alleati.
Ed erano stati avvertiti.
Di Conn Hallinan
Foreign Policy in Focus

Un po’ di storia. Il 17 marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la Risoluzione 1973 per “proteggere i civili” nella guerra civile in Libia. Due giorni dopo Mirage francesi hanno cominciato raid di bombardamento contro i blindati e gli aeroporti di Muammar Gheddafi, innescando così l’intervento diretto della Gran Bretagna, assieme al Qatar e all’Arabia Saudita.
La Risoluzione 1973 non autorizzava la NATO e i suoi alleati e parteggiare nella guerra civile libica, solo a proteggere i civili, e molti dei firmatari – comprese Russia e Cina – presumevano che l’azione del Consiglio di Sicurezza avrebbe seguito la prassi normale e avrebbe iniziato con l’esplorare innanzitutto una soluzione politica. Ma il solo tipo di “soluzione” cui era interessata l’alleanza anti-Gheddafi era il genere realizzato da bombe da 600 chili a guida laser.

18 gennaio 2013

€URO: UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

Venti anni fa il keynesiano Wynne Godley spiegava perché non poteva funzionare
L’articolo che pubblichiamo di seguito ha venti anni. L’autore, Wynne Godley, noto economista britannico Post Keynesiano e collaboratore del Tesoro del Regno Unito, individua i problemi nella costruzione dell’Unione Monetaria a partire dal Trattato di Maastricht. In particolare sottolinea come il Trattato sottintendesse un’impostazione ideologica per la quale gli Stati non devono occuparsi di politica economica e tutto ciò che è richiesto per far funzionare il sistema è una banca centrale, indipendente dalla politica, che si occupi di controllare l’inflazione. L’assenza di un Tesoro federale con un debito pubblico monetizzabile, di un fisco e di un welfare federali, di “stabilizzatori automatici” e trasferimenti tra regioni, porterà inevitabilmente alla rottura dell’Unione monetaria, appena uno dei suoi membri si trovasse in forti difficoltà per qualsiasi motivo. Insomma, quella che segue è la cronaca di un fallimento annunciato.
www.lrb.co.uk

Molte persone in tutta Europa si sono improvvisamente rese conto che non sanno quasi nulla del Trattato di Maastricht mentre giustamente avvertono che potrebbe fare una grande differenza nella loro vita. La loro legittima ansia ha indotto Jacques Delors a fare una dichiarazione secondo la quale le opinioni della gente comune dovrebbero in futuro essere più ascoltate. Avrebbe potuto pensarci prima.

L'UNIONE €UROPEA E LA SOVRANITA' POPOLARE PERDUTA

“Voi non potete immaginare quale angoscia e quale rabbia invada l’animo vostro, quando degli inetti si impadroniscono di una grande idea, che voi da gran tempo venerate, e la danno in pasto ad altri imbecilli uguali a loro, in mezzo a una strada, e voi la ritrovate al mercato della roba vecchia, irriconoscibile, infangata, messa a gambe all’aria, assurdamente, senza proporzione, senza armonia, ridotta a giocattolo per bambini stupidi!”. Queste parole piene di amarezza che Stepan, nei Demoni di Dostoevskij, pronuncia tra i sospiri (non sappiamo quanto sinceri) sono, proprio perché così amare, sempre veritiere e attuali. Oggi, per esempio, offrono una descrizione perfetta dell’Unione Europea. 
Di Giampiero Marano

L’antica e alta aspirazione a unire i popoli d’Europa superando rivalità secolari ha avuto sostenitori come Dante, Novalis, Mazzini, Hugo; poi però la “grande idea” è finita nelle mani di uomini spiritualmente “inetti” che l’hanno uccisa e sfigurata: i burocrati e i tecnocrati dell’UE, vuoti e arroganti come il premier non eletto Mario Monti.
“L’altissimo merito di quest’ultimo”, chiariva Piergiorgio Odifreddi all’indomani della nomina a  senatore a vita, “è di essere stato commissario europeo con deleghe economiche, dal 1994 al 1999 per nomina del primo governo Berlusconi, e dal 1999 al 2004 per nomina del primo governo D’Alema. Oltre che di essere stato presidente della famigerata Commissione Trilaterale, una specie di massoneria ultraliberista statunitense, europea e nipponica ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger. 

17 gennaio 2013

L'ISLANDA SOSPENDE I NEGOZIATI CON L' U€

L'Islanda ha sospeso i negoziati sull'adesione all'Unione Europea prima delle elezioni parlamentari previste il prossimo 27 aprile. Secondo i media locali, la decisione del governo è motivata dal fatto che dalle urne possono risultare vincitori gli "euroscettici". Secondo i sondaggi l'attuale governo di centrosinistra è distaccato di 15 punti dal partito conservatore, che si oppone all'adesione dell'Islanda all'Unione Europea.

Come la Troika aiuta i Sindacati che collaborano con il Capitalismo?

La Federazione Sindacale Mondiale (FSM) desidera segnalare come la Troika aiuta i sindacati che collaborano con il capitalismo. Nelle foto che accompagnano il testo, è possibile vedere le targhe appese (dentro e fuori gli uffici a Dakar, Senegal) sulle pareti della CNTS (Confederazione Nazionale dei Lavoratori del Senegal).
Di Quim Boix - FSM
Queste tabelle mostrano e ricordano il denaro apportato per l'esistenza, l'apertura e il funzionamento di questo locale, da parte delle CCOO (Comisiones Obreras, Spagna) e della loro Fondazione Pace e Solidarietà, con l'aiuto del governo di Andalusia (Spagna meridionale) e altri organismi. In realtà il denaro proviene dalla Troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea), in quanto sono questi organismi fornire i capitali necessari, sulla base di programmi denominati "Programas de AOD (Aiuto Ufficiale allo Sviluppo) ", erogati tramite il Ministero degli Affari Esteri o la Comunità Autonoma (governo regionale).

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16 gennaio 2013

Una legge USA autorizza la sorveglianza di massa dei cittadini europei

Europei, prendete nota: il governo USA si è auto-attribuito il diritto di spiarvi segretamente
Il fatto emerge da una nuova relazione fornita al Parlamento Europeo, con la quale si mette in guardia sul fatto che una legge USA sullo spionaggio, modificata l’anno scorso, autorizza una «sorveglianza meramente politica sui dati relativi a stranieri» se questi sono immagazzinati usando servizi cloud statunitensi come quelli forniti da Google, Microsoft e Facebook.
Gli europei avrebbero già dovuto essere allarmati dal fatto che il PATRIOT Act può essere usato per ottenere dati su cittadini residenti al di fuori del suolo USA. Ma stavolta, al centro dell’attenzione è una legge diversa: il Foreign Intelligence and Surveillance Amendments Act (FISA), che solleva «un rischio ancora maggiore nei confronti della sovranità UE sui dati rispetto ad altre leggi finora prese in considerazione dai decisori politici europei». 
Di Ryan GallagherSlate

È quanto risulta all’interno di una relazione pubblicata di recente e intitolata: «Fighting Cyber Crime and Protecting Privacy in the Cloud», («Combattere i ciber-reati e proteggere la riservatezza nella Nuvola informatica», NdT) prodotto dal Centre for the Study of Conflicts, Liberty and Security.
Il FISA Amendments Act è stato introdotto nel 2008, e ha legalizzato in modo retroattivo l’utilizzo del controverso programma di «registrazioni telefoniche senza garanzie» (“warrantless wiretapping”, nell’originale, NdT) iniziato dall’amministrazione Bush a seguito dei fatti dell’11 settembre. Alla fine del mese scorso il FISA è stato prorogato fino al 2017. Nel corso di questo processo, si è acceso un aspro dibattito in merito al modo in cui esso potrebbe violare la privacy degli americani. 

ELIMINAZIONE DEL CONTANTE = MORTE CIVILE

Nota di Funnyking: Questo articolo è stato scritto dall’autore Fabioflos e si basa su due storie reali.  Quando ho cominciato, insieme con altri amici blogger, la battaglia per il Contante libero, non ero pienamente consapevole, neppure io, di quanto fosse fondamentale, per la libertà di ogni cittadino,  il diritto alla libera circolazione e l’utilizzo del contante. Sono certo che alla fine della lettura di questo articolo rimarrete sbalorditi quanto me. Senza il contante saremo tutti schiavi delle banche.
Di Fabioflos
 
Facciamo un caso pratico, semplice, di economia reale e spicciola: pensiamo ad un piccolo negoziante nel 2010 ha avuto qualche problema finanziario.
Immaginiamo che questo minimo imprenditore abbia compiuto un peccato mortale: non abbia onorato un assegno e sia stato protestato. Magari non abbia subito pignoramenti, magari abbia subito dopo pagato la cifra dovuta, ma , per motivi finanziari, non sia stato in grado, per una singola volta, di farvi fronte.
Non pensiate sia un caso raro: le norme introdotte tramite Basilea 2 hanno tolto buona parte del potere discrezionale dei direttori di banca che, sino a qualche anno fa, sanavano queste posizioni particolari. Questo imprenditore si vedrà cancellare la possibilità di fare assegni, talvolta si vedrà il conto chiuso una volta sanato il piccolo debito bancario. Inoltre tutte le forme di credito gli verranno precluse: niente carte di credito o di debito.

15 gennaio 2013

LA GERMANIA INIZIA A RITIRARE IL SUO ORO

Anche il cuore d'Europa scricchiola sotto il peso della crisi del debito sovrano. Il Pil tedesco è salito dello 0,7% nel 2012 rispetto al +3% dell'anno precedente. Ha comunicato l'istituto federale di statistica. E gli analisti mettono in guardia: quel dato è di poco inferiore alle loro attese che parlavano di una crescita dello 0,8%. Ma al Bundestag, il parlamento tedesco, e nelle stanze dei bottoni dove la Cancelliera Angela Merkel e il suo governo, sono lavoro non stanno a guardare. Wall Street Italia
Nei corridoi dei palazzi della politica a Berlino, si sa, che grande manovre sono in atto. A rompere la calma apparente sarà la Bundesbank, la Banca centrale tedesca. Saranno rimpatriati una parte dei propri depositi di oro custoditi all'estero. Secondo la ricostruzione avanzata dal quotidiano economico Handelsblatt domani sarà il giorno designato in cui la Buba darà l'annuncio ufficiale. Dirà che intende ridurre la quantità di oro depositata a New York e che ritira completamente il metallo giallo custodito nei forzieri parigini della Banque de France.

« Agenda Monti impraticabile, senza moneta sovrana »

L’agenda Monti, cioè quella di Bruxelles, è tecnicamente impraticabile: 50 miliardi l’anno di tagli extra, più 80 miliardi di interessi sul debito pubblico. Tutto questo grazie al Fiscal Compact, il grande tabù della campagna elettorale, chi si evita accuratamente di analizzare. Lo denuncia il sociologo Luciano Gallino: gli impegni-capestro contratti dal nostro paese e dagli altri Stati membri dell’Unione Europea con il Trattato sulla stabilità e la governance nell’unione economica e monetaria, imporranno all’Italia decenni di impoverimento. Secondo l’articolo 4 del trattato sui bilanci europei, ogni Stato deve infatti ridurre di un ventesimo all’anno la quota del proprio debito. Per il 2013 significa tagli per 50 miliardi, ma la cifra nei prossimi anni potrebbe ulteriormente crescere, visto l’aumento continuo del nostro debito, senza più l’argine di una banca centrale sovrana che emetta denaro a costo zero.

Un simile impegno, riconosciuto come fondamentale della cosiddetta agenda-Monti, imporrebbe al nostro paese continue manovre “lacrime e sangue” fino al dimezzamento del debito pubblico. «Ma anche il programma del centrosinistra si guarda bene dal rimettere in discussione gli impegni assunti con l’Europa», 

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14 gennaio 2013

LA QUESTIONE MONETARIA

Nel 1913, il Congresso degli Stati Uniti autorizzò la creazione della Federal Reserve. Il suo mandato era limitato, , ma è cresciuto nel tempo fino a divenire il pianificatore centrale di tutto il sistema monetario. Nel 1933, il Presidente Roosvelt rese illegale il possesso di oro. Nel 1944, le potenze alleate, presto vittoriose nella II Guerra Mondiale, firmarono un trattato a Bretton Woods che sancì l'uso del dollaro americano come se fosse oro. Il dollaro era diventato la valuta di riserva mondiale. Le banche centrali di tutti i firmatari avrebbero detenuto dollari e preso a prestito dollari, e costruito la piramide di credito nella propria valuta sulla base del dollaro.
Vincitori & Vinti
  
Il dollaro americano era redimibile dalle banche centrali straniere, e quindi era uno schema che effettivamente permetteva alle varie valute di avere un cambio fisso tra loro e con l'oro. Ciò, almeno, aveva la virtù di frenare l'espansione del credito, dal momento che si manteneva un legame con l'oro e quindi con la realtà. Il problema di fissare il prezzo di qualcosa relativamente a qualcos’altro è che ciò che viene sottovalutato sarà tesaurizzato, e  ciò che è sopravvalutato sarà svenduto. Il governo degli Stati Uniti pose il prezzo dell'oro troppo in basso, e così le banche centrali straniere continuavano a chiedere spedizione di oro.
Quando alla Presidenza arrivò Nixon, qualcosa andava cambiato...

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Stati Uniti d'Europa? Un progetto pericoloso e reazionario

Coloro che parlano di stato federale europeo in genere svalutano l'argomento del Demos. Quando si oppone loro il semplice fatto che non esiste qualcosa di paragonabile ad un popolo europeo, essi spesso ribattono indicando esempi di felice convivenza e cooperazione tra popoli diversi chiusi negli stessi confini. Tra questi c'è la Svizzera, ma si potrebbero citare tanti altri paesi, incluso quello che sembra il vero modello degli europeisti, ossia gli Stati Uniti d'America. 
Di Claudio Martini
MainStream

In effetti l'omogeneità etnica-culturale sembra essere l'eccezione, e non la regola, dello scenario delle formazioni statuali odierne. Sono davvero pochi gli stati, come le Coree o il Giappone, dove lo stesso gruppo etnico rappresenta più del 95% del totale della popolazione. Stati che appaiono monolitici ai nostri occhi superificiali, come la Cina, la Russia o l'Iran, sono in realtà complessi ordinamenti federali caratterizzati da un'ampia varietà etnica e linguistica. Per non parlare di veri universi multiculturali come l'India o la maggior parte degli stati africani.
Eppure questo argomento ha qualcosa che non va. Quando noi constatiamo l'assenza di un popolo europeo non pretendiamo certo che sia condizione per avere una federazione europea che tutti gli abitanti del continente europeo appartengano allo stesso popolo. Sulla scorta degli esempi sopra fatti, basterebbe individuare un'etnia dominante.

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12 gennaio 2013

« Caro Ingroia, la vera Mafia è quella di Bruxelles »

Caro Ingroia, l’antimafia non basta: perché oggi il vero nemico che ci minaccia è molto più pericoloso del potere delle cosche, persino di quelle che si infiltrano nell’economia fino ad avvelenarla. Deve cadere il Muro di Bruxelles, quello che ricatta i popoli dell’Eurozona sulla base dei diktat emanati dalle oligarchie finanziarie, ordini firmati da tecnocrati non eletti da nessuno, a cui – grazie all’attuale personale politico – siamo costretti a sottometterci, per fare la stessa fine della Grecia. Dopo i “garanti” dei movimenti firmatari dell’appello “Cambiare si può”, anche l’ex leader della Fiom Giorgio Cremaschi, vicino ai No-Tav e promotore del Comitato No-Debito e del “No-Monti Day”, prende le distanze dalla lista “arancione” capeggiata da Antonio Ingroia, ipotetico leader del “quarto polo”, sul quale confluiscono i partiti di Di Pietro, Ferrero e Diliberto, insieme ai Verdi di Bonelli.
LibreIdee 

«Siccome non son mai stato una vittima del nuovo in politica, di quel nuovismo attraverso il quale si sono perpetuate da trent’anni le stesse politiche e le stesse classi dirigenti – premette Cremaschi, in un intervento su “Micromega” – non mi scandalizza che la lista del cosiddetto quarto polo sia diventata l’ennesima lista personale, ove il leader è la sostanza della proposta, né mi sconvolge che i partiti siano alla fine l’architrave della lista». I partiti esistono da sempre, aggiunge Cremaschi, e chi li rifiuta «semplicemente ne sta fondando un altro».

5 MITI MEDIATICI SULLA SALUTE DI CHAVEZ E SUL SUO GIURAMENTO

Nelle ultime settimane i media privati inglesi hanno accresciuto la propria campagna contro la rivoluzione venezuelana, diffondendo una quantità di menzogne e di pregiudizi a proposito della salute del presidente Hugo Chavez, della politica e degli aspetti legali relativi al suo giuramento per il nuovo mandato e alla gestione della situazione da parte del governo venezuelano. I media, spesso prendendo l’imboccata direttamente dall’opposizione venezuelana di destra, stanno sfruttando un momento triste per il popolo venezuelano. 
Di Tamara Pearson e Ewan Robertson
Venezuelanalysis.com

La giornalista Mariclem Stelling, di Media Observatory [Osservatorio mediatico], parlando alla televisione pubblica VTV, ha definito la situazione “un misto di soddisfazione, ironia e necrofilia … un tentativo di rimuoverlo [Chavez] dal suo ruolo politico.”
“Stanno fabbricando le notizie in conformità agli interessi economici e politici cui rispondono”, ha affermato.
Qui Venezuelanalysis.com smonta le cinque principali bugie attualmente diffuse dai media privati. 

1) Il governo venezuelano è reticente a proposito della salute di Chavez
Questa accusa è stata mossa dai media internazionali da quando Chavez ha informato per la prima volta del suo cancro, nel giugno del 2011. La critica, da parte dei media privati, alla “reticenza” del governo ha proposito della sua condizione si è intensificata con l’avvicinarsi della data del giuramento, riflettendo in parte un’opposizione venezuelana sempre più insofferente, ansiosa di dettagli da poter utilizzare a proprio vantaggio.

TITANIC ITALIA

Senza dubbio quella del prossimo febbraio sarà la consultazione elettorale in assoluto più inutile e farsesca di tutta la storia della Repubblica. Una competizione fra partiti depotenziati, privi di ogni programma, che già prima del voto si sono impegnati (essendo stato loro ordinato) a seguire pedissequamente qualsiasi dettame imposto dalla BCE, senza alcuno spazio di autonomia rispetto ai diktat europei. Unitamente ad alcune liste "alternative" che in varia misura affrontano qualcuno dei problemi ferali che attanagliano il paese, senza però mostrare l'intenzione di risalire alla radice degli stessi.
Di Marco Cedolin 

 
Logica vorrebbe che una campagna elettorale di questo genere si svolgesse in un clima permeato dal disinteresse e dallo scetticismo, nei confronti di una commedia stantia che non diverte più nessuno.
Ma la logica purtroppo di questi tempi è merce rara, di quella sconosciuta ai più, e gli italiani mai come questa volta sembrano avere dismesso ogni anelito d'intelligenza per vestire la casacca del tifoso che urla e strepita per la squadra del cuore....


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« DI LIBERISMO SI CREPA! »

Karoshi è la parola giapponese che indica la morte per fatica che colpisce chi lavora al di là di ogni suo limite naturale. Il decesso sopravviene generalmente con un attacco cardiaco, dovuto allo stress e allo sforzo lavorativo: il cuore non regge alla fatica e si ferma. E se qualcuno pensa che sia una cosa tragica ma pittoresca, tipica delle lontane isole del Giappone e magari di qualche distorta mentalità orientale… bhé… si sbaglia di grosso. Nella civile Europa delle guerre per procura e dell’ingerenza umanitaria a suon di bombe, c’è uno Stato che può vantare orgoglioso la sua prima ed ufficiale morte per fatica: l’Italia.
Di  Costantino Ceoldo

Stato & Potenza
Culla di poeti, artisti, esploratori, luogo dove per secoli Arte e Filosofia si sono incarnate assumendo forma viva, l’Italia paga oggi ufficialmente il suo tributo al dio denaro, al vitello d’oro dell’ultima divinità sopravvissuta tra quelle adorate dall’Umanità.
Il luogo del pagamento è Roma, fermata Termini della Metropolitana. Il tempo del pagamento è domenica 18 novembre 2012, mattino presto, troppo presto, assurdamente troppo presto per pagare qualsiasi dazio, figuriamoci questo. Una donna è seduta su una panchina ad aspettare il treno che la porta al lavoro, lungo quei cinquanta chilometri che deve fare due volte al giorno perché la famiglia, marito disoccupato e figli piccoli, possa appena appena sopravvivere.
Oramai è da un bel po’ che fa quella vita ma da qualche tempo la donna si sente diversa, non sta bene ed è sempre più stanca.

11 gennaio 2013

« Ci vendono tutto, tranne quello che ci serve: la felicità »

Jose Mujica, presidente dell’Uruguay
Come governanti, esprimiamo la sincera volontà di accompagnare tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere. Tuttavia, ci venga concesso di porci qualche domanda a voce alta. Per tutto il pomeriggio si è parlato di “sviluppo sostenibile”, per togliere masse immense dalla povertà. A cosa ci riferiamo? Il modello di sviluppo e di consumo che abbiamo in mente è quello attuale delle società ricche? Un’altra domanda: cosa succederebbe, a questo pianeta, se gli indiani avessero la stessa proporzione di auto per famiglia che hanno i tedeschi? Quanto ossigeno ci rimarrebbe per respirare? 
LibreIdee

In altre parole: il mondo possiede oggi gli elementi materiali per fare in modo che 7-8.000 milioni di persone possano avere lo stesso livello di consumo e di spreco delle più ricche società occidentali? Sarà possibile, o dovremmo forse mettere la discussione su un altro piano?
Perché abbiamo creato una civilità, quella in cui viviamo, figlia del mercato e della concorrenza, che ci ha portato un progresso materiale portentoso ed esplosivo. Ma ciò che è nato come “economia di mercato” è diventato “società di mercato”. E ci ha portato questa globalizzazione, che significa doversi occupare di tutto il pianeta. La stiamo governando, la globalizzazione, o è la globalizzazione a governare noi? E’ possibile parlare di solidarietà e dire che siamo tutti uniti, in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a che punto arriva la nostra fraternità? La sfida che abbiamo davanti è di una dimensione epocale. E la grande crisi non è ecologica: è politica. L’uomo, oggi, non governa le forze che ha creato; sono queste ultime a governare l’uomo e la nostra vita.

LAVORARE DA MCDONALDS? NO GRAZIE!

È stata lanciata da McDonald's la campagna pubblicitaria sulle assunzioni: l'azienda annuncia di voler creare tremila nuovi posti di lavoro in Italia nei prossimi tre anni. La Cgil contesta l'offerta della multinazionale americana sostenendo che si tratta di impieghi precari. Inquinamento, nocività del cibo venduto, sfruttamento degli animali e disboscamento dovrebbero essere però le principali questioni da considerare prima di decidere di entrare a far parte della più nota catena di fast food del mondo.
Di Paolo Ermani
Il Cambiamento

 
McDonald’s recentemente sta pubblicizzando l’intenzione di assumere tremila lavoratori nei prossimi tre anni e, sfruttando il momento di forte disoccupazione, cerca di fare bella figura agli occhi dell’opinione pubblica.
Il sindacato ha contestato la pubblicità dicendo che si tratta soprattutto di lavoro precario. Peccato però non porsi il problema e la questione più importante e cioè: lavorare per McDonald’s è positivo, è giusto? McDonald’s è una delle multinazionali più aggressive e inquinanti del pianeta. Per rifornirla di carne vengono uccisi milioni di animali ogni anno in un olocausto di dimensioni anche difficilmente immaginabili.


Per fare posto agli allevamenti vengono abbattute intere foreste e le emissioni di gas serra prodotte dalla combinazione di allevamento e disboscamento sono drammaticamente alte.

10 gennaio 2013

FMI: « L'Islanda aveva ragione e noi avevamo torto »

Per circa tre anni, i nostri governi, la cricca dei banchieri e i media industriali ci hanno garantito che loro conoscevano l’approccio corretto per aggiustare le economie che loro avevano in precedenza paralizzato con la loro mala gestione. Ci è stato detto che la chiave stava nel balzare sul Popolo Bue imponendo “l’austerità” al fine di continuare a pagare gli interessi ai Parassiti delle Obbligazioni, a qualsiasi costo. 

Dopo tre anni di questo continuo, ininterrotto fallimento, la Grecia è già insolvente per il 75% dei suoi debiti e la sua economia è totalmente distrutta. La Gran Bretagna, la Spagna e l’Italia stanno tutte precipitando in una spirale suicida, in cui quanta più austerità quei governi sadici infliggono ai loro stessi popoli tanto peggiore diventa il problema del loro debito/deficit. L’Irlanda e il Portogallo sono quasi nella stessa condizione.
Ora, in quello che potrebbe essere il più grande “mea culpa” economico della storia, i media ammettono che questa macchina governativa-bancaria-propagandistica della Troika ha avuto torto per tutto il tempo. Sono stati costretti a riconoscere che l’approccio dell’Islanda al pronto intervento economico è stato quello corretto sin dall’inizio.
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LA COSPIRAZIONE D'ISLANDA
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